Giubileo centrifugo

“Off the fence” è una parola d’ordine foriera di nuovo orientamento, sia per la Chiesa Cattolica, sia per chi si cura della “Res publica”
23 Gennaio 2024

“I prossimi mesi ci condurranno all’apertura della Porta Santa, con cui daremo inizio al Giubileo. Vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia e sperimentarvi la forza della speranza di Dio. Per questo iniziamo oggi l’Anno della preghiera, cioè un anno dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, nella vita della Chiesa e del mondo. Saremo aiutati anche dai sussidi che il Dicastero per l’Evangelizzazione metterà a disposizione”.

Con queste parole pronunciate domenica 21 gennaio al termine dell’Angelus in Piazza San Pietro, Papa Francesco ci ha ricordato che tra  un anno vivremo un evento che, da oltre sette secoli, contraddistingue il cammino della cristianità, quello del Giubileo.

Lui stesso ci aveva indicato il 2023 come anno di riflessione sul Concilio Vaticano II (a sessant’anni dalla sua apertura) che, unito al 2024 come anno di preghiera, ci stanno preparando al Giubileo, la cui Bolla di indizione dovrebbe essere pubblicata nella prossima Solennità dell’Ascensione,  il 9 maggio 2024.

I Giubilei si richiamano alla loro istituzione biblica, normata nel libro del Levitico al capitolo 25. Il sabato è il “settimo giorno”, il “giorno di Dio” per gli ebrei. Il settimo anno, l’“anno sabbatico”, un anno di riposo dei campi. Dopo “sette  settimane di anni”, l’anno cinquantesimo è l’anno il cui ingresso è annunciato con il suono dei corni di ariete (“Jobel”), l’anno del Giubileo, l’anno di liberazione degli schiavi e di attenzione agli ultimi.

Istituiti nella Chiesa di Roma da Papa Bonifacio VIII nel 1300, i Giubilei vengono celebrati dalla cristianità dapprima ogni cinquanta, poi ogni venticinque anni. È un anno dove, in maniera più solenne ed “epocale” si riflette e si celebra l’evento che ricordiamo ogni anno a Natale: la nascita di Gesù, il suo compleanno, la sua venuta che ha diviso il computo della storia in “avanti Cristo” e “dopo Cristo”. Nella storia della Chiesa abbiamo avuto, oltre a 24 giubilei ordinari e tre non celebrati (1800, 1850, 1875), anche nove Giubilei “straordinari” fuori di queste date, l’ultimo il 2016. Tra questi quello della Redenzione nel 1933, computato in riferimento all’anno 33 e i suoi anniversari (anche il 2033 è previsto un ulteriore “Giubileo della Redenzione”).

L’ultimo tra quelli “ordinari”, il “Grande Giubileo” del 2000, quello che segnava il passaggio tra due millenni, è stato condotto da Giovanni Paolo II e preparato in maniera solenne con un triennio di riflessione che lo introducesse: tre anni dedicati al Figlio, allo Spirito Santo e al Padre. Alcuni eventi durante l’Anno Santo del 2000 sono stati particolarmente memorabili, da quello della memoria dei martiri a quello della purificazione della memoria, sino alla GMG culminata con la veglia di Tor Vergata.

Papa Francesco ha voluto istituire un ulteriore Giubileo, “straordinario”, quello “della Misericordia” nell’anno 2016, celebrato in occasione del 50° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, ed aperto già con una scelta “nuova”, ossia quella di “decentrarlo” nel mondo e nelle diocesi e non nella sola Roma: ricordiamo il gesto solenne iniziale della apertura della porta santa svolta in a Bangui, nella Repubblica Centrafricana il 29 novembre 2015.

Quali suggestioni e quali aspettative possiamo darci in attesa della celebrazione ormai prossima (Natale 2024) del Giubileo del 2025?

Parto da una esperienza personale vissuta nel 2000, la manifestazione organizzata dai padri Comboniani a Verona, denominata “Giubileo degli oppressi”. Quella manifestazione voleva mettere al centro “i festeggiati”, i “primi destinatari” dell’evento giubilare, “i poveri, i prigionieri, gli oppressi” – tutti richiamati nella pagina di Isaia letta da Gesù nel Sinedrio (Lc 4, 16-21) – che corrono paradossalmente il rischio di essere dimenticati da chi, volendo celebrare la venuta del Messia nella stalla di Betlemme, si dimentica di tutti i richiami alla giustizia sociale e alla liberazione da ogni forma di oppressione e schiavitù che sono il fine dell’anno del Giubileo levitico e della stessa venuta del Cristo.

Sicuramente i temi “sociali”, senza nulla togliere al “primato dello Spirito”, potranno essere un focus fondamentale in questa “finestra” del 2025. Ad esempio, il mondo a che punto è rispetto alle richieste della “Populorum Progressio” di Paolo VI o a quelle della “Pacem in terris” di Giovanni XXIII? E al magistero stesso di Francesco sulla “cura della casa comune”?

Papa Francesco, al quale l’amico cardinale Hummes al termine del concistoro raccomandò di “non scordare i poveri”, pare molto attento a questi aspetti. La sua scelta della primo viaggio apostolico a Lampedusa; l’istituzione della “Giornata Mondiale dei poveri” che precede quella solenne di “Cristo Re”; i suoi richiami continui ai bisogni, ai diritti di tutti e degli ultimi in particolare sono un elemento costante del suo magistero; la sua richiesta alla Chiesa Cattolica di “uscire dalle mura” per operare in mezzo alla gente; l’immagine della Chiesa come “ospedale da campo”.

“Off the fence”: è la denominazione della produzione che avrebbe realizzato con il Movimento “Laudato si’” il film “The letterfilm.org” ispirato a san Francesco, all’enciclica “Laudato si’” e al messaggio sulla cura della casa comune con tante testimonianze preziosissime. “Off the fence”: “fuori dai recinti”. Appunto. È sicuramente una circostanza liturgica preziosa quella che ci propone il calendario romano, che prevederà da domenica 30 novembre 2024 il ciclo C, quello che ci presenta la lettura domenicale dei passi dal vangelo di Luca. Il suo Vangelo non è solo noto come “Il Vangelo della Misericordia”, per i passi come quello della parabola di Lc 15, 11-32; in entrambi i suoi scritti il protagonista indiscusso è lo Spirito Santo, che conduce il percorso di Gesù e della chiesa apostolica.

Il medico, discepolo dell’apostolo Paolo, concepisce la sua opera con due movimenti teologicamente fondati: centripeto e centrifugo. Il terzo Vangelo è il racconto di un cammino (centripeto)  che porta Gesù e i suoi fino a Gerusalemme, la “Città Santa”, quella dove si compie il suo disegno di Salvezza con gli eventi della sua Passione, Morte e Risurrezione. Il libro degli Atti degli Apostoli, anche detto “Vangelo dello Spirito”, continua come seconda parte il tutt’uno con il terzo Vangelo, tracciando un cammino (centrifugo) che, sotto la guida e l’impulso costante dello Spirito Santo, conduce gli apostoli e gli altri evangelizzatori della comunità nata a Pentecoste, da Gerusalemme fino agli estremi confini del mondo conosciuto. Un movimento centrifugo, appunto. “Off the fence”. Come piace a Francesco. E come, sicuramente, il Giubileo 2025 potrà essere caratterizzato.

Il mondo vive problemi epocali che chiamano in causa le Nazioni e i loro responsabili, “gridano” davanti a Dio e agli uomini. Ognuno di noi è chiamato ad “uscire dai suoi recinti” per trovare soluzioni a quel che queste grida ci impongono: un “nuovo” (!?) modello di sviluppo, una “rinnovata” riscoperta dei valori e dei diritti fondamentali dell’umanità e del pianeta, un salutare “primato dello spirito/Spirito” che non venga negato in un mondo che, sempre più in mano alle AI, corre il rischio di smarrire la sua dimensione di “ulteriorità” per appiattirsi su un orizzonte del solo “qui ed ora” e del famelico “tutto e subito”. Off the fence. Un “Giubileo centrifugo”.

4 risposte a “Giubileo centrifugo”

  1. Pietro Buttiglione ha detto:

    Dalle letture di ieri una precisazione sul recinto
    Chi non crede dopo aver ricevuto e conosciuto l’Annuncio rischia grosso…
    gli altri NON sono e tra Ecclesiam!!!

  2. gilberto borghi ha detto:

    Va ricordato che “uscire dal recinto” per Francesco ha come finalità primaria non tanto il fatto che il cristiano porti agli altri l’amore di Cristo, ma, ancora prima, vada ad imparare come oggi lo Spirito Santo agisce e fa fiorire l’amore di Dio. Dai “poveri” prima che per aiutarli, si va per imparare come Dio si muove oggi, allo stesso modo che viene descritto negli atti degli Apostoli: lo spirito precede il cristiano che esce dal recinto, non è il cristiano a portarlo.

  3. Mario Cignoni ha detto:

    Guardandomi intorno vedo una Chiesa chiusa nel suo recinto, attenta ai pontificali e alle nuvole di incenso, che non riesce o non vuole uscire “ad gentes”.
    Eppure il Magistero, dal Concilio Vaticano II in qua, ci sollecita costantemente ad una testimonianza che produca germi culturali capaci di sovvertire il comune pensiero che governa il mondo di oggi.
    Certo, pensare è pericoloso perché spesso disturba il manovratore, ma vale la pena almeno provarci.
    Allora proviamo ad uscire dal recinto !

  4. Maria Cristina Venturi ha detto:

    Ringrazio Dio di aver potuto, anche se all’ epoca giovanissima, partecipare al Giubileo del 1975, sotto papa Paolo VI.
    Conservo ancora il Libro del Pellegrino che venne dato a tutti e che conteneva le preghiere ,i testi liturgici e i canti per ogni stazione nelle sante Chiese romane
    Fu una esperienza spirituale intensa e indimenticabile che ha segnato da allora la mia vita.Speriamo che l’ Anno Santo 2025 possa esserlo per i giovani di oggi ,una esperienza spirituale e religiosa e non si parli solo e sempre di temi sociali ,geopolitici,per i quali ci sono gia’ tanti convegni .

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