Apparizioni in classe

La fede è una esperienza di Dio che ti cambia la vita, nulla meno di questo.
11 Aprile 2013

Sono rientrato a scuola dopo un po’ di malattia. Quasi tre settimane di assenza e devo dire che un po’ gli studenti mi mancavano. Solo un po’ però! Ma intanto, per me che ho solo un’ora alla settimana, il tempo (prima della fine dell’anno) si è fatto breve. Così sono costretto a tagliare un po’ la programmazione e soprattutto a sintetizzare. E mi sono chiesto. Come si fa a sintetizzare il nucleo centrale del Cristianesimo?

In quinta avevo programmato all’inizio dell’anno di dedicare il secondo quadrimestre all’analisi di tre concetti chiave della teologia cristiana, Dio, uomo e mondo, in rapporto e per differenza rispetto a quella Buddhista e a quella Islamica. Così, costretto dai tempi brevi, ho centrato la lettura cristiana di queste tre idee sulla resurrezione di Gesù Cristo. “Se Gesù Cristo è effettivamente risorto, allora la visione cristiana su Dio, sull’uomo e sul mondo sta in piedi. Se no, il cristianesimo è la più grande balla atomica che ci sia mai stata raccontata”. 

A questa mia affermazione di sintesi vedo degli occhi che si sgranano. “Bhè, mi sembra un po’ eccessivo prof. – ribatte Alan – in fondo ci sono anche altre cose che dimostrano che Dio può fare miracoli. Io ho letto il libro di Paolo Brosio sulla sua conversione dopo essere stato a Medjugorje e non mi pare che sia così importante la resurrezione per essere cristiani”. “Dov’è che è stato Brosio? – chiede Giulia”. “A Medjugorje, – irrompe Giovanna – dove la madonna è apparsa ad alcuni ragazzi e gli ha rivelato dei segreti, è così prof.?”. “Sì, più o meno – faccio io, e poi rivolto ad Alan – ma davvero hai letto il libro di Brosio?”. “Si, bhè non proprio tutto, però mi “intrippava” sta cosa che lui prima era un mezzo divo e adesso sembra un mezzo santo”. 

Ovviamente io spero che Brosio sia santo per intero e non solo mezzo, ma spero anche di poterlo dire, per il suo bene, il più in là possibile nel tempo. Però mi colpisce la strana associazione che fa Alan e soprattutto la sua percezione della pari importanza tra resurrezione di Gesù e apparizioni personali, come fondamento della fede.

“Cioè, fammi capire Alan, secondo te Brosio ha riscoperto la fede sulla base dell’esperienza fatta a Medjugorje. E in ciò è stata essenziale la percezione della potenza miracolosa di Dio, che si manifesta lì e in altre circostanze, tra le quali anche la resurrezione di Gesù”. “Sì, più o meno è così prof”. “Mah dai,  – salta su Davide – per me non sta in piedi né che Gesù sia risorto, né che la madonna parli in qua e in là nel mondo!” “Bhè, – risponde Alan – credere che Gesù sia risorto…, non lo so… mi sembra così astratto e assurdo… cioè, dai… un corpo che torna a vivere…. Insomma… invece Brosio racconta una roba concreta, che lui sente dentro sul serio… e che gli ha cambiato la vita”. “Va bhè – ribatte Davide – ma che ne sai di quello che ti racconta Brosio… e se si è fatto tutto un film lui…?” “Eh, va bhè, – riprende Alan – e su un film mentale cambia tutta la sua vita? Ma dai, perché dovrebbe raccontarsela così tanto? Cosa ci guadagnerebbe?”

E mentre lascio andare questa discussione sui “fundamenta fidei”, Alan, senza saperlo, mi fornisce la risposta alla domanda iniziale: come si fa a sintetizzare il nucleo centrale del Cristianesimo? Certo lui sbaglia contenuto, non credendo possibile la resurrezione e immaginando che anche senza questa, la fede stia in piedi. Ma sul processo di nascita della fede, lui la vede esattamente come la bibbia: “non con discorsi persuasivi di sapienza, ma con la dimostrazione della potenza dello Spirito”. Perciò la fede è una esperienza di Dio che ti cambia la vita, nulla meno di questo.

E allora il suo errore sul contenuto mi apre una domanda feroce: quanti, tra cui anche io, che andiamo a messa e crediamo in Cristo, possiamo raccontare la nostra fede appoggiandola sulla potenza dello Spirito, che ridà “vita” anche alla nostra dimensione concreta e reale? Quanti ancora invece “ragioniamo” sulla ragionevolezza di Dio, invece di abbandonarci alla sua potenza, sperando di appoggiare la nostra fede su una tradizione culturale che ci rassicuri? Quanti “svuotano” la resurrezione di Gesù riducendo la fede ad idee da credere e comportamenti da mettere in pratica? Una ideologia insomma!

Non ho letto il libro di Brosio, e conosco poco della sua vicenda, se non quello che i giornali hanno scritto a suo tempo. Perciò non entro nel merito. Ma mi domando. Non sarà che tutto questo correre dietro a madonne che parlano e piangono, a presunte rivelazioni private non sia altro che la ricerca di qualcosa che risponda ad un bisogno strutturale del cristiano? Che nel profondo è insopprimibile, e che nei nostri tempi si trova poco nelle risposte istituzionalizzate abituali, cioè la manifestazione della “potenza dello Spirito”. Potenza che viene ricercata spesso in esperienze “spiritualiste” o “emozionaliste” proprio perché si è dimenticata la dimensione reale e fisica della resurrezione. E Alan ne è la riprova! E così la morale resta sotto l’egida del dovere e lo spirito rimane confinato solo nella esperienza emozionale o spirituale, senza dirompere nella vita concreta delle persone.

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