Le reazioni di questi giorni non mi sembrano la risposta sufficiente di chi vuole davvero far sì che “non accada più”
Se tu non ti mostri diverso da quella controfigura che spesso usiamo tra noi per parlare di te, da chi andremo?
Il papa non si limita a rispondere alle domande, ma prova a esplicitare anche la “ratio” che sta dietro ad esse.
Osservando le differenze tra la formulazione dei dubbi del 10 luglio e quella del 21 agosto si capiscono molte cose di come i cardinali organizzano il loro pensiero.
Giorgia Meloni, a Budapest, al cospetto di Orban, qualche giorno fa dice che bisogna difendere Dio. Ma quanto è cristiano un atteggiamento difensivo?
Gli episodi che ultimamente hanno riempito la cronaca sono un'intensificazione e una recrudescenza di uno stile di vita molto diffuso ben prima di questi eventi
Dopo il dibattito seguito alla morte di Michela Murgia, una riflessione su chi è un cattolico
Dopo un mese cominciamo a vedere cosa è davvero successo a Faenza.
Davvero questo Italiano è stato effettivamente il fautore di un cambio nella cultura e nella società che ci ha avvicinati al vangelo?
“Spesso gli amici mi chiedono come faccio a fare scuola. Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare, ma solo di come bisogna essere per poter fare scuola.”
Don Milani
“Ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato”, questa volta ha veramente “rotto gli argini”.
L’impressione che ho è che il problema sia posto male, e che tutte queste posizioni partano dal presupposto che la verità sia un “quid”, più o meno oggettivabile, o mai oggettivabile.
Spunti per la preghiera: il rapporto tra la nostra vita e la presenza di Dio
Spunti per la preghiera: una meditazione, da risorti, sulla morte
Alcune note di analisi biblica mi hanno stuzzicato una riflessione sull’infinita ricerca dell’identità. Sia dell’uomo che di Dio.
Se Dio è usato per rispondere ai nostri bisogni, è lui che ci serve e non noi che lo serviamo
La generazione Z e il desiderio di vita piena, nascosto sotto ad un equilibrio fragile, forse più stabile e meno passivo di quello dei millenials
Nella visione di Galli della Loggia, la chiesa sembra diventare parte delle cause della crisi dell'Europa.
Qualche spunto di riflessione a partire da una conversazione tra Riccardo Cristiano e Massimo Borghesi...
Il vangelo non si muove sulla logica meritocratica della perfezione.
L’intero n. 16 di Presbyterorum Ordinis è dedicato a ribadire “l’imposizione per legge” del celibato ai sacerdoti della Chiesa latina. Se la razionalità non è assente dal testo del concilio qualche domanda è necessaria.
Anche su questo tema così delicato e profondo, la posizione del Concilio deve essere rivista.
Quando il concilio descrive le funzioni dei laici, troviamo uno strano elenco di affermazioni.
Un tema in grado di rivelare del Concilio una inclinazione che ce lo rende molto inattuale
Questa immagine va letta in modo stratificato, come quando si usa “google map”
Una rilettura organica delle sintesi sinodali prodotte dalle sette diocesi della Romagna
Questo non è questo ancora il tempo delle sintesi, ma semmai dell’ascolto e della percezione.
"Mica spero che ci metta lui a tavola, ma almeno tener conto della fatica che facciamo tutti i giorni…"
A mio modo di vedere il riferimento ri-fondativo al Concilio, indicato da Zuppi, mi appare un po’ debole. Per due motivi.
Uno dei luoghi di realizzazione quasi esemplare della postura che la Chiesa può assumere nei confronti del mondo è dato, già ora, dall’ora di religione nelle scuole
Il passaggio successivo che Zuppi ci offre è forse il più interessante della sua riflessione
Lo spessore, i temi e il respiro delle parole del cardinale ne fanno quasi un manifesto programmatico della sua presidenza
Piccole tracce, piccole possibilità… criticabili, migliorabili, completabili… ma insomma da qualche parte dovremo pure iniziare.
Proviamo a scendere nel concreto e ragionare (assieme magari!) ad alta voce su ipotesi possibili per la celebrazione eucaristica.
Dobbiamo riconoscere che ci sono almeno tre elementi, che diamo per scontati, rispetto alla messa, ma che scontati non sono più
Nulla, nella fede cristiana, si dà senza che sia incarnato, cioè senza che sia vissuto realmente da quella comunità, in quel momento, in quelle condizioni.
Un’insistita sottolineatura degli aspetti faticosi della vita matrimoniale sembra dominare troppi discorsi ecclesiali, mettendo in ombra ciò che è buono, bello e gioioso del matrimonio.
Non sovrapporre ambito spirituale e ambito psicologico, non ridurre tutto a peccato: un’attenzione di cui si senta la mancanza
Questo episodio diventa importante per riflettere sul senso e il valore delle celebrazioni ecclesiali.
Dare troppo peso alla sessualità, quasi facendone l’unico elemento della vita di coppia: una preoccupazione moralistica che va superata
Connettere direttamente e univocamente una condizione interiore spirituale all’accesso al sacramento apre delle contraddizioni che sono difficilmente componibili
Una sovrapposizione tra carattere catecumenale del percorso per fidanzati e carattere proprio del matrimonio può creare qualche problema e qualche confusione.
Continuiamo nella lettura del documento pensato per i fidanzati, andando a esaminare alcuni nodi problematici: le questioni del kerigma, dei linguaggi, dell’antropologia di fondo del testo.
Fidanzati, matrimonio, catecumenato: alcune note sul recente documento vaticano(1)
Qual è il principio etico che nella coscienza di questi giudici riesce a tenere assieme le due votazioni?
La lettera di Mons. Repole sembra un po’ diversa, almeno per due aspetti comunicativi.
Non solo siamo ciò che mangiamo, ma come mangiamo rivela come siamo, anche sul piano spirituale.
Dio ci aspetta lì, dove nulla dei nostri desideri viene amputato, ma dove nulla è davvero nelle nostre mani, ma nelle mani dell’amore che ci vive dentro
Che effetto produce, sul piano comunicativo, testimoniare una fede senza dubbi?
Perché il processo di creazione delle tradizioni dei riti celebrativi deve essere considerato chiuso?
Come cristiani, la difesa di sé dall’aggressione di altri esseri umani, del proprio paese, del proprio mondo, come può essere compresa teologicamente? Fino a che punto è giusto spingersi?
L’acuta percezione del dramma Ucraino e l’inevitabilità delle difesa armata contro l’invasore russo ha portato molti teologi, filosofi e persone di fede a reinterrogarsi: esiste una guerra giusta?
Il modo di comunicare vale molto di più del contenuto che si comunica e il contenuto viene accolto solo se è in sintonia con il linguaggio usato
Nei decaloghi della generazione Z non c’è alcuna traccia di un possibile rapporto con la divinità. Ma il resto delle regole mostra qualcosa di diverso.
Se si è avvertita le necessità di una partecipazione più attiva e chiara dei sacerdoti al processo sinodale, vuol dire che la percezione diffusa è che, al momento, questa non ci sia molto. Il detto latino vale ancora: una giustificazione non richiesta è un’accusa manifesta!
Ma non è che l’assurdità del conflitto bellico e il nostro altrettanto assurdo stile di vita, “tutta comunicazione” in tempo reale e nello spazio virtuale, siano collegati?
Dovremmo riconoscere che fino a che la paura presidierà le nostre idee non riusciremo a tenere insieme maggiormente azione oggettiva e intenzione soggettiva, sacerdote e laico, Cristo e Chiesa.
La battaglia non è tra scienza razionale e fedi irrazionali, ma tra emozioni preventive, date dall’immaginazione e emozioni reali, date dall’esperienza