Salvare la Fraternità Insieme

Così si intitola l’appello rivolto da dieci teologi e teologhe a tutta la Chiesa e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà
17 Giugno 2021

Sul sito della Pontificia Accademia della Vita, presieduto da monsignor Paglia (di cui avevamo già recensito qui il bel libro-dialogo con Luigi Manconi), è apparso da qualche giorno un importante appello rivolto «alla Chiesa in tutte le sue componenti, e ai Saggi, uomini e donne di buona volontà», affinché riflettano e discutano con libertà sul «“repertorio” di temi» intitolato «Salvare la Fraternità insieme».

Gli estensori dello stesso (K. Appel, C. Casalone, D. Cornati, J. Duque, I. Guanzini, M. Neri, G. C. Pagazzi, V. Rosito, G. Serrano, L. Vantini) si definiscono «un piccolo gruppo di ricercatori, donne e uomini fra loro amici, radunati attorno al fuoco di un progetto, che Vincenzo Paglia ha acceso e che Pierangelo Sequeri ha alimentato, a favore dell’umano che abbiamo a cuore», per elaborare «un pensiero creativo e ospitale, aperto alle molteplici trasformazioni sociali e alla pluralità dei linguaggi e dei saperi, contro i fantasmi della divisione».

Il progetto è mosso, da un lato, «dal desiderio e dall’esigenza di nuove forme del sapere e del linguaggio teologico, in dialogo aperto e costruttivo con la complessità del contemporaneo» e, dall’altro lato, dall’invito di Papa Francesco a «coltivare una sensibilità per la giustizia e una responsabilità per il nostro mondo che interpellano anche la cultura e i saperi».

Lo scopo è chiaro e ambizioso: «fratelli e sorelle tutti e tutte, non uno o una di meno», in un «nuovo kairos di Dio che nel passato, semplicemente, non c’era»: «un mondo umano istituzionalmente non-religioso è un interlocutore storicamente inedito. La bellezza e la sfida del kairos che Dio ci chiede di abitare evangelicamente e creativamente sta qui».

Nella speranza, allora, che anche i nostri lettori rispondano, con le loro riflessioni e discussioni, all’appello qui leggibile nella sua interezza, ne segnaliamo alcuni passaggi il cui senso è spesso risuonato su VinoNuovo:

 

  • «Il nuovo kairos che si è aperto nella storia della fede è il tempo in cui risuona l’attestazione del lavoro del regno di Dio nel campo del mondo secolare: non solo nel campo della comunità credente, ma nel campo totale della città dell’uomo. Il compito della Chiesa è renderlo accessibile, non requisirlo (Fratelli tutti, nn. 54-55). La vocazione storica del cristianesimo di questa epoca è questa. In questa prospettiva, la nostalgia di un mondo più accondiscendente, e il risentimento per un mondo troppo ostile, vanno ugualmente deposti. Non esiste un mondo già pronto per l’avvento del regno di Dio. Né esiste un mondo impenetrabile per questo avvento: per il suo lavoro e per i suoi segni, per il suo annuncio e per la sua testimonianza. Il compimento del regno di Dio trascende la storia della nostra iniziazione e della sua grazia: non è mai di questo mondo (Gv 14, 12). Eppure – è il miracolo della misericordia che abita le viscere di Dio – il regno di Dio germina sempre in questo mondo, come in ognuno dei mondi abitati dall’uomo (Gv 3, 16-17)».

 

  • «Secondo la lungimirante prospettiva teologica ed epocale dell’enciclica di Paolo VI “Ecclesiam suam”, il legame ecclesiale va concepito nella sua interezza secondo un ritmo di cerchi concentrici che abbracciano, già ora e sempre, mondi diversi: dai più vicini ai più lontani dal regno di Dio. Questa visione profetica dell’ecclesiologia, che ancora non ha conosciuto la generosa ripresa teologica e pastorale delle sue sistematiche implicazioni, è la premessa adeguata della missione ecclesiale che l’enciclica “Fratelli tutti” dispiega compiutamente. In questa visione, la Chiesa è testimone della potenza unificante della grazia che riscatta il mondo: non lo strumento di una mondanità separata della fede che lo divide in due. Nessuna autentica comunione dei discepoli credenti si può dare, che non sia fondata sulla intercessione per l’intera comunità umana, qui ed ora. Il Figlio non viene “per condannare il mondo, ma per salvarlo” (Gv 12, 47). E il Cristo morì per noi, empi, prima che ci convertissimo: ossia, ci salvò “quando ancora eravamo peccatori” (Rom 5, 6)».

 

  • «Noi credenti siamo un modo di abitare il mondo di tutti, ma non siamo tutt’altro mondo.  Totalmente appassionati per il suo destino forgiato dall’alleanza operosa dei popoli e insieme chiamati di abitarlo come iniziazione alla vita nuova che deve venire da Dio. In realtà, abitiamo in questo modo anche la chiesa: non come un’aristocrazia spirituale degli eletti, che poi si concilia con la mondanità spirituale del suo sostentamento, ma come una tenda ospitale che custodisce l’arcobaleno dell’alleanza fra Dio e la creatura umana, a cominciare dalla più esposta alla vulnerabilità della vita. Esiste una drammatica potenza del male, nel mondo: ma non esiste una maledizione divina sul mondo. In questo momento l’habitat ecclesiastico appare molto sbilanciato sull’idea di un mondo-rifugio, dove avvengono miracolosamente le cose della grazia. In realtà, le cose della grazia avvengono, grazie a Dio, ogni giorno e in tutto il mondo. Questo dice la fede nell’avvento imprevedibile e nella prossimità universale del regno di Dio».

 

3 risposte a “Salvare la Fraternità Insieme”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Il mondo per l’avvento di Dio e’ogni giorno da predisporre; ma cosa vuol dire? che sovrastati da megafoni, di richieste ad alta voce di giustizia, offerte di mercato, suadenti voci a convincere come godere una vita felice; immagini colorate fatte roteare vita vacanziera in isole da sogno. Non si parla dei mezzi per attuarla; uno slogan e’ essere dei vincenti, Sono bagliori , flash, come colorato caleidoscopio, e tutto questo si ottiene con “denaro”.Se non ne hai sei un perdente, un poveraccio, Per questo è’ quasi normale aggirare leggi ritenute troppo restrittive, severe, pur di accedere in qualsiasi modo a quei beni, che non devono essere soltanto “paradisi in terra”, viaggi sogno , possibili ai pochi ricchi. Ssembra farsi strada che Il mondo di Dio e del suo Regno sia pura illusione, storia predicata ai semplici, da una Chiesa che oggi fatica a dimostrarlo, a essere ancora convincente.

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Piccola voce: a me sembra proposta superata dagli eventi incalzanti: povertà dilagante con pandemia, alterazioni climatiche producono vittime umane; : oggi la Fede si spiega con azioni, fin da Cristo la sua verità, rendeva manifesta anche con le opere la realtà di Calcutta per Madre Teresa ci sta davanti oggi in tutto il mondo. Il clima,la fame, la povertà, la pandemia multiforme, sollecitano samaritani. Volevo regalare un libro a un Padre amante della Bibbia di Gerusalemme, oggi ammalato, quanti nomi si affacciano in TV, ma non a contatto,per caso scorrendo i titoli ho trovato ciò che cercavo,. Oggi i problemi di Per dare efficacia alla Parola. “L’acqua viva ” è nel l’aiuto fraterno, dimostrare l’amore disinteressato. L’uomo non è come l’erba! E’ “a salvare la vita che c’è Dio, dimostrastrando l’amore,Vengono avanti teorie nuove dov’e Dio non esiste né in parole, né in opere, dove dimostrare nell’aiuto donato l’esistenza di un Dio amore.

  3. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Due note a margine.
    1) i cerchi concentrici.
    Io sono vecchio, ma ancor prima di me un certo don Giussani parlava di raggi emessi da un Centro. Fu emarginato, allora.
    Era solo un timido tentativo x evidenziare che non c’era solo il Centro.
    Come x i cerchi.
    Ma non sarebbe ora x passare dal centralismo ad una visione DIFFUSA del sapere-potere-agire?? Volete chiamarlo Clericalismo? Cmq MALE è.
    La Natura NON agisce così.
    2) Any comment? Bello-bravi-illuminati-giusti-kairosdotati- ecc
    OK
    Ma quando ci decidiamo a sbaraccare le istituzioni fatiscenti e puzzolente, a rovesciare i tavoli inconcludenti, a scacciare dal TEMPIO i mercanti e i ladri e gli spergiuri e gli approfittatori e i traditori e tutti quelli che hanno USATO Lui per i propri sporchi, sporchissimi comodi???

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