La vita è un cammino verso una meta precisa: il Paradiso. La Chiesa tutta cammina verso il Cielo ed insieme cammina verso l’uomo. Lungo questo cammino, talvolta piano talaltra faticoso, non siamo soli, abbiamo dei compagni di viaggio che ci incoraggiano, che ci aiutano, che fanno strada con noi indicandoci sia la meta, che già loro conoscono perché vi abitano, sia la strada maestra che vi conduce: l’amore.
Questi compagni di viaggio sono i santi. La santità è lo scopo della nostra vita; è lo scopo per cui siamo stati creati; è ciò che Dio si aspetta da ciascuno di noi. I santi non sono pochi, non sono rari privilegiati, perché tutti siamo chiamati alla santità, non è possibile che il progetto di Dio si esaurisca in poche persone. L’amore con cui Cristo versa il suo sangue prezioso ha una straordinaria fecondità. Il libro dell’Apocalisse parla di una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua (cfr. Ap 7,11) e il numero 144.000 usato dall’Autore è un simbolo per indicare che i santi sono tantissimi.
Va però precisato che non si nasce santi, ma santi si diventa, lasciandosi modellare dalla potenza sanatrice di Cristo, come da uno scalpello. Cristo non è morto per gli eroi ma è morto per i deboli, pertanto da ogni debolezza, con la Grazia di Cristo, può sbocciare il fiore della santità. Com’è consolante questa verità!
La santità pur essendo unica ha volti diversi, come diversi sono i temperamenti, diversi sono i tempi della storia, diverse sono le circostanze della vita. Per intercessione dei santi, il Signore ci conceda il desiderio e la volontà di camminare veramente nella via della santità che coincide con la via della carità.
Ora, per rendere accessibile la conoscenza di persone che con più determinazione hanno o vivono della Parola, forse c’è da imparare da Papà Ratzinger Maestro nel penetrare, analizzare , scandagliare tutto o quanto sia accessibile conoscere in profondità lo Spirito della Parola. Un San Giuseppe, così distante nel tempo, e modello per chi diventa genitore proprio utile nell’oggi, così come Maria, una coppia che singolarmente mantiene vivo un legame anche nella particolare Unione da loro vissuta. Si può pensare che se un matrimonio ha lunga vita sia appunto quando si arrichisce di solidarietà, amicizia, libertà in verità di Spirito. reciprocamente condivisi. Richiede sforzo, anche generosità invece che un soddisfacimento personale, un prevalere duro, un non contare sul dialogo . La guerra è tutto quanto porta a disfacimento e conseguente infelicita, sia il non vivere anche di quella Parola che è vita e fa vivere
La Chiesa ha sempre raccontato della vita dei santi le lodevoli azioni, una aureola al Beato, Santo.. Questo lo fa distante dai comuni mortali. Papa Ratzinger es.in un libretto dedicato a Personaggi Santi scrive :” l’amato papa Giovanni Paolo II, che era molto devoto a San Giuseppe nella esortazione apostolica Redemptoris Custos, “custode del Redentore”, pone in luce il suo silenzio di contemplazione del mistero di Dio, di totale disponibilità ai voleri divini. Un silenzio grazie al quale Giuseppe all’unisono con Maria custodisce la Parola di Dio conosciuta attraverso le Sacre Scritture. Non si esagera se si pensa che proprio dal padre Giuseppe, Gesù abbia appreso, sul piano umano, quella robusta interiorità che è presupposto dell’autentica giustizia, la Giustizia superiore che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli” Un santo uomo, in luce nel ruolo di genitore, anche nella responsabilità di educatore, una paternità profonda che radica nel cuore del figlio.