Quando la chiesa sorprendeva persino Gesù!

Sarebbe bello se noi, come chiesa, fossimo audaci nel farci carico della realtà e capaci di portare alla salvezza ogni realtà, anche laddove (persino a Dio!) sembra impossibile...
24 Agosto 2023

Capita raramente, ma talvolta i racconti evangelici fanno fare “bella figura” ai discepoli. Questo fatto talvolta può passare inosservato o, per lo meno, si tende a dargli poca importanza, considerando tra l’altro lo strano fenomeno per cui quando questo accade, spesso è solo un “primo atto” cui quasi inevitabilmente deve seguire un “secondo atto”, che smentisce (o per lo meno ridimensiona) il primo. Si veda, ad esempio, proprio la liturgia delle prossime due domeniche (21a e 22a domenica ordinaria) dove troviamo la nota sequenza di Matteo 16 (che ritroviamo anche in Marco 8): prima la confessione di Pietro: «Tu sei il Cristo», e subito dopo il richiamo di Gesù allo stesso discepolo: «Va’ dietro a me, Satana». Insomma, ci sono sempre luci e ombre.

L’improvvisa comparsa della luce, tuttavia, quasi fine a se stessa e senza una contro-parte negativa, spesso passa in secondo piano, e certo spiazza i numerosi predicatori che solitamente hanno gioco facile nell’affermare che siamo un po’ tutti come i discepoli, proprio perché imperfetti, manchevoli, peccatori (come ancora il povero Pietro additato come «uomo di poca fede»), ma che non per questo siamo allontanati dall’amore di Gesù. Insomma, mal comune, mezzo gaudio; o come direbbero i Pinguini Tattici Nucleari: “ci specchiamo negli occhi degli ultimi, per sentirci un poco poco più primi”.

Ma cosa succede quando questi poveri discepoli riescono davvero a fare la cosa giusta, anzi, a sorprendere e quasi anticipare addirittura il proprio Maestro? «Esaudiscila»: mi risuonano ancora nelle orecchie le parole dei discepoli rivolte a Gesù come le abbiamo sentite nel vangelo di domenica scorsa (20a domenica ordinaria). Erano solo infastiditi? Si rendevano conto di ciò che stavano facendo? Perché assecondare l’insistenza della donna? Perché farsi tramiti con Gesù?

Domande, come si suol dire, da “fanta-vangelo”. Ciò che sappiamo è che senza il loro intervento Gesù avrebbe proseguito oltre. Almeno secondo Matteo. È interessante che la versione di Marco presenti solo il dialogo tra la donna e Gesù. Il primo evangelista, invece, è attento alla dimensione comunitaria, ecclesiale del Vangelo, dalla quale nasce e alla quale si rivolge. Anche in questo caso il ruolo della chiesa, della comunità dei discepoli di Gesù, ha un ruolo di primo piano, assolutamente positivo. Essi sono realmente sacramento, mediatori della salvezza, quasi “arraffatori” della salvezza, visto e considerato che Gesù non sembrava così intenzionato ad aiutare la donna. Una chiesa che “anticipa” (in senso lato) il Maestro, lo sorprende, perché legge la realtà, ascolta la sofferenza e porta tutto al cospetto di Gesù; perché è convinta che solo lui possa fare qualcosa, volente o nolente. Addirittura, sempre in senso lato, sa far giungere la grazia laddove forse neanche Dio stesso sapeva o pensava potesse arrivare. «Potrò aiutare colei che non appartiene al popolo d’Israele?» – «Perché non ci provi?». Potremmo tradurre così il botta e risposta tra Gesù e i discepoli. Là dove manca la fede, il miracolo è impossibile, anche se Gesù volesse; dove c’è una fede autentica, il miracolo avviene, anche là dove Gesù non pensava potesse accadere.

Una lettura troppo romantica? Troppo fantasiosa? Può darsi. Ma non sarebbe bello se questa fosse la nostra chiesa, se noi non fossimo come i discepoli solo perché stanchi, deboli e imperfetti, ma perché audaci nel farci carico della realtà, radicati nel nostro Signore, capaci di mediare, di portare alla salvezza ogni realtà, anche laddove (persino a Dio, figuriamoci al mondo!) sembra impossibile. Non sarebbe veramente cristiano, veramente un miracolo se anche oggi Dio Padre ci guardasse, nel Figlio, per mezzo dello Spirito, e dicesse: «Hai visto, anche lì sono riusciti a portare salvezza. L’avresti mai detto?». Allora il Figlio potrebbe persino rispondere con un nuovo salmo, ispirato al Sal 125, e direbbe: «Grandi cose ha fatto l’umanità con noi: eravamo pieni di gioia».

 

3 risposte a “Quando la chiesa sorprendeva persino Gesù!”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Esiste la Chiesa Cristiana Cattolica e apostolica a Roma, ha un suo territorio e influenza per le chiese importanti, grandi e piccole, parrocchie di comunità che gravitano attorno al campanile, oggi molto meno numerose persone rispetto al passato. Che cosa ha determinato questo oscurantismo Cristiano? Cristo non è cambiato, è sempre presente per il credente, si festeggia il Natale è la Pasqua in tutto il mondo, eppure oggi appare Personaggio passato, di Lui si fa a meno perché nel frattempo l’uomo con la sua intelligenza ha costruito se stesso, si da delle leggi, in libertà decide e porta a termine progetti che hanno del miracoloso. Ma sembra che una coltre fumosa osti la vista tanto da non vedere che tutto sembra rovinare, dalle montagne alla campagna, danni irreparabili che concorrono a impoverire l’esistenza umana da far dubitare del suo futuro.Occorre trovare il coraggio dei migranti gridare della cecità’ e noncuranza e pretendere ascolto

  2. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Si purtroppovoggi c’ e’ questa delirante e blasfema convinzione: e’ Gesu’ a doversi convertire, cambiare , abbandonate la rigidita’ del suo insegnamento morale.Noicrediamo di capire piu’ di Gesu’, la donna cananea era piu’ buona e ne sapeva piu’ di Gesu’.Dunque e’ Gesu’ che deve convertirsi non noi!
    Poveri stolti! Al momento della morte vedremo chi si salva con le sue sole forze e chi invece finalmente si abbandonera’ a Gesu’ Salvatore riconoscendosi un nulla, un peccatore ,invece di fare il saputello

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma se Gesù tirava dritto aveva il motivo cioè la donna era cananea, altro popolo, cultura e Lui ancora non era conosciuto dai suoi, non era ancora il Risorto che oggi si conosce. La donna, d’altro canto, per insistere aveva un problema talmente pesante e saputo cosa Lui di bene faceva, ha dimostrato veramente molto coraggio a superare quella sua estraneità di appartenenza ad altro popolo, dimostrando fiducia in Lui. Del resto malgrado i miracoli che compiva, neppure tra i suoi trovava quella Fede, da qui l’ammirazione. Oggi, in tutto il mondo lo si conosce, tante sono le chiese in suo nome, ma in quanto a seguire il suo Vangelo? Abbiamo cattedrali visitate come musei; a Lourdes si prega in tutte le lingue, a Gerusalemme da ogni parte ci si inginocchia cercando la vicinanza della Sua Persona, E’ la Fede ciò che Gesù Cristo cercava allora come oggi. Come non essere capaci di coraggio a far cessare una guerra,in Suo Nome, di rinuncia per salvare vite umane!

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