Consenso e sinfonia

Il metodo della correzione come contrappeso all’irruenza dei profeti. Ma soprattutto il processo che conduce al con-sentire (conservando la pluralità delle voci)
10 Settembre 2023

Domenica scorsa avevamo soffermato il nostro sguardo su Geremia, il profeta che non riesce a contenersi. Il brano odierno di Ezechiele, in continuità tematica, sottolinea l’impegno del profeta: costui è responsabile, nel senso che deve rispondere a Dio dei propri fratelli, e quindi ha ragione a non contenersi.

Domenica scorsa avanzavo il dubbio che talune voci insistenti e fastidiose, anche relativamente al contesto ecclesiale, in ogni tempo seguano esattamente la dinamica di Geremia. Da qui discende l’impegno (e la fatica) di ascoltarle tutte le voci, con attenzione e senza pronunciare anatemi affrettati. Quest’oggi, con il famosissimo brano evangelico sulla cosiddetta correzione fraterna, arriva una specie di contrappeso. Con tutti quei passaggi, il confronto prima riservato, poi con testimoni, poi davanti alla comunità, infine l’allontanamento, sembra suggerire una via radicalmente diversa alle intemerate dei Geremia di tutti i tempi.

La mia attenzione, come sempre, finisce per soffermarsi sui dettagli marginali dei brani.

Anzitutto, al centro, abbiamo una frase che sembra un calco di quella rivolta a Pietro nel brano di due domeniche fa: “tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo” La novità interessante è che c’è un plurale anziché un singolare. Il potere non è esclusivo di Pietro, ma condiviso. Chissà se, alla luce di quanto segue, non possiamo ritenerlo addirittura un indizio di quello che oggi chiameremmo potere collegiale.

Alla fine, ancora una frase altrettanto celebre: dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro. Ma più intrigante il rigo che precede: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa….

Mettersi d’accordo. Un’espressione decisamente colloquiale, avrei potuto titolare “umano, troppo umano”. A posteriori lo leggiamo sempre come un’azione dello Spirito, la presenza del Signore esattamente come era stata promessa. Ma nel suo divenire c’è un processo le cui dinamiche dovrebbero essere ben note a tutti, per le innumerevoli volte in cui siamo coinvolti in momenti di confronto. E lo sappiamo per esperienza che l’esito felice dei confronti non è affatto scontato.

Confesso di aver ceduto ad una tentazione da intellettuale erudito: andare a vedere l’originale.

Prima ho guardato la traduzione latina ed ho trovato un’espressione dalla cui radice (così mi sembra) proviene anche la nostra parola consenso. Come si diceva sopra, lo abbiamo imparato dall’esperienza quanto può essere faticosa la ricerca del consenso: trovare gli argomenti giusti, magari insistere, senza mortificare il punto di vista altrui. Il sospetto sulla parola è più che legittimo: il consenso talvolta può essere carpito, addirittura estorto. Più bello dire che in taluni casi si raggiunge il con-sentire, il sentire insieme (e noi cristiani lo sappiamo Chi è a parlare).

La più bella sorpresa è venuta dall’originale, in greco. Ho trovato un’espressione dalla cui radice (così mi sembra) proviene anche la nostra parola sinfonia. Alla fine di questo processo non troviamo un canto all’unisono, ma una sinfonia, composizione armoniosa di voci diverse. Dobbiamo imparare questo: la compresenza di voci diverse, che possono diventare una sinfonia. Papa Francesco, al riguardo, parla di poliedro. Possiamo sperare di vedere tutto più chiaro ed univoco alla fine dei tempi: allora vedremo il nostro Dio faccia a faccia, e capiremo bene che anche Lui è una sinfonia.

P.S. Che tutto questo discorso abbia a che fare con il Sinodo, evento e soprattutto metodo, lo capiamo tutti, non c’era bisogno di parlarne diffusamente.

Nella foto il “Monumento alla Vicinia”, alla periferia di Canale di Tenno, borgo medievale in provincia di Trento: quattro capi famiglia che dialogano; rappresentazione dell’antico sistema per la gestione dei beni comuni nel territorio.

2 risposte a “Consenso e sinfonia”

  1. Pietro Buttiglione ha detto:

    Qui a Carrara la proposta culturale si chiama “CON-VIVERE” e fa fuoco su “umanitá”.
    A Sarzana il tema era la meraviglia nell’uomo e nella natura…
    In ambito scientifico domina il tema coscienza ( & MQ)…
    Sbaglio se dico poco presenti da noi?
    PS ma non nella Parola
    PPS Io partirei da “RELAZIONE” e da lí deriverei tutto..
    PPPS anche la stessa Eucarestia, invece di arrotolarsi sulle sostanze…😕

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Consenso – sinfonia, grazie per l’approfondimento erudito, perché offre skill strumento di lettura di fatti controversi di cui stiamo subendo nefaste conseguenze: la pretesa di dominio di un territorio che aspira a indipendenza = Russia-Ucraina, guerra all’ultimo sangue, sembra intenzione dei belligeranti. Questa saggezza che sta della ricerca di trovare gli argomenti giusti, insistere senza mortificare l’altrui “interesse” ma non è proprio ciò che la Chiesa suggerisce alle parti? Non il foraggiare di armi sempre più mirate a distruzione capillare, cittadini vittime innocenti, desertificazione di territorio, non più coltivabile a grano?!. Quale “sinfonia” invece se a tale obiettivo di consenso si arrivasse! Forse Dio concede alla. Preghiera di tanta gente credente un margine di tempo ? al rendersi conto ad es. di quanto una calamita’ naturale superi il volere e l’illusione che tutto sia possibile alla libertà dell’uomo che solo crede in se stesso

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