Sedotti e costituiti profeti

Da una parte il potere di seduzione della Parola, e il primato che ne consegue. Dall'altra l'urgenza di prenderla, la parola, assumendo i rischi che da ciò conseguono.
3 Settembre 2023

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre

Lo so, me lo dico da solo: non si dovrebbe fare, non ci si deve concentrare su una singola frase, per di più neanche del Vangelo, per instradare questo sguardo attraverso le letture domenicali. Eppure, per il valore minimo che hanno queste note, poco più che pensieri ad alta voce, possiamo permetterci deroghe. E poi, accanto alle diverse intermediazioni, il magistero, i catechismi, le omelie, dopo l’ascolto della Parola, perché non coltivare anche risonanze personali? Non potrebbero essere le risonanze di ciascuno più feconde perché spontaneamente germinate, come nelle parole di Isaia (55,11)?

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre

Dalla memoria riemerge una vecchia domanda “rinunciate alle seduzioni del male per non lasciarvi dominare dal peccato?” E invece ci ritroviamo a dire che il seduttore è lui, il Signore. C’è un potere di seduzione in quella Parola che ascoltiamo, e riascoltiamo, e sazia la nostra sete, pure quella che non sapevamo di avere. Se siamo qui, io a scrivere e voi a leggere (o replicare), è perché siamo stati tutti sedotti. È stato un evento o un lungo processo, ma sicuramente di seduzione si tratta.

Sedotti e mai abbandonati, se mi perdonate la citazione pop, perché lui non può abbandonarci. Diverse cose possono capitare, ma non che lui ci abbandoni.

Può capitare che siamo noi a dimenticarci di lui. Ha voglia il Salmista a scrivere “dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne” Per quanti di noi si manifesta questo desiderio di Dio, prima che spunti il sole, prima di ogni altra preoccupazione, prima di ogni altro interesse?

Può capitare che venga meno la compagnia dei fratelli nella fede: che ciascuno si ripieghi su sé stesso e dimentichi il fratello, che la comunità non abbia occhi per vedere chi rimane indietro, solo, ai margini, sulla soglia…

Può capitare che la voce dei cristiani, a qualsiasi livello, si sovrapponga, tolga spazio, oscuri la voce delle Scritture. Ammesso che non siano compresenti fini meno nobili, è una specie di autogol: cosa potrà qualsiasi parola umana rispetto a quella del Maestro? La voce del Signore parlerà al cuore, direbbe Osea. Dunque, prima il Vangelo, poi tutto il resto.

Ancora me lo dico da solo: sei andato fuori tema, le parole di Geremia non sono in senso sponsale! Le righe successive lo chiariscono subito: il profeta non è rapito nella contemplazione, ma tiene i piedi ben piantati nel presente.

Geremia tiene gli occhi bene aperti su quello che succede e, dopo aver visto, non riesce a trattenersi, deve gridare, urlare. Ce lo figuriamo, questo profeta che non trova pace e finisce schernito per quelle che tutti gli altri considerano fissazioni, ossessioni. Non è questa la sorte di tutti i profeti, in tutti i tempi? Magari all’inizio gli si presta attenzione, poi la voce si fa insistente, si fa urlo, si fa urlo insistente e perciò fastidioso. Oppure quella voce finisce per essere assimilata al rumore di fondo, e quindi trascurata.

Posizione scomoda quella di chi prende la parola; più comoda la postura di chi appena sussurra qualcosa, finendo per assecondare il corso delle cose.

Ovviamente, parlando di profeti fastidiosi, la coscienza dovrebbe imporci di indentificarne qualcuno dei giorni nostri. E l’esito è tutt’altro che univoco. È da profeti l’impegno per i più deboli, gli emarginati, gli ultimi nelle diverse graduatorie esistenziali, a costo di inimicarsi i potenti? O non sarà profetica la voce di chi rivendica la radicale alternativa (ed il primato) di Dio rispetto al mondo (come nell’invito di Paolo ai Romani)?

La vera sapienza dovrebbe essere quella di ascoltarle tutte le voci, con attenzione e senza pronunciare anatemi affrettati. E magari, di ascolto in ascolto, imparare a prenderla, la parola. E assumere i rischi che da ciò conseguono.

3 risposte a “Sedotti e costituiti profeti”

  1. Francesca Vittoriha vicentini ha detto:

    Serve credere in nella forza spirituale come Paolo agli Efesini:”Prendete dunque l’armatura di Dio perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso la corazza della giustizia; i piedi, calzati pronti a propagare il Vangelo della Pace. Afferrate sempre lo scudo della Fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate delMaligno.prendete l’elio della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola. Ci sono popoli da proteggere oggi che stanno vivendo in estrema povertà e Governantiche imperterriti credono nel potere anche autodistruttivo delle armi moderne. Due vie che scorrono parallele sono a scelta , e nostra la responsabilità è la libertà di scelta. L’Europa ha camminato sicura in amichevole Unione di intendimenti, perché dimostrare insicurezza nei valori che si sono dimostrati benecomune? e cedere a falsa illusione di una storia già provata?

  2. Francesca Vittoria Vicentini ha detto:

    Qui si fa riferimento a un profeta Geremia :il Signore mi disse”Ecco io metto le mie parole sulla tua bocca.Vedi, oggi ti do autoritasopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare”. E Gesù ai suoi:” se il tuo fratello commetterà una colpa, va e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.etc. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sarà sciolto anche in cielo. Così sta agendo la Chiesa oggi con il missionario per la Pace Mons.Zuppi, e il grido della Chiesa il medesimo sentito da Papà Giovanni Paolo II ripetuto da Francesco oggi, contro l’ostinazione di difendersi con armi a causa retante più morti in offesa a un Dio che vuole la Pace sulla sua Parola

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Questo viaggio in Mongolia del Santo Padre Francesco, breve ma intenso proprio per la Parola comunicata: mirata a esaltare la bellezza della natura di quel Paese”il suo silenzio”, le tradizioni così ancora vive, la scoperta di una piccola autentica comunità cristiana, quasi sorgente nuova, la storia di quella donna che ha trovato una statuina di Maria tra i rifiuti!?, oggi posta su altare e venerata e motivo di conversione. La presenza di Pastori in dialogo fraterno,in una convivenza serena con tutto il popolo anche se di Tradizione diversa. Una scoperta dunque della esistenza dello Spirito, anche per un laico e non di Fede, in una realtà vivente ben distinta. Sembra uno dei più bei viaggi compiuti dal Santo Padre, che le condizioni fisiche non lo hanno ostacolato a essere missionario , Profeta di Pace, in un mondo dove il cataclisma guerra toglie serenità, bellezza e bonta nella vita di tanta, troppa gente in tutto ormai il pianeta .

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