Una bella storia illumina questo inizio di anno scolastico che spesso è segnato al contrario in Italia dalle solite problematiche, certamente importanti, ma vi sono situazioni nel mondo che possono diventare vicine e aiutarci a guardare la nostra realtà in modo diverso. Lo hanno colto i membri dell’Associazione SuperAbili Onlus di Avola nel siracusano (che sanno bene le difficoltà di frequentare la scuola con una disabilità!), che hanno pensato ai bambini con disabilità di Butembo-Beni in Congo, impegnandosi a sostenere il progetto internazionale “Uno per tutti, tutti per uno: per non lasciare indietro nessuno” per l’acquisto di kit didattici; il tutto in collaborazione con la Fondazione San Corrado, il Centro Missionario e il Servizio diocesano per la pastorale delle persone disabili della Diocesi di Noto.
L’associazione, nata nel 2004 nel siracusano da un gruppo di genitori di disabili e costituita per la maggior parte da soggetti portatori di handicap che ne sono protagonisti, è tesa a favorire l’inserimento del disabile nel tessuto sociale. Da sempre ha voluto riportare al centro dell’attenzione del dibattito civile e culturale il tema della città a misura d’uomo. Pensare città dove non esistano più sperequazione sociale e culturali ma città ricchi di opportunità inclusive e di proficue convivenze civili. Fin dalla sua nascita ha favorito e facilitato l’inserimento dei diversamente abili in tutti i settori della vita sociale con innumerevoli e significative esperienze progettuali integrate, come il teatro e lo sport e i laboratori di autonomia.
Ma c’è di più, poiché il bene è contagioso e tanti hanno abbattuto il muro dell’indifferenza, del “tanto non cambia nulla”, dei piccoli o grandi interessi personali che portano la gente a chiudersi, esortati anche dalle parole del presidente di “SuperAbili”, il prof. Giuseppe Cataudella: «In questo periodo buio di guerre e di sofferenze, di rischi ambientali e umanitari, di solitudine e di emarginazione, mi domando sinceramente cosa vuol dire essere nel bisogno e senza false retoriche accorgersi di chi, ai lati della strada e negli angoli più remoti del mondo, è più disperato di me, più solo di me, come i tanti bambini e adulti che attendono un mio prezioso sostegno; tutto questo vuol dire vivere la prossimità, una dimensione evangelica e umanitaria che ci fa comprende il bisogno di chi è più solo ed emarginato di noi. Il frutto maturo della vita cristiana è certamente la carità; il frutto maturo della vita civile e sociale è indubbiamente la solidarietà; il frutto maturo della vita spirituale è concretamente l’azione amorevole in favore dei più fragili e dimenticati».
Da una scuola in Africa ad una siciliana, infatti è significativo che alcuni giorni fa, presso l’Aula Magna del 2° Istituto Comprensivo “Bianca-Vittorini” di Avola, si sia conclusa la raccolta fondi dell’iniziativa in favore dei bambini africani con disabilità curati dalle opere della diocesi di Butembo-Beni gemellata con quella di Noto; ha permesso in tempi brevissimi l’acquisto di 158 kit didattici contenenti in ogni singola confezione: uno zainetto, penne, matite, quaderni e tutto il necessario per un valore onnicomprensivo di circa quattromila euro. Così la campanella del primo giorno di scuola quest’anno lì ha avuto un suono diverso e la squilla risuonerà in qualche modo anche qui!
Un privato può eventualmente contribuire in qualche modo all’acquisto di qualcuno di questi kit?E se fosse interessato qualche insegnante per coinvolgere i suoi alunni/e? (Questa è un’informazione che condividerei con colleghi dato che da un anno esatto sono in pensione)
Grazie.