Sul ruolo specifico delle donne

Non si tratta (solo) di ridefinire le presenze, i ruoli e i compiti nella Chiesa, ma anche di valorizzare finalmente ciò che per tanto tempo è stato dato per scontato, o peggio sminuito, mentre nella sua quotidianità è essenziale, anzi vitale
5 Giugno 2018

La chiesa non è molto grande, in stile neoclassico, dignitosa nell’architettura, negli arredi e nei dipinti. Mi guardo intorno, seduta nell’ultimo banco, e penso che in fondo non è niente di eccezionale, eppure qui percepisco un senso di pace, ci sto bene. Credo contribuisca anche il fatto che la trovo, immancabilmente, pulita e curata in ogni dettaglio. I vasi ai lati del tabernacolo e sull’altare raccolgono fiori recisi sempre freschi, i gigli a San Giuseppe, le rose a maggio … davanti all’ambone e ai lati del presbiterio delle piante verdi, rigogliose. Le tovaglie degli altari sono sempre diverse, le bordure stiratissime mostrano ricami o pizzi con i colori e i simboli del tempo liturgico. Stavolta siamo prossimi al Corpus Domini: sull’altare maggiore una sottotovaglia giallo oro fa risaltare le spighe, l’uva e la grande ostia che traspaiono dalla trama a filet; anche le pieghe d’angolo cadono con simmetria, certo non per caso.

Tutto l’insieme trasmette un senso di familiarità, di attenzione amorevole, sembra che lì ci sia qualcuno in attesa, che ha preparato la casa con la massima cura per accogliere degli amici.

Oggi è venerdì. Le signore del gruppo che questa settimana si è occupato delle pulizie hanno appena terminato, e sono raccolte nei primi banchi per un momento di preghiera, e per la verifica finale: cinque paia d’occhi scrutano ogni dettaglio, con attenzione minuziosa. “Guarda, quel vaso è fuori centro” “La prossima settimana cambiamo l’azalea sull’altare della Madonna, prima che i fiori comincino a cadere”.

In questi giorni il Prefetto Ladaria rispondendo ad un quesito sottoposto alla Congregazione per la Dottrina della Fede, ha ribadito il dettato di Ordinatio Sacerdotalis che conferma la tradizione nel riservare il ministero sacerdotale solo ai maschi. Come sempre la notizia ha suscitato dibattito, un profluvio di critiche o plausi, con al centro il nodo del rapporto donne-chiesa. Nel documento c’è un passaggio trascurato dai media, nel quale Ladaria sostiene che “proprio la fedeltà al disegno di Cristo sul sacerdozio ministeriale” permette di “approfondire e promuovere sempre di più il ruolo specifico delle donne nella Chiesa”.

Ma qual è questo ruolo specifico? Il sospetto che sia un ruolo secondario, inteso addirittura in senso servile, è difficile da sfatare. Ma comunque lo si intenda, questo è e resta un problema scottante. Le ultime analisi sociologiche confermano un distacco sempre maggiore delle donne e delle ragazze dall’istituzione, tanto che l’abbandono in età adolescenziale ha raggiunto le medesime percentuali dei coetanei maschi, elemento che rappresenta una novità assoluta nella bimillenaria storia della chiesa. Da dove partire per ristabilire un’alleanza e una sintonia che sembravano inossidabili e non lo sono più?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)