Un monumento alla cuoca

È anche grazie a lei che si possono fare ancora i campeggi parrocchiali. E il suo ruolo educativo aiuta a capire i valori posti in...tavola
11 Luglio 2013

Se anche quest’estate migliaia di bambini e di ragazzi possono godere di giornate serene e indelebili, dobbiamo ringraziare la loro cuoca. Meriterebbe un monumento quella figura umile, nascosta dietro i fornelli, che è insostituibile per l’economia e la pedagogia del campeggio.
Senza di lei, con il suo volontariato genuino riconosciuto a fine campo da un grembiule-souvenir firmato dai ragazzi, i conti non tornerebbero. Ma anche gli equilibri educativi, che trovano compensazione attorno alla tavola, sarebbero più precari.
La cuoca, infatti, non è mai lì solo per fare da mangiare. È l’occhio di riguardo per i bambini-matricola che scoppiano di nostalgia, l’orecchio attento a cogliere qualche momento di tensione (magari affettiva) fra gli animatori, il braccio destro del parroco nella decisione improvvisa, la mente che pianifica una soluzione, come il budino rasserenante dopo una giornata uggiosa.
Anche senza aver letto gli psicologi dell’alimentazione, la cuoca sa da sempre che il momento della mensa è strategico: per innescare disponibilità al servizio tramite le corveè, per tenere alto lo spirito di gruppo con un dolcetto e… tanti auguri, per favorire ascolto attento in attesa del caffè. Una liturgia su tovaglia di plastica, aperta dal “Per questo pan-pan-pan”, cantato magari a squarciagola e chiusa verso le 15 – quando è già ora di pensare alla merenda – con il ringraziamento di chi si guarda le dita raggrinzite per aver fregato gli ultimi padelloni: “Sai, cuoca, che a casa non li lavo mai i piatti…?”.
Può essere una mamma catechista, che per dieci giorni tratta i suoi figli come tutti gli altri (e viceversa), o una zia adottata dai bambini in una sorta di maternità… di stagione, oppure qualche papà – ma il caso è raro – che destina parte delle sue ferie ai fornelli altrui.
Partecipa ai giochi e alle verifiche serali come una figura educativa di riferimento – lo sono anche i cambusieri nei campi scout – diventando una presenza dal valore aggiunto: senza debordare dal suo ruolo (si finisce per fare danni), ma consapevole che si educa anche con quel che si mette in tavola. Come ora dicono gli economisti, si decidono i consumi nel “portafoglio” di chi prepara il menù del campeggio: l’attenzione alla sobrietà, alla provenienza dei prodotti, al riutilizzo attento degli avanzi. Non dimenticheremo mai certi canederli “inventati” con il pane vecchio e i residui in frigo o la polenta arrostita strapazzandoci sopra le uova in esubero!
Ma la “fenomenologia” della cuoca e il suo ministero col grembiule estivo meriterebbe un trattato, o almeno altri contributi di esperienza. Limitiamoci a questo grazie, dal valore retroattivo per tante mamme ora in pensione, nel ricordo di quel favore che tutti, almeno un giorno, abbiamo chiesto: “Cuoca, potrei avere un altro panino con la Nutella…?”

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