…e dal primo settembre?

Se una mamma è anche insegnante, cosa le succederà a settembre?
1 Agosto 2020

Da mamma lavoratrice di tre figli l’ansia per l’organizzazione del nuovo anno scolastico parte a giugno.

Mio marito, che per inciso poi durante l’anno usufruisce di un’organizzazione ben oliata nella quale però non ha investito tempo ed energie, quando provo ad avanzare la richiesta di iniziare a programmare mesi prima, mi liquida sempre con un “Ti agiti sempre troppo. Quando sarà il momento vedremo”.

Premessa: sono insegnante, so bene che la scuola non deve essere un baby parking.

Per tutte le mamme, o quasi, però rimane una necessità oltre che educativa anche organizzativa. Se so che dalle 8 alle 16 i miei figli sono a scuola, otto ore sono sistemate. Parlo di mamme, si, e non di famiglia o genitori: salvo qualche caso raro, nella mia esperienza di mamma e maestra ho sempre visto le mamme destreggiarsi tra sport, attività di dopo scuola, baby sitter e incastri con amiche varie per la gestione dei figli durante l’anno scolastico. Non me ne vogliano i papà super presenti.

Ora con il Covid tutto è molto nebuloso: si tornerà a scuola a settembre? E come?

Mezza giornata, turni in una giornata, settimane alterne, orario ridotto, senza mensa, con il panino in classe, mascherina sì, mascherina no, distanziamenti in fila, in classe e in cortile.

Per non parlare poi del fatto che, se per un caso malaugurato, mia figlia dovesse anche solo starnutire in classe dovrebbe rimanere a casa per tre giorni. E se un bambino ha febbre con sintomi respiratori a scuola (cosa direi molto comune alla scuola dell’infanzia e alla primaria) deve rimanere a casa tutta la classe (e anche tutta la famiglia) in attesa dell’esito del tampone.

Bene. Due dei miei tre figli hanno raffreddore e tosse da ottobre a maggio. A chi li lascerò mentre sarò al lavoro? Ho pochi giorni di congedo per malattia. E comunque il mio non è lavoro di ufficio: si crea sempre molta confusione quando un’insegnante è assente perché la sorveglianza, volente o nolente, è fondamentale e necessaria. E se mi predo il raffreddore anche io? Non posso andare a scuola dai miei alunni.

E chi mi sostituirà? Supplenti non ce ne sono mai, le classi bisogna dividerle e non unirle. E chi porta avanti la didattica nel frattempo?

Quando finalmente potrò tornare in servizio potrebbe ricominciare di nuovo tutto da capo.

E come si prosegue con la didattica con quei bambini sempre raffreddati che non possono frequentare la scuola? Mia figlia perderà l’anno? Dovrà ripetere la terza? Le farò homeschooling (qui potrei aprire un intero capitolo a parte)?

Se mi fermo a pensarci con attenzione mi viene in mente una sola possibilità: prendere un anno di aspettativa non pagata. Sperando di riuscire lo stesso, con uno stipendio solo, ad arrivare a fine mese.

Abbandonare i miei alunni non mi fa piacere, anzi è proprio una eventualità che non vorrei prendere in considerazione. Anche perchè amo il mio lavoro e lo svolgo con dedizione ed impegno.

Non so quale possa essere la soluzione giusta e non so nemmeno se esista.

Da mamma e maestra chiederei a chi sta organizzando il rientro a scuola di mettersi una mano sulla coscienza, di pensare alle famiglie e ai bambini non in termini di numeri o di indici di contagio, ma in qualità di persone che in qualche modo, Covid o non Covid, hanno diritto ad un rientro che possa essere definito tale.

 

3 risposte a “…e dal primo settembre?”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    ..salvare l’istruzione,l’oggi e il loro domani dei propri figli, dei propri alunni/studenti. Una altra insegnante scrive alla ministra, di un sogno ricorrente: il primo giorno di scuola entrare in classe e trovarla vuota;fanno seguito mille domande e presenta i numerosi problemi che per esperienza vissuta fa presenti. Su la Stampa odierna si legge che un Comitato tecn.scientif.per le scuole ha presentato un Piano sanità che detta regole,quindi affianca quello didattico e insieme operano a rendere possibile il servizio Scuola aperta, classi viva voce. C’è una figura che, mi permetto pensare utile, quella del medico psicologo. Penso che i suoi consigli, il poterlo consultare possa essere prezioso aiuto agli insegnanti ,ad alleggerire l’onere di questa “missione” che è diventato l’insegn.to oggi, e anche un aiuto per interposta persona per i problemi degli studenti e, perché no?, agli studenti.anche da offrire a calmare eventuali ansie e domande dei genitori

  2. Paola Meneghello ha detto:

    Non so, a volte mi sembra tutto assurdo. ..parliamo di banchi con le ruote, di mascherine e di distanziamento ai bambini che, non prendiamoci in giro, una volta usciti da scuola non si saluteranno certo con l’avambraccio. ..
    Mi salgono tanti dubbi e una domanda: non sarà che per paura di morire, stiamo rinunciando a vivere?

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Che la scuola debba ripartire alla solita data è importante per quello che il bambino emotivo si aspetta. Da insegnante conosce l’organizzazione, da madre le complicazioni di avere bambini che si ammalano di cose comuni,figurarsi con il timore del contaggio! La Ministra avrà organizzato una nurseri con personale medico in ogni ambito scolastico.? In altri paesi dove si fa scuola tutto l’anno per questo ci hanno pensato allargando il calendario e assicurando lezioni con malattie incluse.Speriamo la Ministra che non è madre etc.ne sia informata.Pero sempre al nord, le madri lavoratrici possono scegliere tempi a casa nella prima infanzia con parziale o senza stipendio mantenendo il posto. In ogni caso esiste un sacrificio, da vedere quale più sopportabile.Magari chiederlo anche ai figli visto che in questo sono compresi,perché senza sport hanno vissuto altre generazioni.magari macinando strada a piedi, oggi preminente e salvare l’istruzione,cioè il futuro

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