(Mmmm, oggi c’è anche quello al pistacchio… lo prendo? Naaa… c’è la crisi!.. Ecco, prosciuttino? si, sì, quello toscano… mmm bel taglio, sì. Il numero… eeeeeh 64, chi servono? osta tocca già a me?) “Sono io il 64. Mi da un etto di quello li. Il toscano, 18 al kg? Ok, sì un etto!”. (Ok, cosa manca? Pane, insalata, frutta, prosciutto, detersivo e pasticche… ho tutto, Ok. In cassa!… Mazzaaaaa… ma sempre solo due ne aprono, alla faccia!! Questa è più corta dai… ma c’ha il carrello pieno!!! Vabbè sto qui lo stesso!)
La signora davanti a me ha una spesa settimanale per un esercito! La cassiera va a ripetizione, come un treno, e mentre fa suonare il codice delle patate sotto vuoto, dice alla signora: “Non c’è Abdil oggi a darle una mano?” “Eh, u ma cmandè un dè pr’andè a Milà, dala surela, a fe e Ramadam (Eh, mi ha chiesto un giorno per andare a Milano, dalla sorella, a fare il Ramadam)”. E senza alzare gli occhi dal display la cassiera di nuovo: “Il Ramadam, ma comincia oggi?” Dietro me, una vecchietta tutta asciutta e arzilla fa: “Sì, sì oggi, anche Idil mi ha chiesto libera uscita, pureta la fa na vita (poveretta, fa una vita) e l’unico giorno lo usa per il digiuno! Non sono mica come noi… (bhè vorrei vedere che fossero come noi… A parte tutto il resto, noi manco sappiamo più se e cosa sia la quaresima…) La cassiera alza gli occhi dal suo automatismo e guarda la vecchietta: “Certo è vero, fanno una vita.. soprattutto quelle che stanno in casa tutto il giorno a seguire una donna.. non lo dico per lei, ma in generale… e poi comunque lo scelgono loro di passare il tempo libero per una religione”.
La signora davanti a me è, alla terza “sportina” rigorosamente biodegradabile, ma non ancora a metà carrello: “Bhè, u jè neca qui ch’ugnin frega nijt. La mi bsena, par su pè, l’ha una Maruchina e air sera l’ha ia dèt se incù la fa dzò, li la se mesa a ridar e la ia arspost: (ci sono anche quelli che non gliene frega niente. La mia vicina, per suo padre, ha una Marocchina, e ieri sera le ha detto se oggi faceva digiuno e lei s’è messa a ridere e le ha risposto): “Ahahhah Io sono normale!” (Normale?? Noi mangiamo il corpo di una persona morta e risorta tutte le domeniche e siamo normali?) Ahhh, bella questa – con uno scoppio fragoroso la cassiera ridiventa umana – sono normale. Bhè anche io credo di essere normale, ma non credo poi che per andare in paradiso si debba fare un digiuno così”. “Ah nemmeno io lo penso – ribatte la vecchietta. (Va bhè adesso lo dico..) “Eh, a saperlo cosa ci vuole per andare in paradiso, sarebbe come fare terno all’otto”. Tutte e tre si fermano e di colpo mi fissano, con un attimo di silenzio… (Maronnaaaa… e che ho detto?)
La cassiera squarcia il silenzio e mi fissa dritto dritto: “Guardi, in verità dovremmo ben saperlo, con tutto il parlare che fa la Chiesa, e forse se ci guardassimo un po’ dentro non sarebbe così difficile…” (Humm, una cassiera teologa?). E la signora che continua a riempire sportine salta su: “Lasem perder la Cisa, cun tot quel chì fa ades i prit (Lasciamo perdere la Chiesa, con tutto quello che fanno i preti adesso)”. E la Vecchietta: “L’ha rasò, (Ha ragione), mo io quando andavo a catechismo lo sapevamo bene quello che andava fatto e quello che non si doveva fare. Ades uns capess piò gnit (Adesso non si capisce più niente)”. (Dai, faccio una punzecchiatina? ok!) “Certo, i musulmani sembra che ce l’abbiano ben chiaro cosa devono fare”. “Ah, Idil prega tre volte al giorno – fa la vecchietta – il venerdì fa la moschea e poi vorrebbe fare anche la Mecca”. “E pù i fa necha un sbaroz ad fiul (E poi fanno anche un sacco di figli) – aggiunge la signora che ha ormai superato i 150 euro”.
E la cassiera, rivolta a me, con un mezzo sorriso: “Vede, anche noi dovremmo pregare un po’ di più, andare la domenica in Chiesa, andare a vedere il papa e magari fare un po’ di figli in più. Non sarebbe così difficile fare quello che si deve fare per andare in paradiso. Però col cavolo che lo facciamo, noi!”. (Andiamo bene!in fondo che differenza c’è tra Gesù e Maometto!?…) E mentre caccio sul banco il pane e il prosciutto le dico tra l’ironico e il divertito: “Ah ecco quindi se facessimo questo andremmo in paradiso, noi?” E la signora davanti a me: “Bhè, le quel che dis la Cisa, no? (E’ quello che dice la Chiesa, no?) Sorridendo ribatto: “Oi, io mi sono abituato a pensare che il paradiso è gratis, non è che si deve “ottenerlo” facendo delle cose. E’ un po’ diverso da come dite voi…”
E la vecchietta dietro me, con fare molto serio e impettito: “Ma lei non è mica cattolico allora, e poi che gusto c’è se il paradiso lo regalano, sapesse lei quante volte ho accettato di soffrire nella vita per guadagnarmi il paradiso…”. Quasi in colpa le dico: “Capisco signora, forse io ho sofferto ancora poco, però a me piace di più l’idea che il paradiso sia regalato perchè, se no, nessuno davvero se lo sarebbe potuto meritare… io credo che sia cristiano questo”. E la signora, stracarica di borse, mentre esce: “Ecco, avdiv, tot is fa la religiò cum cui pè. A s’avdè” (Ecco, vedete, ognuno si fa la religione come gli pare. Ci vediamo). ” (Ok ho sbagliato i tempi e i modi, ma davvero possiamo misurarci su questi piani con l’Islam? E poi, chi è che veramente si è fatto una religione a sua misura? E, negli italiani, resta solo questo della cultura cattolica?)