In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali, alla luce della cronaca quotidiana, fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).
1^ LETTURA – In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede (At 6,1-7).
GILBERTO: «Per non dover scegliere tra la Parola e i Poveri, la Chiesa è capace anche di inventarsi “ministeri” innovativi. Come potremmo definire quello del cardinale Krajewski che porta aiuto ad una comunità di trans di Torvaianica, i quali a causa del Covid hanno perso i clienti e non hanno più di che vivere?».
SERGIO: «Abbiamo il coraggio, come il medico cinese Li Wenliang o l’immunologo statunitense Anthony Fauci, di informare gli altri quando i bisogni vitali di alcuni esseri umani vengono “trascurati” da chi detiene il potere o controlla l’ordine pubblico? Ci ricordiamo che in tali casi, quando coloro che detengono il Potere nella chiesa hanno redistribuito gli incarichi, è innanzitutto l’evangelizzazione ad averne tratto frutti positivi? Perciò è necessario valutare come piena di saggezza umana e di ispirazione divina, non solo la carità richiesta da quel ‘polmone orante’ che è Lourdes (affinché le conseguenze economiche della pandemia non lo ‘soffochino’), ma anche la carità proveniente dall’elemosiniere del Papa don Konrad Krajewski…».
SALMO – Esultate, o giusti, nel Signore; / per gli uomini retti è bella la lode. / Lodate il Signore con la cetra, / con l’arpa a dieci corde a lui cantate. / Perché retta è la parola del Signore /e fedele ogni sua opera. / Egli ama la giustizia e il diritto; / dell’amore del Signore è piena la terra. / Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, / su chi spera nel suo amore, / per liberarlo dalla morte / e nutrirlo in tempo di fame (32).
SERGIO: «Un salmo che ci interroga su quanto possiamo testimoniare con la musica un Dio che ci libera dalla morte e ci nutre nella fame, che ci riempie del suo amore e della sua giustizia, non sarà un salmo po’ troppo “materialista” per quei cattolici secondo i quali, nonostante gli articoli 362ss. e 990ss. del Catechismo della Chiesa Cattolica, “il vangelo parla chiaro, senza mezzi termini” di una “vita dell’anima, la vita eterna, che vale più del corpo”?».
GILBERTO: «Sikelia e Antonino hanno incontrato la nonna Ana Maria dopo due mesi che non la vedevano, nella villa di Palermo. Non hanno resistito alla voglia di abbracciarsi. “Non ho dormito per l’emozione” dice Ana Maria. Sappiamo ancora ballare e cantare di gioia al Signore perché siamo vivi e possiamo celebrarlo insieme?».
2^ LETTURA – Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso». Onore dunque a voi che credete; ma, per quelli che non credono, la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo. Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa (1Pt 2,4-9).
GILBERTO: «Paola 38 anni, volontaria Anpas in un ospedale in provincia di Bergamo: “ricordo gli occhi che ho chiuso con le mani infilate in due paia di guanti, il segno della croce che ho fatto su quelle fronti, proprio io, miscredente lontana dal praticare il buon cattolicesimo”. Chi è davvero chi crede? Chi è davvero chi non crede?».
SERGIO: «Crediamo veramente che una pietra scartata possa diventare la pietra angolare di un edificio – di un popolo – ‘costruito’ proprio per testimoniare quest’opera meravigliosa? Crediamo che “la libertà d’ informazione è la pietra angolare su cui poggia ogni democrazia” (Andrea Martella) e perciò sia necessario difenderla da ogni suo ‘versamento di sangue’ o ‘violenza fisica e psichica’? Che la morte di Peppino Impastato e di Aldo Moro, di cui oggi ricorre l’anniversario, non sia avvenuta invano? Che donne sudanesi come Tamador Khalid possano diventare da bambine vittime dell’infibulazione a rappresentanti dell’Unicef capaci di far statuire al proprio governo le prime sanzioni penali contro tale barbarie? Che sia ancora vero quanto scrisse Adenauer a Schuman, ossia che il suo discorso del 9 maggio 1950 “è la pietra d’angolo della comune casa europea”? Che si realizzi il “sogno” (Timothy Garton Ash) della ‘redistribuzione del rispetto’ a favore degli operatori sanitari e di altri lavoratori scoperti essenziali, oltre al reddito minimo garantito e al lavoro da casa? O siamo invece tra coloro che non ci credono e che alla fine inciamperanno in questo “scandalo”, alimentando quell’angoscia nazionalista che consegnerà all’autocrate di turno (Filippine, Brasile, Polonia, Ungheria, Russia, Libia, etc) l’“incubo” dei pieni poteri?
VANGELO – In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (Gv 14,1-12).
SERGIO: «Ci fidiamo della promessa secondo la quale “nella casa del Padre”, “fin da ora” vista e conosciuta tramite la “via” e la “vita” di Gesù, “vi sono molte dimore” – e che quindi non dobbiamo essere turbati o aver paura di rimanere soli (senza Gesù)? Comprendiamo fino in fondo che vi è uno spazio liturgico e un’ortodossia di fede per Tommaso e per Filippo – o, come dice Rosanna Virgili, “per le ‘debolezze’ dei dodici e la ‘fortezza’ di Maria Maddalena”? Per quei cattolici che si sono sentiti disconosciuti dal Governo nella loro urgenza spirituale di ritornare a presenziare la messa, e per quei cattolici che invece hanno concordato con il Governo circa il prosieguo del ‘digiuno eucaristico’ pur sentendo anch’essi tale urgenza?».
GILBERTO: «Mons. Raspanti dice: “poiché i nostri introiti vengono dalle offerte dei fedeli, non potendo questi partecipare alla messa o ad altre attività, si pone anche per noi un problema di sopravvivenza, di risparmi, di sacrifici”. Come si compone con: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”?».
Direi: il card. si è fatto Parola, Fede, Speranza, Carità, but Charity is the grater. Sì, nelle parabole emerge questo: che ciò che il buon cuore suggerisce Dio lo apprezza. Noi non possiamo leggere nel cuore, ma ha comunque valore ciò che si compie per il prossimo, forse di più quando la generosità supera il nostro pensare. Vero segno d’amore pietoso. Non vi è stata la stessa pietà a risparmiare la vita a un uomo come Aldo Moro. Da cittadina penso la vita di una persona meriti ogni sforzo a essere salvata. Penso a Dio giungano i lamenti di quei lavoratori senza diritti, fatti vivere in baracche, nascoste, mentre cosa costituisce patrimonio artistico? Le Esposizioni! Eppure Dio si è fatto Uomo, il più grande capolavoro del creato! E il nascituro non gode di diritti? Come gioire di scoperte extra terrestri, quando non si spende di più per salvare vite umane! Per il covid 19? A chi dare l’offerta? Ma a chi all’offerta può aggiungere la Parola…