Esiste una politica propriamente cattolica?

Non è che tanto i cattolici conservatori-identitari quanto quelli progressisti-futuristi cercano, sempre con clava o grimaldello, di affermare una politica cattolica quando, invece, abbiamo bisogno di convertirci verso una politica autenticamente umana?
26 Giugno 2024

Ormai diversi decenni fa il teologo tedesco Josef Fuchs si domandava se esistesse una morale propriamente cristiana. Dinanzi a simile questione il sacerdote gesuita affermava che la categoria della morale cristiana non sussiste a differenza di una forma morale ispirata cristianamente la quale si manifesta lungo i secoli della storia. A partire dalle riflessioni del celebre teologo moralista Fuchs, e per rilanciare il dibattito sulla relazione fra cattolici e politica che insieme a Giuseppe Savagnone abbiamo su questo blog sinora animato, possiamo domandarci: esiste una politica propriamente cattolica? Se, oltre alla domanda, prendessimo in prestito anche la risposta del gesuita tedesco dovremmo affermare che non esiste una politica precipuamente cattolica bensì un modo plurale, ricco e fecondo dei credenti di impegnarsi in politica. Tuttavia simile affermazione va validata attraverso alcune riflessioni storiche, teologiche e politico-partitiche congiunte alla contemporaneità.

A seguito dell’unità d’Italia e del Non expedit, i cattolici italiani rimasero fuori dalla costruzione politica del Paese. Luigi Sturzo, dopo un pluriennale impegno amministrativo nei territori, con la fondazione del Partito Popolare Italiano del 1919 permise ai credenti di uscire dall’anonimato politico e di tornare a dare un contributo rilevante nello scenario nazionale. Il costrutto del sacerdote siciliano era basato sul concetto di aconfessionalità il quale – a differenza dell’ipotesi di un “partito cattolico” – riusciva a differenziare, ma non a separare del tutto, la particolarità del dato politico dall’universalità del messaggio evangelico. Difatti il Partito Popolare non era il partito dei cattolici bensì un soggetto che mosso dagli ideali del Vangelo proponeva una delle possibili e diverse modalità di abitare la politica del tempo.

Con la fine della seconda guerra mondiale si affermò in Italia la politica dei partiti. Fra questi c’era quello democristiano il quale nell’ereditare la storia dei popolari legava a filo doppio – a partire dal nome – la sua identità all’annuncio evangelico. Nonostante ciò, nella stragrande maggioranza del ceto politico democristiano era chiarissima la distinzione tra l’azione cattolica – condotta su mandato e sotto responsabilità ecclesiale – e l’azione politica effettuata, invece, alla luce di un personale discernimento e di un relativo impegno nella storia.

Il germe dell’esperienza politica dei popolari prima e dei democristiani dopo sembra affiorare del tutto quando la costituzione pastorale Gaudium et spes, del Concilio Vaticano II, al numero 75 afferma: «In ciò che concerne l’organizzazione delle cose terrene, [i cristiani] devono ammettere la legittima molteplicità e diversità delle opzioni temporali e rispettare i cittadini che, anche in gruppo, difendono in maniera onesta il loro punto di vista». Nel riflettere sull’impegno politico dei credenti, la Gaudium et spes invita incessantemente a «instaurare una politica veramente umana» tramite la coltivazione della giustizia, del bene comune, del riconoscimento sia della dignità umana sia dei limiti di competenza dell’autorità pubblica.

La straordinaria lezione del Concilio Vaticano II ha ancora tanto da dirci su molteplici direzioni come quelle congiunte al riconoscimento dei valori terresti, alla relatività del dato politico, alla presenza della Chiesa nel mondo. Infatti, secondo il dettato conciliare, più che “società perfetta” la Chiesa è invitata a divenire una comunione di uomini e donne che insieme ai non credenti e ai seguaci delle altre religioni tende alla solidarietà, alla giustizia, alla libertà e alla pace. Si tratta di un vero e proprio movimento di conversione mentale e sentimentale da compiere verso la pluralità, la relatività e la molteplicità delle reali condizioni umane. Gesù, ad esempio, non ha optato per la costituzione di un “micro Stato cristiano” volto a finalizzare la sua missione bensì è andato incontro al mondo e a tutti coloro che lì operano con fatiche e speranze. In tal senso non possiamo accontentarci né della partecipazione del vescovo di Roma, con una relazione sull’etica nell’intelligenza artificiale, all’incontro delle nazioni più ricche e distruttive del pianeta né dello schema – all’avvertimento della gerarchia deve corrispondere la pedissequa esecuzione da parte del laicato senza la quale si dissolve il cattolicesimo politico – recentemente riaffermato dal cardinale Camillo Ruini in un’intervista apparsa sul Corriere della Sera. Per Ortensio da Spinetoli, invece, occorre: «scendere in lizza, disturbare la quiete dei benpensanti, scoraggiare e possibilmente stroncare le iniziative tendenti a confermare le sperequazioni, le discriminazioni, i dislivelli creati dalla storia».

A me pare che nel nostro Paese tanto i cattolici conservatori-identitari quanto quelli progressisti-futuristi cercano – ora mediante una clava ora tramite un grimaldello – di affermare con gruppi, correnti, consorzi, raggruppamenti, aggregazioni, pubblicazioni una politica cattolica quando, invece, abbiamo bisogno di convertirci verso una politica autenticamente umana. Una politica che consiste nel partecipare, senza etichette e pretese, al grande processo di liberazione di moltitudini di uomini e donne affranti dalla sottomissione, dall’indifferenza, dal mancato riconoscimento dei diritti, dalla parziale o totale assenza di giustizia e libertà. Forse, con simili modalità, saremo meno visibili in termini mondani ma più efficaci secondo i parametri della logica evangelica del sale e del lievito. Inoltre con il “Vangelo nascosto sul petto” avremo la possibilità di superare un opprimente pessimismo che non rende ragione delle molteplici meraviglie che ancora oggi i cattolici impegnati nella società riescono, insieme agli altri, a generare.

 

6 risposte a “Esiste una politica propriamente cattolica?”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    I frutti di questa Parola però, non è detto quanti e quali saranno, Anche allora, dopo essere stati graziati o aver mangiato a sazieta’molti se n’andavano e questo Vangelo che è motivato da amore richiede sacrificio, non è un dare per avere, ma un donare, un dialogare malgrado resistenza per le diverse altrui idee, un dialogare avendo come fine sempre ciò che e in quella Parola e il vero bene, per questo non giova ripiegarla per essere accetta su umane evolute esigenze, le quali non aprono a quel fine superiore che è l’uomo come amato da. Cristo come Lui a godere di immortalità, Egli ha aperto questa via, e per questo è venuto sopportando tutto quanto gli ha dato di sofferenza patita. La Chiesa da Lui voluta ha sempre questo compito essere Maestra e Madre come lo è stata Maria, madre del Salvatore , che nei tempi burrascosi per l’umanità è e si fa presente nel mondo a indirizzarlo per il suo bene verso Suo Figlio e Signore.

  2. Pietro Buttiglione ha detto:

    Che puô fare?
    Collegarsi a Cristo e chiedersi il senso di ciō che accade..
    Quale Suo msg a me?
    Poi AgIRE NELLA sua realtà collegandosi a gruppi ( ne esistono tanti!!/
    OpPure con nuove iniziative locali…
    Comunanza di obiettivi ben più che appartenenze a Chiese o Partiti…😭

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Sono convinta circa un agire nella società avendo “.il Vangelo nascosto nel petto”. Ormai per come la società in politica di esprime e di riflesso vive nel privato, per un cattolico in politica schierarsi in una o altra parte senza incontrare resistenze da parte di una mentalità laica che ha già in se un suo Vangelo autoreferenziale a una propria ragionevolezza circa come meglio vivere con libertà di scelta la propria vita. Cristo dunque si trova ancora nell’oggi a proporre la Sua Parola attraverso la sua Chiesa, confutando altre ragioni circa il vero bene dell’uomo. Questo fa sì che tra i molti in ricerca come in quel tempo, anche questa Parola incarnata nell’oggi incontri ascolto, affascini e “. non ritorni senza aver dato frutto” Il Vangelo del Risorto porta a stesso fine l’uomo che lo accoglie, La testimonianza e compito a viverla nella società come si presenta, per questo fine rivolgendosi a tutti contando sulla ragione e sui sentimenti del cuore .

  4. Maria Cristina Venturi ha detto:

    Non esiste piu’ un popolo cattolico ,quindi come puo’ esistere una politica cattolica?
    La politica deve venire dal popolo dalle sue esigenze e dai suoi valori. Per esempio un popolo socialista o comunista sa benissimo quali sono le sue esigenze o i suoi valori. Ma non esiste un popolo cattolico. I cattivi si sono “diluiti”nella massa odierna che non ha ne’ ideali ne’ valori. La massa di persone decerebrate che guarda TV e segue internet e che vota a comando. E comunque anche dopo che ha votato ,non conta nulla
    Siamo nella piena falsa democrazia e falsa uguaglianza. Siamo nella plutocrazia dove elite sovranazionali dominano tutto, grazie al denaro.
    Un cattivo che puo’ fare ? Accodarsi ai fans di Pfizer e Bill Gates.

  5. Dario Busolini ha detto:

    Quando parliamo di politica finiamo sempre con l’arenarci sul problema dello strumento con cui esercitarla, ovvero il partito cattolico o quelli altrui: ripetiamo (sulla scorta di tutti i papi più recenti da Pio XI in poi) che la politica è la forma più alta di carità, che l’impegno politico è un dovere e che si può e si deve raggiungere la santità anche attraverso la politica, però siccome per fare politica devi stare in un partito e quello cattolico non c’è più e negli altri non si può fare ciò che si vuole ne consegue in pratica che non possiamo fare carità politica, veniamo meno ad un dovere e anziché santificarci andremo tutti all’inferno. Da una parte penso che dobbiamo essere meglio preparati ad affrontare gli aspetti meno neutrali e nobili della politica (potere e violenza), dall’altra cercare senza stancarci mai strumenti nuovi validi nel nostro tempo.

  6. Salvo Coco ha detto:

    Solo una domanda: chi sarebbero i cattolici “progressisti-futuristi” con in una clava o un grimaldello ? Potresti fornire qualche esempio? Grazie

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