Se c’è un modo per disinnescare la violenza si trova in queste parole di San Paolo: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12,21). È questa la strategia del cristiano. È la strategia che Gesù ci suggerisce nella parabola della zizzania e del buon grano. In essa, il Signore racconta di un campo seminato di buon grano eppure assediato dalle erbacce. Questo campo raffigura la terra, ma anche il cuore di ogni uomo, in cui sono mescolate luci e ombre; in cui intrecciano le loro radici, talvolta in modo inestricabile, il bene e il male.
“Vuoi che andiamo a strappare la zizzania?”, chiedono i braccianti al padrone. Ed Egli risponde in modo perentorio di no, di pazientare invece e di non agire con violenza, perché si rischierebbe di creare solo deserto e di chiamarlo pace. Il nostro spirito, infatti, è capace di grandi cose solo se ha grandi passioni positive; se ha grandi desideri, non grandi paure.
La parabola racconta due sguardi: quello dei servi, che si fissa sulle erbacce, e quello del Signore che si fissa sul buon grano. E ci chiama a conquistare lo sguardo positivo del Creatore. Avere lo sguardo di Dio significa guardare noi stessi, il prossimo e la storia cercando il buon grano, cioè il positivo. Solo il bene rivela l’uomo. Per questo il cristiano, secondo una bella definizione di Origene, è amico del genere umano. Lo è se conquista lo sguardo di Dio, se vede il positivo, la spiga immancabile, la spiga certa, la spiga sicura nel campo grande che è il mondo. Alla zizzania si risponde moltiplicando le spighe.
E anche l’ultimo giudizio avrà come argomento non il lato oscuro della mia esistenza, ma il buon grano giunto sulla tavola degli altri come pane. Il bene riscatta il male della vita. Perché agli occhi di Dio, il bene conta più del male, la spiga di domani vale più delle erbacce di oggi. Il bene pesa più del male e una spiga di buon grano conta più di tutta la zizzania della terra. Il male si vince con il bene.
La vita non avanza per appelli al dovere, ma per passione. E la passione nasce dall’aver scoperto una bellezza, in noi e attorno a noi: la bellezza del bene, verità dell’uomo.