La politica ai tempi della società gassosa: il caso del “Piano B”

In politica, anche le migliori proposte per competenze messe in campo rischiano di non incidere, se continuano a brandire lo stendardo di un'imparzialità che non prende mai le parti di nessuno.
4 Giugno 2024

Le elezioni europee incombono. Leader di partito e candidati sono in pista per accaparrarsi spazi di visibilità e consenso. Parole forti e dinamiche lontane dalle questioni continentali emergono per convincere i cittadini a sostenere determinate opzioni partitiche. Giovani volti e “usati sicuri” si contendono le piazze, i like sui social e i voti.

In questo marasma troviamo conferma delle acute osservazioni dello studioso Francesco Morace che definisce il nostro tempo come quello della modernità gassosa. La caratteristica di questo stadio dell’odierna società si differenzia dalla liquidità fluida profetizzata da Bauman. Infatti nello scenario contemporaneo non resta nulla di solido, neppure allo stato liquefatto, bensì tutto sembra destinato ad evaporare come accade alle sostanze gassose. Di conseguenza la nostra sembra divenire sempre più una politica, e una cultura impegnata nella riflessione politica, incapace di lasciare traccia e di costruire qualcosa di solido e duraturo.

A me pare che con simili categorie bisogna provare ad interpretare anche la recente pubblicazione – a cura di quindici fra intellettuali e operatori del sociale – del volume Piano B. Uno spartito per rigenerare l’Italia (Donzelli, 2024). La genesi di questa proposta è stata presentata al Meeting di Comunione e Liberazione della scorsa estate tramite un manifesto, firmato da poco più di una decina di esponenti provenienti dal mondo cattolico. Per ammissione degli stessi ideatori del piano, si tratta di un progetto politico senza partito volto a far affiorare le tante positività già presenti da animare con una narrazione nuova, e a tratti alternativa, a quella dell’impegno politico-partitico. Insomma il Piano B mette insieme il lavoro, le visioni, la professionalità, la passione e l’impegno di credenti che hanno optato per un servizio competente e puntuale alla comunità nazionale. Per chi crede nella democrazia e nell’impegno dei cattolici in politica non può che riconoscere le rilevanti positività di questo esperimento che cerca di sintetizzare, e a tratti rappresentare, l’opera di migliaia di operatori sparsi nelle realtà locali.

I tanti temi affrontati nel volume – dalla generatività alla sussidiarietà, dall’Europa al lavoro, dalla costituzione al welfare – sono presentati in modo chiaro e, per la bontà dei propositi, condivisibili verosimilmente dalla quasi totalità delle forze politico-partitiche dello scenario italiano ed europeo. Da questo punto di vista, il nocciolo della questione non pare collegato alle tematiche e alle visioni del mondo bensì al metodo da attualizzare in vista della realizzazione del piano. Così il “tallone d’Achille” di questa proposta sembra congiunto al “come fare” piuttosto che al “cosa fare”.

Di certo appaiono condivisibili le critiche che gli autori muovono ai partiti per via del loro scollamento dalla società ma a ciò non pare seguire la presentazione di una nuova metodologia d’impegno se non quella connessa a un generico richiamo alla ricerca del bene comune e all’impegno sociale. Infatti, specie nell’introduzione, il Piano B annuncia un “nuovo metodo” che però all’interno del testo non risulta definito se non per vie assai generali. Allora la positiva mole di contenuti offerta dal volume s’incrina dinanzi a questioni fondamentali dell’agire politico concreto congiunte agli spazi, ai tempi, ai metodi, al radicamento e alla leadership.

Il testo appare come un ottimo strumento per promuovere l’alfabetizzazione alla pratica politica e sociale e perciò potrebbe tornare utile ai variegati percorsi di formazione sparsi su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, se l’intenzione dei promotori è quella d’incidere nella realtà della politica – e non solo di attivarsi nell’ambito del “prepolitico” – urgono strumenti altri e scelte differenti. Fra gli strumenti si potrebbe segnalare la generazione di un movimento di base che possa innescare nuovi percorsi al fine di evitare che i dettami di notabili iper-competenti trovino scarsa, o nulla, aderenza nei territori. Tra le scelte, su tutte, quella di assumersi sul serio il dato della politica ovvero accettare la responsabilità di essere una parte di un tutto e, quindi, cessare la perenne proposizione di uno stato di imparzialità che non si addice alle necessità del tempo presente. Senza questi accorgimenti, difficilmente il Piano B potrà assumere e conservare una forma solida in grado di resistere al processo di evaporazione repentina che colpisce la società e la politica del nostro Paese sempre più contraddistinte, per dirla con Francesco Morace, dalla gassosità più che dalla liquidità.

3 risposte a “La politica ai tempi della società gassosa: il caso del “Piano B””

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Incidere: nella realtà politica, Papà Francesco al meeting dei G7.? un esempio/ Marco Tarquinio voce di Avvenire, impegnato a rappresentare elettori che sperano di contare a rompere le righe di un fronte pro guerra, pro diritto all’aborto è molto altro. E’ coraggio, il diritto a co esistere per un fine non da poco, la difesa dell’essere umano in ogni suo stato. E’ in discussione oggi i diritti della donna all’aborto riconosciuto nella Costituzione, riconoscerlo come bene comune? Sarebbe una non verità in quanto esiste una vittima, la vita nascente. Per la guerra vale lo stesso, il sacrificare vite umane. Forse si sta perdendo quella umanità, bandiera di ideali che fa l’uomo diverso dagli altri esseri viventi, forse non si crede più esista un cuore materno e ci si avvia ad assomigliare all’uomo A I,? Emerge una realtà che si sta imponendo su una minoranza, un conflitto di valori contrapposti, dove può poggiarci la Speranza?

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Di Cultura e politica vi è traccia? Al semplice cittadino che vive di realtà quotidiana non giunge malgrado un proliferare di libri editi a portare a riflessione il povero cittadino che lottando ogni giorno con i suoi problemi per questo ha maturato una sua visione a che cosa dire Si o eccepire e rispondere NO. Votare è una opportunità offerta in stato di democrazia, una conquista sinonimo di libertà e dignità riconosciuta a ogni persona. Prioritario oggi sembra il ristabilire un vivere pacifico , che le guerre in atto stanno frantumando coinvolgendo il popolo civile a farsi carico di pesi difficili a sopportare, rinunce già conquistate da sacrifici e di tanto lavoro. Non esistono più preferenze a partiti se non si contempla di assicurare vita e prosperità oggi, Il successo non può essere del più forte e valere come legge, ma quello della saggia ragione a non smentire l’onore di ritenersi società cheha raggiunto un certo grado di civiltà e assicura continuità.

  3. Ferdinando Rovello ha detto:

    Il mondo cattolico, se vuole incidere politicamente oltre a curare la formazione socio-politica deve impegnarsi a trasformare il sistema politico italiano e ciò lo può fare passando dalle semplici parole alla concrete azioni.
    È necessario impegnarsi in un partito nuovo: non leaderistico ma territoriale; non di destra, di centro e di sinistra ma baricentrico; non di contrapposizione ma inclusivo; non policentrico ma programmatico.
    Un partito dove “uomini e donne di buona volontà ” possano stare INSIEME dialetticamente, ricercando il bene di tutti e di ciascuno.
    Tale partito esiste già ed è aperto al confronto con tutti coloro che desiderano rendere effettiva la democrazia nel nostro Paese.

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