Dagli occhi al cuore

Vi siete mai chiesti come sono gli occhi di Gesù? Io sì!!! E vi assicuro che non vedo l’ora di contemplarli di presenza e di perdermi, anzi di ritrovarmi, insomma di immergermi in essi
13 Luglio 2022

Di certo voi conoscete il detto: “Gli occhi sono la finestra dell’anima”. Chi di noi non ha sperimentato che, quando c’è una profonda intesa con un’altra persona, ci si capisce anche solo con lo sguardo, senza bisogno di parole? Una Mamma sa intuire dall’espressione degli occhi del suo bambino, se questi è triste o gioioso, se è turbato o se le sta nascondendo qualcosa…

Gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima; attraverso di essi si può leggere cosa c’è nel cuore di una persona. “Un volto gioioso – dice la Scrittura – (e quindi degli occhi gioiosi) sono indice di un cuore buono” (Sir 13,26). L’occhio non è solo uno dei cinque sensi che permette alla luce, ai colori, alla realtà di entrare nell’uomo, ma è anche l’organo, fisico e spirituale insieme, da cui si irradia la luce o promana la tenebra che ci abita interiormente.

Gesù è la Luce del mondo (Gv 8,12) e il cristiano è in questo mondo come una lampada che, mediante il Battesimo, riceve luce da Cristo e continuamente deve alimentarsi a questa sorgente perché possa illuminare tutti coloro che incontra sul proprio cammino, perché tutti giungano alla conoscenza di Dio e possano rivolgersi a Lui chiamandolo: padre

“La lampada del tuo corpo è l’occhio.” (Lc 11, 34) Quello che è la lampada per la casa, è l’occhio per il corpo: la finestra attraverso cui entra la luce. L’occhio del discepolo non è come quello di coloro che “vedendo non vedono” (Lc 8,10), ma piuttosto come quegli occhi che Gesù chiama “beati” perché vedono Lui (Mt 13,16). Egli infatti è quella Luce che illumina il cuore. L’occhio è collegato al cuore: attraverso ciò che vede gli trasmette le cose belle, piacevoli e desiderabili, volgendosi alla ricerca di ciò che lo attrae. È la porta attraverso cui il cuore riceve e dà.

“Se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo è luminoso; se invece è cattivo anche il tuo corpo è nelle tenebre.” (Lc 11, 34). Semplice è quell’occhio che non conosce doppiezze, nel quale si può leggere quello che si ha nel cuore e nella mente. L’occhio cattivo esprime un cuore cattivo, refrattario alla luce, che si nasconde e si trincera in complicazioni e ipocrisie per non riconoscersi tale e non convertirsi. L’occhio semplice riconosce insieme, sia l’Amore di Dio, sia il proprio peccato. Questa è la conversione che rende luminoso il suo corpo e cambia la vita. L’occhio cattivo invece, preferendo le tenebre alla luce, resta nella propria cecità.

L’occhio da solo, non vede: per essere se stesso, ha bisogno di luce. Così l’uomo, per essere se stesso, ha bisogno di Dio. “Se quindi tutto il tuo corpo è illuminato, senza avere alcuna parte tenebrosa, tutto sarà illuminato, come quando la lampada ti illumina col suo splendore.” (Lc 11, 36)

La preghiera e la vigilanza ci portano ad una conversione continua. Questa dissolve progressivamente le tenebre che sono in noi e tutto il nostro corpo diventa luminoso, ad immagine di quello di Cristo. La vita cristiana, nata alla luce mediante il Battesimo, è un crescere nella luminosità. È una vita che rivela il volto del Padre, conformandosi a Lui mediante la misericordia che ci rende Suoi figli. In questo cammino l’occhio si fa sempre più limpido e il cuore sempre più puro, fino a quando non sarà dissolta ogni tenebra. Allora saremo completamente immersi nel fuoco dell’Amore di Dio e capaci di illuminare.

La vita dipende dallo sguardo. E lo sguardo dipende dalla vita. La nostra vita dipende dallo sguardo con cui guardiamo alle persone, alle cose, alla storia, a noi stessi. Gesù ci invita ad avere uno sguardo luminoso e ce ne dona la grazia. I nostri occhi sono sereni e trasparenti, come quelli di un bambino, oppure sono cupi e tristi? Esprimono un cuore puro e pacificato oppure le nostre lacerazioni interiori si riflettono nei nostri occhi? Gli altri incontrano volentieri il nostro sguardo o i nostri occhi mettono paura a chi ci guarda? Vi si può leggere ciò che pensiamo e ciò che abbiamo nel cuore? Sono cordiali o non accoglienti? Manifestano amore o altro…?

A questo punto vorrei farvi una domanda ulteriore: vi siete mai chiesti come sono gli occhi di Gesù? Io sì!!! E vi assicuro che non vedo l’ora di contemplarli di presenza e di perdermi, anzi di ritrovarmi, insomma di immergermi in essi. Certo non mi riferisco al loro colore, poco importa questo (comunque, detto fra noi, forse mi sbaglierò, ma secondo me sono castani), quanto piuttosto alla loro luminosità, trasparenza, purezza.

Riusciremo a sostenere la profondità del Suo sguardo? “Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a Lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi Suoi e a Lui noi dobbiamo rendere conto” (Eb 4, 13). Prepariamoci all’incontro più importante della nostra vita.

 

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