“Ma tu quella volta c’eri?”
“Sì, certo c’eravamo tutti. Fu un momento difficile e duro. Davvero una svolta nel nostro rapporto con lui. Erano più o meno le tre del pomeriggio e stavamo camminando verso un paese vicino a Cesarea di Filippo. Canticchiavamo contenti, come succedeva spesso. In una pausa di una canzone, lui abbracciò da dietro al collo Tommaso e Bartolomeo e poi, con uno sguardo tra l’ironico e il curioso, disse ad alta voce: “Ma cosa si dice di me in giro? La gente chi dice che io sia?”
Ricordo che ci siamo sorpresi, perché non era il suo stile quello di cercare di capire se aveva o no consenso attorno a sé. Mi sembra che Andrea gli rispose: “qualcuno dice che sei Giovanni Battista ritornato”. Al che tutti ci mettemmo a ridere. Poi, Giovanni o Giacomo, non ricordo bene, aggiunse: “Altri dicono che sei Elia”, e qualcuno aggiunse: “O qualcuno dei profeti”.
Lo guardavamo sorridendo, in un bel momento leggero. All’improvviso si fermò, e tutti con lui, girandoci lo guardammo. Ci scrutò uno ad uno e poi disse, serio e davvero interessato: “Ma voi?”. Un blocco improvviso ci prese, e tutti smettemmo di guardarlo. Sentii tutta l’ansia salirmi dentro. Poi aggiunse, ancora più deciso: “Voi chi dite che io sia?”. Anche i respiri quasi si fermarono. Un lungo, interminabile, attimo di silenzio imbarazzante ci attraversò. E poi Pietro, con audacia e spontaneità rischiò la risposta per tutti: “Tu sei il Messia”. Fino a quel momento nessuno lo aveva mai chiamato così, perché sapevamo bene il peso di quella parola.
Lui fece solo un cenno con gli occhi e si aprì in un mezzo sorriso. Poi, con una serietà quasi dura ci disse: “Guai a voi se parlate di questo a chiunque! Chiaro?” La mia ansia divenne quasi panico, perché non capivo, non capivo cosa stava succedendo e il senso di queste sue parole. Mi guardavo attorno e cercavo gli occhi degli altri, e incrociandone due capii che nessuno aveva capito.
Senza dire altro lui ricominciò a camminare e noi dietro, in silenzio. Ma dopo pochi passi si fermò di nuovo: “È necessario che il Figlio dell’uomo soffra molte cose, sia respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, e sia ucciso e dopo tre giorni risorga”. Filippo era di fianco a me. Si girò e mi disse all’orecchio: “Non capisco cosa sta dicendo”. Io ero sempre più smarrito e in preda al panico.
All’improvviso Pietro fece due passi verso di lui, lo afferrò per un braccio e lo trascinò con sé fuori dal centro del gruppo e guardandolo in faccia gli disse duro: “Ma cosa stai dicendo? Tu sei il Messia, queste cose non ti accadranno. Tu sei quello che aspettiamo da secoli. Quello che ci permetterà una vita piena, qui nella nostra terra, dove scorrerà latte e miele. Tu sei quello che i nostri capi continuano a dirci che verrà, che non tarderà. E adesso io sono davvero convinto che tu lo sia.
Io mi sono innamorato di te proprio perché, come tutti questi compagni, ho sentito che tu puoi regalarci quella vita piena che tutti qui desideriamo da sempre, invece di romperci la schiena a cercare di sopravvivere. Io ti ho seguito lasciando mia moglie, che un po’ ce l’ha con te perché non capisce come mai io ti abbia seguito e discute con sua madre, che invece ti adora e ringrazia Dio tutti giorni per te. E adesso, dopo che ho visto tanti segni di vita, di guarigione, di liberazione, di soddisfazione dei bisogni che tu hai compiuto, tu te ne esci con questa idea che dovrai soffrire, morire, essere rifiutato dai nostri capi e poi “risorgere”? Che non capisco cosa significhi! Non so di cosa parli e nemmeno loro lo sanno! Ma ti sembra normale? Dovrei tacere tutto lo sgomento e il senso di frustrazione che mi ha invaso? No, non posso accettare che tu faccia questa fine”.
Mentre ancora parlava, lui con uno scatto si liberò dalla presa di Pietro, si voltò verso di noi, deciso e amorevole come solo lui sapeva essere, e guardandoci disse a Pietro: “Come Satana ti opponi e mi tenti! Perciò, in modo anche duro, ti dico: vieni dietro me! continua nella tua decisione di seguirmi e… fidati. Lo so, non è per nulla facile per te, e anche per gli altri, accettare questo. È umano. E questa tua reazione un po’ mi tocca a anche me: nemmeno per me è facile accettarlo, ma questa è l’unica strada che esiste per la pienezza. È necessario che io passi su questa strada. E questo vale anche per tutti voi, singoli e gruppo, dovrete passarci anche voi. Per questo motivo fino ad ora ho sempre chiesto il silenzio sulla mia identità, perché sapevo che sarebbe successo di essere travisato e interpretato come un gande uomo che porta la pienezza agli uomini, nel progressivo trionfo del bene sul male, magari anche con la forza e senza sconfitte. Ma non è questa la via di Dio”.
Con il cuore sconvolto e nel dubbio più totale mi accodai agli altri che lo seguivano in silenzio, mentre quasi entrammo in paese. Come al solito arrivò subito un gruppo di persone che si accalcarono attorno a Lui cercando di toccarlo. Ma lui si fermò, fece spazio e iniziò a dire a tutti: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinunci a controllare e dominare la propria vita, mi segua accettando di essere peccatore e di dover attraversare il proprio peccato fino a dover morire. Perché chi ci metterà tutto il suo sforzo per salvarsi dalla morte ed eliminare il proprio peccato, perderà ogni momento di vita che gli viene regalato. Chi invece accetta di consegnare a me il suo peccato e di seguirmi nella morte, vivrà ogni momento, perché imparerà che vivere è proprio questo: lasciarsi andare, consegnandosi, anche nella morte, per amore”.
“Se proprio vuoi saperlo, io questa cosa non l’ho ancora capita fino in fondo, anche dopo che l’ho incontrato risorto, ma tutte le volte che mi fido dell’amore che Lui mi ha regalato, le cose vanno proprio come Lui ha detto”.
Quando Pilato dice/domanda a Gesu” dunque tu sei re? Gesù conferma” tu lo dici: io sono re. Questo dopo aver specificato che il suo regno non era di questo mondo. Ecco perché oggi ci troviamo come cristiani a ribadire la stessa cosa, perché c’è un mondo che ci pone implicitamente la stessa domanda: quando interpellati su muove proposte di leggi che introducono a nuovi diritti, proposte aperte a più ampio scelte di vita diverse da quelle cristiane, Democraticamente dunque, anche noi oggi siamo chiamati a rispondere di una scelta dove anche la Fede chiede implicita risposta, comportando responsabilità a un agire coerente.il mondo non può promettere ciò che invece ci viene da Dio, Il quale amandoci per quello che siamo, non si fa “padrone” coercitivo punitivo, ma amandoci ci riaccoglie quando seguiamo il ns. volere è da più poveri ci offre perdono, apre il suo regno che è di vita, di gioia, amore oggi è nel futuro.
Grazie! Come ogni domenica il tuo commento riesce a stupirmi e rendere più vivide le parole del Vangelo… immagina, immagina di essere lì anche tu e capire che hai pensato di capire, che è stato bello vivere l’emozione del miracolo ma dietro c’è altro, fatto di quotidianità, fatiche e ostacoli. Vivere le relazioni non è mai stato facile nè banale e imparare a lasciare andare è spesso morire a se stessi. Il commento però rimanda anche al “senso di frustrazione” che vive Pietro ma oggi anche la chiesa quando si ostina a mostrare un modo muscoloso (preti con la tonaca dalle maniche arrotolate), a puntare su miracoli e folle, dimenticando di mettersi dietro a Cristo.
Chi dite che io sia? E’ una domanda rivolta a quei suoi amici di allora, ma perché non immaginare rivolta a tutti fino ad oggi? Al contrario degli Apostoli noi oggi sappiamo chi Egli e, la sua storia è quella della Chiesa vivente nel mondo, e la risposta anche la vediamo inscritta in esso. Come nella Parabola sono le opere che testimoniano di Lui la risposta. E sembra che la Chiesa che si proclama essere cristiana, risulti nelle opere molto più ridotta in numero di fedeli, che compiono opere in suo nome, cittadini che votano consenso in quanto di bene anche corrisponda alla Parola. Sarete osteggiati, perseguitati, emarginati , infatti vi e sordità quando si invoca la Pace perché con la guerra si muore, perché senza amore non si realizza la vera vita per l’uomo. E si soffre per mancanza di amore, perché si realizza il bello, il buono, il grande ideale proprio anche quando costa sofferenza, e questa la via tracciata da Cristo per averla in eterno.
Grazie per la rappresentazione del brano, molto bella. Un diverso epilogo potrebbe essere questo:
“Se fondi la tua vita sul voler essere, dovrai salvare la tua vita dal pregiudizio ma in questo modo perderai la tua vita perché non sarà più la tua.
Se invece segui il mio esempio e sarai come me figlio di Dio e seguirai la volontà di fare e la volontà di Dio e il mio giudizio, la vita sarà tua in eterno.”