Sandali e bastone

Lo scopo di questo invio non è quello di convincere e/o convertire
14 Luglio 2024

Dopo aver accompagnato Gesù nei cap. 3-5, adesso i dodici vengono inviati. Sembra aprirsi un muovo passo nel loro cammino di formazione alla fede. Quindi un brano che ci tocca da vicino, soprattutto come comunità che annuncia Cristo.

Gesù “chiamò verso di sé” i dodici e “iniziò ad inviare loro” (v. 7). La cosa strana, in questo testo, è che non dice loro cosa devono dire o fare, però egli mette molta attenzione e precisione nel descrivere lo stile che devono tenere, il loro modo d’essere, consegnando loro soltanto il “potere sugli spiriti che non unificano” (etimologia di impuri v. 7). A dire che sono inviati a nome suo, e che quindi parleranno di lui raccontando quello che hanno visto, però che lo scopo di questo invio non è quello di convincere e/o convertire, ma sembra quello di far testimoniare dai discepoli davanti a chi incontrano uno stile diverso rispetto agli altri profeti che esistevano in Palestina, lo stile di Cristo.

L’essere mandati da Cristo si rivela, perciò, soprattutto nel vivere davanti a chi incontreranno questo suo stile di vita: “Amatevi come io vi ho amati. (…) da questo tutti sapranno che siete miei discepoli” (Gv 12,34-35). E forse, anche il potere sugli spiriti della discordia può essere dato proprio, non tanto dai miracoli che Gesù farebbe attraverso di loro, ma soprattutto dallo stile di amore unificante che i discepoli possono testimoniare. Questo testo sembra dire che forse è proprio questo amore che vince il male.

Se questo quadro è corretto, allora i dettagli su cui Gesù si concentra diventano il centro del testo e del suo significato. Anche perché, proprio su questi dettagli troviamo l’unico “ordine” (v. 8) che in Mc, Cristo dà ai discepoli, perciò sicuramente qualcosa di essenziale. Dettagli che prendono senso tutti se ricondotti a due criteri: la relazione di amore unificante da vivere e l’abbandono fiducioso nelle mani di Dio.

Perciò andare “due a due” (v. 7), perché l’amore tra di noi si renda visibile e sia attraente per chi incontriamo. Qui si vede come le questioni della gestione del potere nella Chiesa, del rapporto tra laici e preti, dei conflitti tra sensibilità di fede diverse, siano assolutamente centrali rispetto alla credibilità della Chiesa. Prima di ogni altro cambiamento, quello che va rimesso in centro è proprio lo stile di amore tra chi si dice credente in Cristo.

Perciò indossare solo “saldali” (v. 9) e “bastone” (v. 8), come elementi minimi per poter viaggiare, non per difendersi, ma per poter camminare a lungo e anche fuori “strada”. Come non vedere qui, che spesso ci preoccupiamo di aumentare gli strumenti per “camminare” nel mondo, ma in realtà li usiamo spesso per difenderci dal mondo. Non basterebbe la nostra umanità, nuda e cruda, animata dal suo amore?

Perciò, niente pane, niente bisaccia e niente cintura (per poter mettervi del denaro) (v. 8), come rinuncia alla certezza di poter soddisfare i bisogni elementari da sé stessi. Indicazione che va al cuore della fede vissuta: è in linea con questa la costante apprensione dei molti vescovi (sacerdoti, suore, frati) per far tornare i conti economici della propria comunità? O che il bilancio economico di una comunità veda più del 50% delle spese investite per “stare in piedi” e non per “far vivere l’altro”?

Perciò una sola tunica (v. 9), come segno di rinuncia a perseguire la ricchezza e il benessere. Almeno in occidente, da circa 70 anni, è evidente come la stragrande maggioranza dei credenti abbia un livello di benessere sopra la media delle altre persone. Ci sta? O qualche domanda ce lo dobbiamo fare?

Perciò abitare là dove si viene accolti, quando si esce dal proprio campo, rinunciando a scegliere condizioni più comode e vita più tranquilla, per costruire una relazione umana di condivisione con chi incontriamo, affidandoci a loro per i nostri bisogni (v. 10). E qui davvero sembra che la distanza con il nostro vissuto ecclesiale sia enorme: abitare dove siamo accolti, quando usciamo dal nostro campo? Costruire una relazione umana con chi incontriamo? A me sembra che “abitiamo” sempre e solo nel nostro campo, che ci rassicura e così le relazioni umane, quando ci sono, sono solo con chi è esattamente come noi.

Difficilmente, allora, quello “scuotete la polvere” (v. 11) può venire usato per fondare una “esclusività” giudicante di coloro che credono rispetto a chi non lo fa, perché questo andrebbe contro a tutti i dettagli precedenti, che cercano unità e fiducia. Infatti l’aggiunta tipica di Mc, “al fine di testimoniare a loro”, (nell’originale il “contro” non c’è) indica come anche questo dettaglio si mantenga nell’intenzione centrale della missione: anche quando non siete accolti mantenete il vostro stile con cui testimoniate loro che voi cercate l’unità e che la loro fede dipende da loro. Si tratta di un atto senza giudizio, che solo chiarifica che chi incontriamo è responsabile in proprio della possibilità di credere o no, non noi!

Ma la sorpresa del testo arriva adesso. Quel loro potere sugli spiriti della discordia sembra funzionare, perché “mandano via” demoni e “guariscono” ammalati (v. 12), perciò il loro amore deve essere stato abbastanza efficacie e sincero. Ma poi fanno qualcosa che Gesù non gli ha chiesto: annunciano “al fine che essi si convertissero” (v. 12). Moltissimi biblisti concordano nel ritenere che questo non è ciò che Cristo ha chiesto loro in questo brano. E che qui Gesù inizia un tentativo (fino a 8,26) di educare i discepoli alla fede in lui, prima della sua pasqua, che però risulterà fallimentare. Tanto che per altre quattro volte si sottolinea che i discepoli non comprendono e non credono (6,52; 7,18; 8,18; 8,21). Solo con la sua pasqua i discepoli saranno capaci di arrivare alla fede piena.

A dire che nonostante tutto ciò che hanno visto e condiviso con Cristo, non hanno ancora compreso che fare “adepti” non appartiene allo stile di Cristo: “La Chiesa non fa proselitismo. Essa si sviluppa piuttosto “per attrazione”. (Papa Benedetto ad Aparecida, 13 maggio 2007). Attrazione significa che noi facciamo trasparire abbastanza di essere stati amati gratuitamente e in modo assoluto da Cristo e questo viene avvertito da chi ci incontra. Credo si debba riconoscere che oggi i primi che hanno bisogno di essere evangelizzati siamo proprio noi, noi che ci diciamo credenti, ma che non abbiamo ancora percepito effettivamente “quale grande amore ci ha dato il Padre, per essere chiamati figli di Dio” (1 Gv 3,1).

2 risposte a “Sandali e bastone”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Perciò abitare là dove si viene accolti…e accade che Torino ospiti membri di un movimento familiare “Equipe Notre Dame” un raduno dedicato alle sfide che le coppie e le famiglie di credenti incontrano altri, a parlare di Dio e dei problemi della famiglia. Sembra un ritorno su quei stessi passi compiuti dagli Apostoli e prima dal Maestro Gesù il Cristo. Chiesa dunque che Maria, allora si è mostrata premurosa, riapparsa nel mondo quando invocata con nomi:“Immacolata Concezione, di Regina della Pace,”fattasi Soccorritrice, quando in aiuto dove nel mondo aleggia il pericolo all’autodistruzione, la sua presenza e’ dono di grazia da Dio Padre, infonde coraggio, fiducia colma il vuoto del sentirsi abbandonati a forze che attraggono ma non a salvezza. Lo Spirito dunque soffia, accende camini spenti, soffia sulla brace di Fede affievolita, sostiene cuori impauriti o affranti a rinsaldare l’animo umano che Lui Dio e’presente, pieno di misericordia

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Cristo rispetta come è stato creato l’uomo dal Padre, essere superiore,fatto a sua immagine e somiglianza è “libero” di accettarlo come Padre in Cristo. “Isaia 55) perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vs.guadagno per ciò che non sazia? Quanto peso invece oggi ha il possedere denaro, questo è all’origine di tanta i giustizia che regna, di guerre tra popoli, di un creare una Pace artificiosa perche pagata, comperata a prezzo di sacrifici umani. a idoli come potere e ricchezza, e a questi vitelli d’oro che si concretizzano scelte mirate a supposto bene comune. La Pace vera e conquista attraverso quell’amore che è disposto a sacrificio. A due a due, testimonianza dUnione che la Chiesa realizza, anche se comporta sacrificio testimoniato dai Papi che l’hanno fatta una di amore verso di Essa per quel gregge a Lei affidato che a Lei guarda come a Cristo presente. Dove sono due o tre, non migliaia, Lui si chiara presente, Pastore per coloro che lo seguono

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