La Via Crucis del Myanmar

La Passione di Gesù tra le macerie del terremoto ma anche di una guerra dimenticata. Per dare dignità a questa sofferenza ed essere vicini almeno nella preghiera.
11 Aprile 2025

Come sempre l’ondata di emozione è durata ben poco: asciugata l’acqua caduta dalle piscine dei grattacieli di Bangkok, stiamo già parlando pochissimo del terremoto che – appena due settimane fa – ha colpito con violenza il Myanmar. Ed è tra queste macerie inseparabili dalla guerra che da quattro anni già deturpava questa Paese che vorrei invitarvi oggi a percorrere la Via della Croce. Per dare dignità a questa sofferenza dimenticata ed essere vicini almeno nella preghiera.

 

PRIMA STAZIONE
GESU’ E’ TRADITO

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo

Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Matteo
Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada». Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.

È segnata dai tradimenti la storia recente del Myanmar. Un popolo nel Novecento puntualmente tradito dai potenti di turno: inglesi, giapponesi, russi, cinesi, americani… Tradito da chi in questi anni l’ha guardato solo come un crocevia per affari più o meno leciti: materie prime pregiate, droga, armi, oggi terra ideale anche per il grande business globale delle truffe online con i suoi schiavi. Tradito ancora una volta dai suoi potentissimi generali, che il 1 febbraio 2021 con un colpo di Stato hanno cancellato il faticoso cammino verso la democrazia incarnato dalla premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, la figlia dell’eroe dell’indipendenza, anche lui tradito nel 1947 dagli ultranazionalisti che lo assassinarono. Terra di tradimenti, da cui quasi tutti sono fuggiti, abbandonandola a un triste destino di morte.

Signore, ha scosso la terra
questo terremoto:
grado 7,7 dicono i sismografi
che lo catalogano
come un sisma devastante.
Ma è la nostra coscienza
a non scuotersi.
Apri i nostri occhi, Signore.
Aiutaci a vedere il Tuo volto
in questo popolo che soffre
da troppo tempo
nell’indifferenza del mondo

Padre Nostro…

 

SECONDA STAZIONE
I SOLDATI PERCUOTONO GESU’

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo

Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: “Salve, re dei Giudei!”. E gli davano schiaffi 

Non c’è niente di più aberrante di un soldato che usa la sua forza e le sue armi per infierire contro chi è debole e indifeso. Ed è proprio quanto è successo in questi giorni in Myanmar. Sono tante le testimonianze che raccontano di come nemmeno il terremoto sia riuscito a far tacere le armi. Per giorni, con i suoi aerei, l’esercito birmano ha continuato a bombardare anche nelle aree colpite dal sisma. Anziché usare aerei e mezzi per soccorrere, li ha impiegati per aggiungere ferita su ferita, nel tentativo di riconquistare villaggi perduti.

Signore, sii vicino
a chi è indifeso
dentro questa tragedia.
Converti il cuore
di chi pensa solo
al proprio interesse.
E rendi noi tutti
strumenti della tua pace.

Padre nostro…

 

TERZA STAZIONE
GESU’ CADE TRE VOLTE SOTTO IL PESO DELLA CROCE

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo

Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Matteo
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero.

Cadere ripetutamente sotto il peso di una croce sempre nuova: se c’è una terra che questa esperienza l’ha vissuta fino in fondo è proprio quella birmana. Guerre, regimi oppressivi, inondazioni, terremoti: ai popoli del Myanmar non è stata risparmiata nessuna prova negli ultimi anni. In questi giorni questo Paese martoriato è comparso in mondovisione persino nelle tabelle dei dazi. Eppure questa gente non ha perso la sua dignità: continua ogni giorno con coraggio a rialzarsi, mostrandoci la strada.

Signore, quando
ci lamentiamo
per qualsiasi cosa,
insegnaci a imparare
dagli ultimi.
Dacci la loro forza
di guardare avanti
per rialzarci
e portare anche noi
la nostra croce
dietro di Te.

Padre Nostro…

 

QUARTA STAZIONE
IL CIRENEO AIUTA GESU’ A PORTARE LA CROCE

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo

Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Luca
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.

Aiutare. Mobilitarsi. Prestare soccorso. Sono le prime azioni che ci vengono in mente quando sentiamo che c’è stato un terremoto. Ed è successo anche per il Myanmar. Ma è successo anche che alcune squadre di soccorso che avrebbero potuto aiutare a tirar fuori le persone sotto le macerie siano state lasciate fuori dal Paese per motivi politici. È successo che generi di prima necessità siano stati utilizzati come un’arma, dirottandoli in alcune zone invece che in altre. C’è il rischio che la guerra, con le sue logiche, abbia il sopravvento sugli sforzi per soccorrere e ricostruire.

Signore, com’è difficile
testimoniare
la gratuità
quando i nostri conflitti
hanno inquinato i cuori.
Rendici liberi,
per essere davvero
testimoni di fraternità
tra chi è ferito
nel mondo di oggi.

Padre Nostro…

 

QUINTA STAZIONE
I SOLDATI SI SPARTISCONO LE VESTI DI GESU’

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo

Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Matteo
Dopo averlo crocifisso, si spartirono le sue vesti tirando a sorte, affinché si adempisse ciò che fu detto dal profeta: «Hanno diviso tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno tirato a sorte».

Bamar, Karen, Shan, Kachin, Rohingya… è un mosaico di etnie il Myanmar. Una ricchezza di popoli che è però anche la sfida più difficile per questo Paese. Perché nella sua lunga storia è sempre stata questa diversità da comporre il passo più faticoso. Vivere insieme, senza l’ambizione di prendersi qualcosa solo per sé attraverso la propria confessione religiosa, la propria milizia, i propri affari. È la storia di questo Paese dell’Asia. Ma in fondo anche la parabola di un mondo intero, quanto mai scosso dal tema delle identità contrapposte.

Signore, non siamo più
capaci di vivere insieme.
Dai grandi conflitti
alle vicende più quotidiane
della nostra vita,
alziamo tutti
barriere per difendere qualcosa.
Accoglici tra le tue braccia
per riscoprirci davvero
figli dell’unico Padre.

Padre Nostro…

 

SESTA STAZIONE
LA TERRA TREMA MENTRE GESU’ MUORE

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo

Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Matteo
Gesù, emesso un alto grido, spirò. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

Trema la terra, quando muore Gesù. Lo abbiamo letto tante volte questo racconto e forse non ce ne accorgiamo nemmeno più. Eppure il Vangelo di Matteo ci dice che è proprio il segno del terremoto ad aprire gli occhi del centurione, davanti al Figlio di Dio. Anche oggi Gesù dona la sua vita tra gli ultimi del Myanmar. Tra quei morti che non ci prendiamo più la briga nemmeno di contare, prendendo per buoni numeri ufficiali che sappiamo benissimo essere molto lontani dalla realtà. C’è un mistero di salvezza che si sta compiendo ancora sulla Croce in questa terra abbandonata.

Signore, accogli
nella Tua pace
le vittime di questo terremoto
e del lungo Calvario
che lo ha preceduto.
Conforta quelli
che piangono.
E perdona ancora
tutti coloro che
nel mondo di oggi,
continuando a seminare morte,
non sanno quello che fanno.

Padre Nostro…

 

SETTIMA STAZIONE
GESU’ E’ SEPOLTO IN UN GIARDINO

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo

Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

Riparte da un Corpo custodito in un giardino la speranza della Pasqua. E il pensiero alla fine di questa Via Crucis del Myanmar non può che andare alle migliaia di persone che hanno visto i propri villaggi bruciati o distrutti dalla guerra e da anni, ormai, vivono nei campi di fortuna allestiti nelle foreste birmane. È l’esperienza quotidiana anche di numerose comunità cattoliche birmane e persino di un vescovo che – senza più cattedrale – vive sfollato insieme a tutti gli altri. C’è un seme di futuro tra tanto dolore, sotto quegli alberi tropicali.

Signore, rendi
anche noi scrigno
della Tua speranza.
Insegnaci a custodirla
nell’ora della prova.
Per tornare presto
ad annunciarla a tutti
nella luce della tua Pasqua

Padre Nostro…

Per i meriti della sua Passione e Croce il Signore ci benedica e ci custodisca

Amen

 

Se vuoi essere vicino alle popolazioni provate dal terremoto e dalla guerra in Myanmar anche attraverso un gesto concreto di solidarietà, ti suggerisco questa raccolta fondi

Una risposta a “La Via Crucis del Myanmar”

  1. Francesca Bagnato ha detto:

    Signore
    consola gli animi di chi vuole riconquistare la propria libertà, ascolta il grido di coloro che chiedono giustizia.

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