La Via Crucis degli “sbandati”

Tristezza e solitudine, potere e capri espiatori, vittimismo e autodistruzione, bestemmie e inferi: tutto ciò che è umanamente "basso" viene elevato in alto dalla morte in Croce di Gesù
18 Aprile 2025

Targa Tenco per il miglior album (Noi, loro, gli altri) nel 2022. Marrageddon: 140000 spettatori nei due storici concerti del 2023 a Milano e Napoli. Sigla di chiusura della stagione 2024-2025 di Report (Rai3) con la canzone Factotum. Tour negli stadi di Torino, Milano, Roma, Napoli, Messina nel 2025. Tra ricerca interiore e lotta politica ce n’è abbastanza per accostare i testi del rapper milanese (di origini siciliane) ai testi dei vangeli, facendoli interagire all’interno della Via Crucis di VinoNuovo.

 

I^ STAZIONE – GESÙ È TRISTE

Ti ringraziamo o Cristo e ti benediciamo, perché mettendoti in mezzo
hai fatto far pace a due popoli nemici (Ef 2,14-16)

Dal vangelo secondo Marco 14,32-35: Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora.

Su un segno dei nostri tempi, purtroppo, sembra non esservi dubbio: «è finita la pace»! Da un lato, le intricate questioni politiche attuali: «chi finanzia il genocidio a Gaza? Chi comanda? Siamo una colonia e basta»? Dall’altra parte, inevitabilmente, «la gente è stanca, mica le riguarda / vuole stare su Temptetion Island /Il rumore come ninna ninna». Non è un caso, quindi, che l’atmosfera che ci circonda sia quella della tristezza – «per questo canto una canzone triste, triste, triste (…) triste come me” – e si comprende anche la richiesta in crescita di «Pentothal», «troppo Pentothal», per sedare una «fame cronica» con una «pace chimica».

Ti preghiamo, o Signore, almeno Tu donaci «un abbraccio»,
per non farci sentire «il cuore d’intralcio»,
per non abbandonarci alla tentazione di confessare:
«non c’è alcun dio / rincorri i soldi finché muori /
e muoio anch’io / in questa guerra senza eroi».
Ti preghiamo, o Signore, donaci «occhi (…)
capaci di distinguere cos’è realtà» e parole
per non tacere la nostra «umanità».

Padre nostro…

 

II^ STAZIONE – GESÙ RESTA SOLO

Ti ringraziamo o Cristo e ti benediciamo, perché mettendoti in mezzo
hai fatto far pace a due popoli nemici (Ef 2,14-16)

Dal vangelo secondo Marco 14,37.43.46.50-52: Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un’ora sola?». E subito, mentre ancora parlava, gli misero addosso le mani e lo arrestarono. Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo.

Quanti «uomini soli» ci sono ogni giorno nel mondo… Forse perché persi in «dilemmi e sogni» come Gesù nell’orto degli ulivi, o addormentati «al parco» del Getsemani come Pietro, Giacomo e Giovanni; forse perché prigionieri «nei carceri» come Barabba o negli «attici» del potere come Erode e Ponzio Pilato; forse perché capaci di esistere solo «in branco» per meglio giudicare e condannare gli altri, il prossimo; forse perché finiti «nei bassifondi» o «rimasti ai bordi», come tutti gli emarginati prima d’essere risanati da Gesù. Tutti apparentemente «sbandati», «fuori di testa»: «come se una guerra l’abbiamo già persa», ma in fondo tutti «avevamo solamente il sogno di una vita diversa».

Ti preghiamo, o Signore,
per tutta questa «gente con vite sbilenche» che però «non si addomestica».
Non esaudirli quando ti implorano: «oh, Dio, rendimi sordo».
Comprendili quando protestano: «però Dio non rende conto».
Illuminali, invece, con un «sole» che non «splende indifferente».
Ti preghiamo, o Signore,
fai loro incontrare una «vera alternativa»:
«qualcosa» che «può soccorrere» nel «vuoto» che li «insegue»,
una «melodia» che «calma i battiti» della loro «rabbia incorporata».

Padre Nostro…

 

III^ STAZIONE – ERODE E PONZIO PILATO DIVENTANO AMICI

Ti ringraziamo o Cristo e ti benediciamo, perché mettendoti in mezzo
hai fatto far pace a due popoli nemici (Ef 2,14-16)

Dal vangelo secondo Luca 23,8-12: Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. C’erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c’era stata inimicizia tra loro.

Chissà se gli uomini (e le donne) di Potere si riconoscono in questa confessione: «quand’ero bimbo, la diversità era debolezza / perciò non fingo e intingo nel veleno la mia penna / con le buone non cambi le cose / ho la soluzione (…) serve un power slap». Chissà che non sia questo il recondito – e rimosso – motivo per cui tali uomini (e donne) sono cresciuti pensando spesso di essere il «Padre vostro» di qualche «religione», da pregare «tipo Kyrie eleison», sognando dopo la morte di poter esclamare: «sono tornato nuovo di nuovo per finire il lavoro»…

Ti preghiamo, o Signore, affinché
i Potenti della terra comprendano
di vivere in una «fragile bolla che fluttua»,
nella quale «un giorno sei Dio, il giorno dopo sei nulla».
Ti preghiamo, o Signore, affinché
i «quartieri a terra che fanno zona contro zona»
comprendano che si tratta solo di «giochi di guеrra»,
che «c’è un unico inferno» in cui «vince solo chi non gioca,
perché «se ti sparassi, saremmo entrambi senza cervello».

Padre nostro…

 

IV^ STAZIONE – GESU’ CADE TRE VOLTE 

Ti ringraziamo o Cristo e ti benediciamo, perché mettendoti in mezzo
hai fatto far pace a due popoli nemici (Ef 2,14-16)

Dal vangelo secondo Luca. 23, 28-31: Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: – Cadete su di noi! – e ai colli: – Copriteci! – perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».

Come Gesù cade tre volte, così – mentre «una folla assiste» – nel mondo siamo «sempre più vicini al crash». Le «mille bolle» nel «pentolone» del mondo, «così, di colpo» potrebbero fare «crash»: la bolla «finanziaria», «speculativa», «immobiliare»; quella «del clima», «dei confini e dell’immigrazione»; quella dei «social» e dell’«AI»; quella «del presente non vissuto», del «passato come rifugio», del «futuro» che fa «paura». Dappertutto «si allarga la forbice» e «il pericolo» che corriamo è che «non si chiuderà senza qualche collo da torcere», individuato ovviamente dal «potere» di turno.

O Signore, di fronte a queste «cattive notizie»,
davanti a «una guerra in background»,
perché «nessuno reagisce / 
mentre parte il countdown»?
Perché stanno «tutti zitti in un luogo chiuso»
e «nessuno pensa al domani»?
Perché ci sono «generazioni in letargo»
che credono di «cambiare il mondo con i like»,
mentre «i morti con due scrolling te li scrolli di dosso»
e «la tua mente è il playground»?

Padre nostro…

 

V^ STAZIONE – GESÙ È LA “VERA” VITTIMA

Ti ringraziamo o Cristo e ti benediciamo, perché mettendoti in mezzo
hai fatto far pace a due popoli nemici (Ef 2,14-16)

Dal vangelo secondo Luca 23,33.35-37.39-41: Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male».

A furia di imitare (male) Gesù come vittima, siamo diventati «un mondo di vittime». Un mondo in cui, anche se siamo «tutti smarriti, feriti in profondità», pensi che «rispetto agli altri la tua rabbia è più legittima»; un mondo in cui «temi una cosa così tanto che la fai succedere», in cui passi il tempo a chiederti inconsciamente «a chi darai la colpa», in cui se «temi il dolore, poi ti affezioni» ad esso. Un mondo, perciò, in cui vivi «senza più / cercare né confronto né conforto / sostituendo amore col controllo e con lo scontro».

Ti prego, o Signore, di darmi la forza
perché non divenga «vittima di me stesso»,
perché non «mi arrenda al mio lato peggiore» e
non «coltivi il risentimento, perpetui il dolore».
Ti prego, o Signore, di non abbandonarmi alla tentazione
«di farla pagare a tutti», ma di aiutarmi a credere che
«puoi liberartene se vuoi» del «male che hai subito e fatto a tua volta».

Padre nostro…

 

VI^ STAZIONE – GESÙ GRIDA SULLA CROCE

Ti ringraziamo o Cristo e ti benediciamo, perché mettendoti in mezzo
hai fatto far pace a due popoli nemici (Ef 2,14-16)

Dal vangelo secondo Marco 15,33-34.37-38: Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, dall’alto in basso.

Sulla croce, come Gesù, muoiono ogni anno tanti poveri crocifissi dalla vita. Tra questi, un pensiero va ai cosiddetti «factotutm», italiani e stranieri, «legali e illegali», «inchiodati» ai loro «lavori umili» e «saltuari» da «contratti subdoli», «schiavi dei mutui» o dei «piccoli prestiti», «ammaccati» con «vestiti sudici / in buchi umidi» o «in cartoni imbottiti di lana di vetro». Sono «uomini ruvidi» perché hanno sperimentato che non c’è «nessuno che mi aiuta» o «che mi assuma», e che «la vita è “produci-consuma-crepa”», mangiando e dormendo «male» o in «scatolette». Ma sono anche uomini consapevoli che «si crepa già prima di finire sottoterra» e che, se producono «il meno possibile» e rubano «il rubabile», è solo «per ritardare chе crepi l’anima».

Ti preghiamo, o Signore, di ascoltare costoro che, «con occhi lucidi», gridano «Signore aiutami»,
perché «solo Dio sa come si vive qui».
Ti preghiamo, o Signore, di comprenderli quando gridano contro i loro sfruttatori «che Dio li fulmini»,
perché credono che «gli ultimi saranno gli ultimi».
Ti preghiamo, o Signore, di perdonarli quando confessano «che bestemmio appena sveglio», quando «fuori è buio pesto»,
perché pensano che «Dio se ne fotte» di loro.

Padre nostro…

 

VII^ STAZIONE – GESÙ ASSUME E TRASFIGURA GLI INFERI

Ti ringraziamo o Cristo e ti benediciamo, perché mettendoti in mezzo
hai fatto far pace a due popoli nemici (Ef 2,14-16)

Dal Vangelo secondo Luca 23, 50-56: C’era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.

Dalla 1^ lettera di Pietro 3, 18-19: Cristo messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito, in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione. 

La vittoria della morte è «impersonificata» da Gesù: perciò, la vittoria sulla morte è sempre «personale», «personalizzata». Nonostante sia «dura quaggiù» per «la crisi, gli scontri», le «battaglie perse», i tentativi di distruggersi «da solo», a ciascuno di noi è promesso «alla fine» il proprio «lieto fine». Come se ci fosse «un piano», ma «piano piano», per «piccoli step». Si comincia discendendo nei propri inferi, immergendosi e cercando «dentro di me prove / di un portale, di un tunnel di ingresso» per «ascoltare un po’ quello che sento», per pensare «al perché delle cose», per «riprendermi quello che ho perso: me stesso», per riuscire a vivere «nel qui e ora». E si finisce con l’«happy end» dello «scegliere», finalmente, di «tornare alla realtà» ed «essere sé stessi», senza «ipocrisie», senza «maschere».

Ti ringrazio, o Signore, perché «è finita la pace» dell’«accondiscendenza» e
«c’è una nuova pace: la consapevolezza» di sapere «chi sono e cosa voglio».
Ti ringrazio, o Signore, perché «non stavo così bene da un pezzo»,
perché «ho una gioia che si scioglie in lacrime», che «mi travolge ed è folle combatterla».
Ti ringrazio, o Signore, perché «dal fango esco profumato»
e «mi godo il paesaggio che ho ritratto e sembra un Monet».

Padre nostro…

 

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