Invitare a guardare oltre, a uno sguardo altro…

La morte di Lisa Montgomery, la violenza e gli adolescenti, le indagini su Alberto Genovese e sulla chat ‘Shoah party’, il viaggio contro il cancro di Matteo Luddeni, la disabilità e la bellezza nelle foto di Christian Tasso, la tragedia delle case famiglia irlandesi: questi i fatti di cronaca riletti alla luce delle Scritture
17 Gennaio 2021

In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali, alla luce della cronaca quotidiana, fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).

 

– Mentre scoppia il caso degli adolescenti (che organizzano sui social le risse poi attuate realmente o che si fanno tagliare le labbra come “prova del dolore”) e abbondano le spiegazioni dei sociologi (l’incertezza socio-economica, l’assenza della famiglia, la foga di spezzare l’isolamento e di riappropriarsi dello spazio pubblico), non si può dimenticare della crescita costante dell’emigrazione giovanile e del calo demografico. In questa drammatica situazione, ci sono ancora maestri come Eli che formano giovani come Samuele all’ascolto dell’altro che risuona dentro di sé (1 Sam 3,3-10.19)? Bella, in tal senso, ci sembra l’esortazione di Ivano Dionigi: “Gioverà scommettere su altre ‘i’: intelligere, cogliere (legere) i problemi nella loro profondità (intus) e relazione (inter); interrogare, educare alle domande e ai dubbi; invenire, scoprire la storia dei giorni passati e immaginare quella dei giorni a venire…A voi spetta il diritto di “inventare” il novum , l’inatteso, il mai visto, il mai sperimentato; ma anche il dovere di “dissotterrare” il notum dei padri, della storia, della tradizione. Ascoltate il vostro demone, ma vi sia di esempio quella pagina in cui Marco Aurelio ricorda e ringrazia per nome, a uno a uno, tutti coloro che lo hanno aiutato e formato”.

 

In tanti abbiamo sperato e gridato, in nome di un’altra giustizia e di un’altra legge, che Lisa Montgomery non venisse giustiziata (Salmo 39,2.9-10). Condannata a morte per un terribile delitto (l’omicidio di una donna in cinta per strapparle il feto dal grembo), si è cercato sino all’ultimo di ottenere la sospensione dell’esecuzione, perché ritenuta incapace di intendere e volere dopo una vita passata sin dall’infanzia tra violenze di ogni tipo (sessuali, maltrattamenti, lesioni, sterilizzazione a 22 anni dopo il quarto figlio…). Ma l’esecuzione ha avuto comunque luogo, nonostante fossero 67 anni che non si uccidesse una donna e fosse in atto il passaggio delle consegne da Trump a Biden. La persona di Lisa, contrariamente a quanto auspicato dal Salmo 39 (v.7), non è stata sacrificata come olocausto a quel dio ‘sordo’ – e tipico della “classe dirigenziale” – che Papa Francesco ha definito Io? I cristiani favorevoli alla pena di morte non hanno compreso che è anche per questo motivo che ci sono meno persone disposte a dire al Signore “ecco, io vengo per cantarti un inno di lode” (Sal 39,4.8)?

 

– È stato scoperto un giro di prostituzione minorile dietro due agenzie di modelle a Palermo: le giovanissime modelle venivano ‘lanciate’ nel settore della moda, ma solo per ottenerne la fiducia e «in un secondo momento abusarne sessualmente e ‘cederle’ ad amici e clienti che pagavano centinaia di euro per avere rapporti con le vittime». Sono poi ancora in corso le indagini sul noto imprenditore del digitale Alberto Genovese, accusato di violenza sessuale e sequestro di persona per quanto sarebbe avvenuto lo scorso ottobre durante una festa, a proposito di cui disse: «Chiedo di disintossicarmi perché da quattro anni sono dipendente dalla cocaina. Quando sono sotto gli effetti della droga non riesco a controllarmi e non capisco più quale sia il confine tra ciò che è legale e ciò che è illegale». E forse ricordiamo l’inchiesta ‘Delirio’ sulla chat ‘Shoah party’, in cui era emerso che dei giovani di tutta Italia si scambiavano video pedopornografici inneggianti al nazismo e al Daesh, e alcuni di loro avevano accesso, tramite il dark web, alle cosiddette red rooms in cui vedere in diretta – dietro pagamento in criptovaluta – le sevizie sui bambini. Quando veniamo a conoscenza dei contenuti di queste indagini, non riacquistano valore alcune esortazioni bibliche – come quelle di Paolo (1Cor 6,13.15.18) – che possono apparire desuete, ma che sono solo volte a ricordarci che il corpo non è fatto per le impurità? Pensiamo, invece, al viaggio a piedi da Bolzano a Roma, compiuto dal militare Matteo Luddeni dopo la morte per cancro del suo miglior amico, con lo scopo di raccogliere fondi (10000 euro) da donare al Bambino Gesù e alla ricerca contro i linfomi. Oppure agli abitanti di Aradeo (Lecce) che stanno donando il loro sangue per verificare se potranno essere i donatori del midollo adatto a salvare dalla leucemia il concittadino Fabrizio (44enne, marito e padre di due figlie, artigiano produttore e donatore durante la prima fase del Covid di 2 mila visiere per medici e soccorritori), e che comunque sono ora iscritti nel registro dell’associazione donatori midollo osseo (Admo) e sanno che potranno aiutare anche altri malati. Non sono questi dei modi, sempre secondo le parole di Paolo (1Cor 6,19-20), per glorificare Dio attraverso l’uso del proprio corpo?

 

Sin dall’inizio del cristianesimo, nella trasmissione della fede sull’identità di Gesù quale “agnello di Dio”, assume centralità assoluta la testimonianza visiva comune, il “venite e vedrete” da vicino (Gv 1,35-39). Pensiamo al noto volume fotografico ‘Nessuno escluso’ di Christian Tasso, il quale ha riconosciuto il merito dell’evoluzione della propria arte di immortalare le persone con disabilità all’amico Nicola Barchet, imprenditore bellunese e padre di una bambina con sindrome di Down: «è stato lui a insegnarmi che anche gli sguardi solidali possono essere dannosi…Le foto del volume ‘Quindicipercento’ erano belle, ma sbagliate…Guardavo attraverso l’obiettivo e automaticamente cercavo la disabilità da mettere al centro…Con il passare del tempo, il mio sguardo è cambiato e percepivo con forza che la persona non è la sua disabilità…Poi ho imparato, ho chiesto ogni volta al protagonista come volesse essere ritratto…Ho spostato il mio sguardo e la disabilità non è più il primo piano, non ci si accorge di ciò che non c’è ma del bello che c’è…Alla fine gli ottanta scatti sono un’opera collettiva, mia e loro insieme» (qui). A maggior ragione, non è per questo che certe contro-testimonianze comunitarie, dovute a cuori che possono diventare duri come le pietre (Gv 1,40-42), sono ancora più gravi e gravide di conseguenze per lo sviluppo della vita religiosa di un paese? Ecco quanto ricordato dal premier irlandese Micheál Martin in seguito alla pubblicazione dell’inchiesta governativa sui bimbi morti nelle case famiglia irlandesi che ospitavano le donne incinte fuori dal matrimonio: «tutta la nostra società era complice di quello che accadeva nelle case di accoglienza: tutti noi abbiamo trattato quelle madri e i loro bambini con assoluta crudeltà. Tutta la nostra società di quei tempi ha abbracciato un perverso moralismo religioso…una cultura oppressiva e brutalmente misogina…una perversa attitudine verso la sessualità e la sfera intima» – e l’arcivescovo Eamon Martin non è stato da meno, pur con tutte le precisazioni del caso, scusandosi con i sopravvissuti a nome della Chiesa per “le ferite durature” causate.

 

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