STAZIONE I
Gesù condannato a morte
Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?”. Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”. Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia: che ve ne pare?”. Tutti sentenziarono che era reo di morte. ( Marco 14, 61-64)
IL PERDONO DEI FAMILIARI DI SARA
Quanto sia facile unirsi alla folla nella condanna o nella reazione rabbiosa, lo indicano all’opposto i gesti di perdono e di compassione. Come quello dei familiari di Sara Piffer, la ciclista trentina di 19 anni travolta e uccisa a fine gennaio sulla strada dove si allenava. Sull’esempio del fratello Christian, il padre Lorenzo ha subito detto di perdonare l’investitore: “Quando ho scelto di perdonare – ha testimoniato al funerale – il dolore è stato più leggero. Perché se nel tuo cuore lasci entrare l’odio, non c’è più posto per l’amore! Se lasci entrare la vendetta non c’è più posto per la carità”. Un messaggio rilanciato a tanti giovani amici di Sara che hanno affollato la chiesa di Palù di Giovo nella veglia del 31 gennaio scorso.
“O Signore,
insegnaci anche grazie a queste testimonianze a non emettere giudizi precipitosi e facili sentenze di condanna, ma a maturare nel nostro cuore valutazioni ispirate alla compassione e alla misericordia”.
STAZIONE II
Gesù caricato della Croce
Egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
(Is 53, 4)
SCHIERATI CONTRO LA MAFIA
Compie trent’anni una mobilitazione popolare che “si fa carico” del dolore di tanti. Migliaia di persone da tutt’Italia scenderanno a Trapani il prossimo 21 marzo per la XXX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Un evento promosso da Libera e Avviso Pubblico che anno dopo anno ha saputo trasformare il dolore in impegno e la memoria in azione concreta. “La mafia cambia volto – si legge nell’invito dell’Azione Cattolica, una delle tante associazioni coinvolte – , si insinua in mercati globali, nella politica, nell’economia digitale, e proprio per questo l’impegno deve rinnovarsi, adattarsi e trovare nuovi strumenti per contrastarla”. Anche se non scenderemo in Sicilia, sarà un’azione importante seguire a distanza i messaggi lanciati dal corteo che attraverserà le vie di Trapani, “provincia siciliana che è stata per decenni terreno fertile per Cosa Nostra e rappresenta oggi un luogo di resistenza e cambiamento”.
“O Signore,
insegnaci a caricarci sulle spalle le situazioni di sopraffazione più radicate e capillari. Fa che sappiamo sostenere anche a distanza l’impegno coraggioso di tanti cittadini colpiti dai poteri malavitosi, impegnandoci anche nel nostro territorio a prevenire la diffusione di metodi mafiosi, illegali e antidemocratici”.
STAZIONE III
Gesù cade per la prima volta
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
(Is 53, 3)
A TERRA PER UN GIOCO D’AZZARDO
Fra i caduti del nostro tempo ci sono anche le vittime della piaga della ludopatia, che si è diffusa anche nella popolazione più giovane. Come documenta un prezioso dossier di Vita.it gli avvoltoi del gioco d’azzardo volteggiano sempre più bassi sui consumatori giovani: “Un minore su quattro in Italia pratica il gioco d’azzardo – i dati più eclatanti dell’inchiesta. E sono ben 90mila minori giocatori problematici, mentre quelli a rischio di dipendenza o Disturbo da Gioco d’Azzardo (Dga) sono più di 136mila.
“O Signore,
non dobbiamo girarci dall’altra parte rispetto al disagio giovanile. Aiutaci a seguire con occhio responsabile i nostri ragazzi, a offrire loro spazi di dialogo, occasioni di divertimento e di impegno. Per essere buoni maestri e affidabili compagni di viaggio”.
STAZIONE IV
Gesù aiutato dal Cireneo
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. (Luca 23, 26)
IL PASTORE SENZA GREGGE
“Un incendio doloso venne appiccato da ignoti a fondo valle, proprio nella radura in cui pascolavano un anno fa le pecore di Paolo Marsala. Erano quasi novecento. Il fuoco le ha uccise tutte, facendo perdere ogni speranza di futuro al pastore siciliano che non costituiva l’obiettivo dei malavitosi. Però Paolo si sentì distrutto. L’interessamento di amici e conoscenti, l’intervento di tanti compaesani, il crowdfunding gli hanno permesso di riacquistare i capi di bestiame e, a un anno di distanza, la sua attività e fiducia sono tornati”. In questa storia siciliana, raccontata da Buone Notizie del Corriere della Sera nell’edizione dell’11 marzo, è stata la comunità a farsi cirenea. «Ho un debito di riconoscenza verso tutti coloro i quali mi hanno aiutato – ha confidato Paolo – per questo dopo essermi alzato molto prima dell’alba e portato le pecore al pascolo, vado personalmente a bussare alle porte di chi vuole le mie ricotte”.
“O Signore,
aiutaci a seguire l’esempio del Cireneo, a non fuggire dalle richieste di sostegno. Anzi, a saper coinvolgere anche altri nel costruire una rete per accompagnare quanti si trovano la strada in salita”.
STAZIONE V
Gesù viene caricato sulla croce
“Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: “Salve, re dei Giudei!”. (Mt 27, 27-28)
SENTIRSI ABBANDONATI
Sentirsi smarrita perché il marito ti ha abbandonato è come essere caricata di una croce. In questa situazione una signora ha chiesto a papa Francesco “come posso perdonare e come posso tornare a credere alle parole di mio marito?” Sulla rivista “Piazza San Pietro”, il mensile diretto da padre Enzo Fortunato citato il 13 marzo da Avvenire, papa Francesco risponde a questa signora: «Non è facile perdonare, soprattutto quando si è traditi nell’amore, nelle parole, nella fiducia – sottolinea Francesco nel testo scritto prima del ricovero al Policlinico Gemelli –. L’amore nel matrimonio va sempre migliorato, guardando a Gesù, a Maria, all’inno della carità di San Paolo. Se c’è l’amore, l’amore è capace di pazientare, ricucire, riparare».
“Signore Gesù,
nella vita sperimentiamo l’accusa ingiusta, il tradimento da parte di persone care, l’offesa inimmaginabile. Aiutaci a superare questi momenti nella preghiera, nel sostegno degli amici, nel consiglio dei maestri, per trovare la via della riconciliazione o almeno della serenità”.
STAZIONE VI
Gesù consola le donne di Gerusalemme,
Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli”. (Luca 23, 28 – 29)
LA CAMPAGNA CHE DA’ VOCE
“Dare voce alle donne. Quando e dove non ne hanno. Perché della loro condizione ancora troppo svantaggiata – anche nel nostro Paese, dove pure tanti diritti sono acquisiti – si sappia e si parli. E perché le donne ne possano parlare raccontando in prima persona quello che vivono”. Così le giornaliste di Avvenire, in occasione dell’8 marzo, hanno rilanciato la loro scelta di investire nella valorizzazione specifica del mondo femminile e del racconto “al femminile” della realtà. Nel 2023 la campagna per le donne afghane – private dei loro diritti basilari dai Taleban – e poi nel 2024 quella sulle donne di pace – testimoni coraggiose in ogni parte del mondo della possibilità di dialogo oltre le logiche della guerra. Ora ripartono dalle “donne senza frontiere”, quelle che continuano a raccontare le donne anche a rischio della propria libertà e della propria vita, nei Paesi dove il giornalismo è la prima forma di resistenza alla privazione dei diritti e della dignità del genere femminile.
“Signore Gesù,
ti ringraziamo per quanto anche nella Chiesa si muove grazie all’impegno, all’apertura e alla creatività di tante donne. Sostieni in particolare le giornaliste che rischiano la loro vita per la giustizia e per la dignità di tutti nei loro Paesi”.
STAZIONE VII
Gesù muore in croce
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo, spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: “Veramente quest’uomo era giusto”.
(Dal Vangelo di Luca: 23, 44-47)
CON GLI STUDENTI DI NOVI SAD
È l’uccisione di un uomo giusto, come riconosce il centurione vicino. Pensiamo oggi alle migliaia di vittime innocenti di guerre, violenze, invasioni. E ben 15 furono i morti il primo novembre scorso a Novi Sad, per il crollo di una pensilina della stazione ferroviaria che fu ritenuta da molti giovani serbi il simbolo della corruzione nel loro Paese. Da allora protestano e chiedono giustizia: “Siamo ancora qui e tutte le università della Serbia sono con noi, bloccate e in piazza”, raccontano ad Assunta Corbo nel reportage del 3 marzo realizzato per news48.it con altri inviati di testate di giornalismo costruttivo: “ È come se questi ragazzi e queste ragazze abbiano mostrato alla popolazione serba la possibilità di dire la propria, di far sentire la voce con determinazione. E questo, per molti, è già un cambiamento profondo, una strada possibile e percorribile prima ancora di chiedersi se, a livello politico e governativo, possa davvero cambiare qualcosa”.
“O Signore
raccolti in preghiera davanti allo scandalo di questa condanna eseguita, ti preghiamo di non lasciarci indifferenti. Suscita in noi indignazione davanti alla morte degli innocenti e soprattutto l’impegno a denunciare i contesti di ingiustizia e di corruzione che possono provocare altre vittime”.
STAZIONE VIII
Gesù è deposto dalla croce
Là, dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù. (Gv 19, 42).
UN AIUTO IN PILLOLE
Il gesto di cura di chi depone il corpo di Gesù fa pensare a tante attenzioni verso le persone più deboli e indifese. Uno dei problemi degli anziani è legato all’assunzione di farmaci, un’azione quotidiana che desta spesso dubbi e timori. È significativa la campagna di educazione e informazione dal titolo “Pillole di consapevolezza. Farmaci: istruzioni per l’uso’, promossa da Boehringer Ingelheim e realizzata in collaborazione con la Federazione Ordini farmacisti italiani e Federfarma. Dal momento che è facile dimenticare una compressa, scambiarla con un’altra oppure non rispettare la sequenza o gli orari di somministrazione, questa campagna rappresenta davvero un aiuto concreto ai più deboli e a chi si prende cura di loro.
Questa ultima buona notizia è stata anche una delle ultime pubblicate dall’Agenzia Redattore Sociale che dal 10 gennaio scorso ha chiuso purtroppo, interrompendo un servizio di giornalismo sociale prezioso, che merita di essere riconosciuto.
“O Signore,
aiutaci ad essere attenti verso chi si trova nel disagio, a riconoscere la loro fatica e i loro reali bisogni, anche inespressi. Aiutaci a prenderci cura dei guaritori feriti”.
Nella foto, il luogo del crollo della pensilina nella stazione di Novi Sad (foto di Assunta Corbo dal suo reportage per news48.it)
Proseguiamo con iniziative simili. Nel tempo dell’incertezza vivere il Giubileo della Speranza passa anche narrando le azioni anche piccole ma che tengono accesa la Luce
Quanto bisogno di buone e belle notizie! Grazie!
Altrimenti solo l’albero caduto fa notizia, ma quelli che restano in piedi bisogna vederli e cercarli. Buona Quaresima!
Molto originale! Complimenti a chi ha scritto questo appassionante testo
Semplicemente Grazie del dono che ci fate ogni anno per la nostra Quaresima