Triciclo di Palestina

Cosa può evocare l'immagine di un triciclo in mezzo ai terribili accadimenti palestinesi?
28 Maggio 2021

Ho incontrato questo bambino pochi anni fa a Nablus, nei Territori Palestinesi. L’ho visto giocare allegro tra auto sgangherate e case trivellate da colpi di arma da fuoco.

Giocava a correre con un vecchio triciclo rotto, senza la ruota davanti. Correva reggendolo tra le braccia e imitando con la voce il rumore di una moto. Aveva occhi fieri e profondi, meravigliosi di quella terra, anzi, Quella Terra.

Quel triciclo azzoppato, cavalcato da un bambino pieno di sogni, oggi è un pugno nello stomaco. Per lui era la moto più bella del mondo, con cui scoprire, andare, vedere oltre quelle colline punteggiate dagli avamposti illegali dei coloni, forse scappare.

Mancava una ruota.

La più importante, quella che regge, che guida, che dà la direzione. La ruota anteriore su cui appoggi lo sguardo andando avanti, quella di cui ti fidi e quella su cui stringi le tue forze anche quando devi frenare, fermarti, rallentare.

La ruota che unisce, tiene insieme, precede e decide con te la via.

Poco distante da quel bambino, Gesù – seduto sul pozzo di Giacobbe – un giorno aspettò un incontro, lì, proprio a Nablus.“Se tu conoscessi il dono di Dio…” disse diretto alla donna di Samaria. Fu un incontro di parole, di franchezza senza muri e senza giudizio, di scambio, di dialogo. Gesù che invita a scoprirsi esclusivamente sul lato dell’amore, a scavare nei nostri pozzi, a cercare sorgenti, a vivere non riempiendo il solito secchio, ma lasciando spazio, lasciando traboccare acqua buona, donandola e ricevendone sempre di fresca.

L’acqua di quell’incontro è lo Spirito donato da Gesù, ieri come oggi, con garbo e potenza, allo stesso modo.

Il triciclo di quel bambino in questi giorni attraversa la mia preghiera per quella Terra, per quella gente, quei bambini.

La ruota anteriore è lo Spirito Santo, che va con forza invocato da tutte le nostre coscienze, Spirito che è padre dei poveri, che lega, sana, scalda, raddrizza e consola.

Quella ruota è l’Amore tra il Padre ed il Figlio, la ruota di un triciclo su cui ogni vita, soprattutto quella dei bambini, ha bisogno di pedalare sicura.

 

2 risposte a “Triciclo di Palestina”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Eppure anche da un triciclo fatto strumento di movimento anche senza la ruota direttrice, viene di associare quella realtà nella quale alcune persone vivono, dove la distruzione sta davanti in tutto ciò che ne è causa, manca qualcosa eppure lo spirito indomito la sostituisce. Sì perché una terza volontà si è affacciata tra le due quella che pur ha dimostrato di esistere, “essere la ruota direttrice, la terza via, quella che unisce le due, riforma un triciclo, lo vuole, la terza via si è fatta visibile, dove dagli uni, dagli gli altri esistono coloro che vivono, convivono, costruiscono, nella diversità sanno che solo così la vita di tutti può continuare, che darsi la mano aiuta l’esistenza degli uni accanto agli altri. LaPace ha bisogno di essere la ruota direttrice, che corre, entra ed esce attraverso i muri, semplicemente perché sono stati demoliti, inutili barriere, dove lo sguardo può finalmente spaziare su una Terra che da Dio è stata benedetta

  2. Paola Isanella ha detto:

    Sarebbe bello che queste parole arrivassero a chi crivella quei muri e infrange i sogni dei bimbi che corrono su un triciclo rotto…… Alle orecchie dei bimbi che a sei anni (e accaduto nella scuola dove lavoro tra i miei bimbi) vogliono l’iphone 12 per natale e i genitori non sono nmeno del tutto contrari…..
    ….. Lí vorrei che germogliassero queste parole per dare di nuovo una dimensione di pace in tutti i sensi a cui possiamo pensare. Grazie Lella
    Paola

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