Le elezioni colombiane e l’eco di Papa Francesco

Nel programma e nel discorso di insediamento del neopresidente colombiano è possibile percepire l’eco di Laudato sì e Fratelli tutti
29 Agosto 2022

Prima il Messico, il Nicaragua e l’Argentina, poi il Cile, il Perù e la Bolivia, ora la Colombia. Negli ultimi due anni la lista dei paesi sudamericani che hanno avuto un drastico cambio di governo è particolarmente lunga. La Colombia sembra però essere percepita in Europa come un caso particolare. Le elezioni presidenziali di questo Paese hanno avuto un forte eco mediatico internazionale e ciò ha portato anche in Europa ad avere alte aspettative sul nuovo governo. Certo, la scintilla dell’attenzione mediatica è scaturita per vari motivi: siamo di fronte al primo governo di sinistra del Paese, guidato da un presidente che in passato è stato un combattente, ma non c’è solo questo. In un momento di crisi politica, sociale ed economica dei principali paesi sudamericani si fa forza la speranza che la Colombia possa risollevare le sorti non solo sue, ma anche del continente.  Così facendo, migliorerebbe non solo la qualità della vita della sua popolazione ma andrebbe anche ad assumere un ruolo geopolitico determinante. Ciò non solo grazie alla sua posizione geografica e al momento di difficoltà dei paesi più grandi, ma anche per merito di un programma elettorale che ha la pretesa di avere una prospettiva più ampia e aperta rispetto ai confini del Paese, facendosi carico di problemi e crisi che sono globali.

C’è un merito particolare da attribuire alla politica colombiana durante il turno elettorale. Eppure questo merito nasconde un grande rischio. Il merito è che una volta confermata la vittoria di Gustavo Petro, in un momento in cui in molti temevano un golpe, i suoi avversari hanno invece mostrato un grande fair-play. Il presidente uscente Iván Duque Márquez, così come Hernández, il secondo classificato al ballottaggio, hanno riconosciuto la sconfitta e si sono resi disponibili a collaborare per una sana transizione dei poteri. Questo esempio di politica sana e partecipativa nasconde, come dicevamo, un problema. Petro e il suo partito, Pacto Historico, hanno appena 27 deputati su 188 e 20 senatori su 108. Questo significa non solo che non potranno governare da soli, ma anche che l’ambizioso programma elettorale che hanno presentato, dovrà riuscire ad essere condiviso da un ampio numero di partiti. Al momento almeno cinque partiti hanno sottoscritto l’alleanza di governo e si è riusciti a superare così di poco la soglia dei 54 senatori necessari per avere la maggioranza. Va da sé che questa maggioranza è a rischio. L’attenzione mediatica internazionale di cui ha goduto la Colombia negli ultimi mesi è un aiuto esterno a questo governo, ma ora sia all’interno che all’esterno dell’America Latina gli occhi sono puntati sui primi risultati di questo esecutivo.

Il primo motivo per cui questo risultato elettorale è importante è perché ha mostrato a quella parte di popolazione maggiormente sfiduciata dalla politica, che è anche quella più povera, che le cose possono cambiare. Dopo un secolo in cui due partiti (liberale e conservatore) rappresentati da poche famiglie si giostravano gli equilibri di potere, il governo è passato a un outsider e a un partito che esce dagli schemi classici.

Come si evince sopra, capire quale tipo di governo sarà quello di Petro e quali aspettative avere risulta importante non solo per la popolazione colombiana ma anche per il resto del continente sudamericano. È possibile farsene un’idea generale leggendo il programma politico e ascoltando il discorso di insediamento del presidente. Ecco che in entrambe le situazioni quando in maniera diretta e quando in maniera più velata, è possibile percepire l’eco di almeno due delle Encicliche di Papa Francesco: Laudato sì e Fratelli tutti.

Andando al programma e rimanendo a livello di principi, il tema trattato con maggiore peso è indubbiamente quello del cambiamento climatico, assieme alla transizione energetica e alla cura della persona. Particolare spazio e importanza vengono date anche alla riapertura delle relazioni economiche e politiche con paesi come Cuba e Venezuela, su cui da anni vigeva l’embargo, e la volontà di avviare delle risoluzioni che permettano il disarmo dei nuclei armati che vivono nelle zone più remote paese.

Come si può evincere, il percorso da fare per il paese sudamericano sarà particolarmente lungo e complesso. Gli ostacoli saranno molti, ma per un governo che ha dato fin dall’inizio particolare ascolto alle parole dell’attuale Pontefice, si possono ricordare i quattro principi della vita sociale contenuti in Evangelii Gaudium. Questi sono veri e propri fari non solo per la vita sociale ma anche per quella forma della vita comune che è la politica: il tempo è superiore allo spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; il tutto è superiore alla parte.

 

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