Era inevitabile. Anche se sembra che questi adolescenti non ne vogliano sapere, le notizie un po’ particolari arrivano comunque. Fino in classe. “Ma prof. ha sentito il Papa?”. “No, ho provato a chiamarlo ma era occupato…”. La battuta provoca l’inevitabile risveglio dell’interesse su questa domanda di Lucia. “Ha ha ha, bella prof., ma come fa a seguire uno che dice di non apprezzare l’educazione sessuale, perché contro ai suoi principi”. “Ho capito a cosa ti riferisci, e siccome stiamo lavorando sulle regole morali della varie religioni, questo tema mi sembra proprio interessante…”.
La classe nicchia un po’, ma l’interesse di Lucia e la possibilità di discutere liberamente, invece di un lavoro a gruppi come stabilito in precedenza fa il resto. Li capisco, alla 6° ora… “Lucia parte in quarta: “Questo Papa già mi piaceva poco prima, sorride poco e lo fa come se fosse un dovere.. ma poi dopo questa roba sulla educazione sessuale proprio non ci sta. Per me è fuori!”. “Bhè, – dico- credo che prima di esprimere giudizi bisogna conoscere i fatti…”. “Prof, i fatti sono che la Chiesa è ancora contro la libertà delle persone”. Ivan, come sempre, non perde occasione per ribadire la sua pregiudiziale. Per chiarezza dico: “ragazzi i fatti sono che il Papa ha detto di essere contrario a forme di educazione sessuale contrarie alla visione della chiesa”. Ancora Ivan: “La visione della chiesa è che la sessualità va fatta solo per fare figli e dopo essere sposati”. “Veramente non è così, – ribadisco – ma la questione non è questa. Il Papa si riferiva ai corsi di educazione sessuale promossi da governi della Europa che si propongono come visione neutrale dell’uomo, ma in realtà non sono neutrali e fanno passare visioni dell’uomo contrarie alla fede cattolica”.
“Bhè io non credo che ci siano delle posizioni neutrali, soprattutto sul sesso”. Nicola riflette e come sempre trova più equilibrio dei suoi amici. E prosegue: “Non credo nemmeno che il Papa si possa permettere di fermare un programma di educazione sessuale europeo, ma credo che abbia diritto di dire che quei corsi non sono neutrali, ma sono contro la fede che egli rappresenta”. “Ma dai Nicola, come se non fosse vero che il Papa ha molto più potere sull’educazione di tutti i paesi europei messi insieme”, ribadisce Ivan. Nicola riprende: “Bhè lui ha diritto di dire la sua, ma non credo che poi il suo pensiero possa davvero influenzare l’Europa, se fosse così le persone sarebbero più cristiane e non mi sembra davvero che sia così”. “In effetti la gente poi fa quello che vuole – ribadisce Lucia – ma mi da fastidio che il Papa continui a dire sempre e solo male sulle cose che ci sono”.
Siamo andati avanti quasi fino alla fine dell’ora! Ovviamente sono rimasti quasi tutti sulle proprie posizioni, ma questo non è il punto. Il punto è che una legittima e dovuta chiarezza del Papa su questioni che attengono la fede e la morale finisce per essere percepita dai miei studenti, come spesso accade, per una invasione di campo e l’imposizione di una visione dell’uomo per loro inaccettabile. E non credo che i miei studenti siano molto diversi dall’italiano medio.
Rifletto e mi chiedo, forse in modo un po’ ingenuo: ma come mai il fraintendimento delle parole della Chiesa è così vasto e diffuso? E’ dovuto solo alla cattiva coscienza di chi ascolta e legge, o anche al modo, al linguaggio, al contesto utilizzati dalla Chiesa per parlare? Agli occhi dei miei studenti, e di molte altre persone, il Papa e la chiesa sono un po’ come dei vecchi “babbioni” che continuano a dire su contro ciò che non gli va bene, ma ormai non hanno più influenza sulla vita delle persone reali. Si certo i governi potranno anche tener conto, per motivi non certo ideali, del peso della Chiesa, e forse per questo il Papa lo dice davanti agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. Ma le persone reali temo siano molto più lontane dalla visione morale della chiesa. Soprattutto sulla sessualità.
Per me non c’è dubbio che non esiste visione neutrale sull’educazione sessuale, come su molte cose. E quindi è giusto che il Papa sottolinei l’esistenza di visioni antropologiche non evangeliche, anche in cose che il buon senso ci dice essere assolutamente necessarie. Su questo davvero i miei stessi studenti sono la dimostrazione vivente dell’ignoranza sessuale che li abita. Quando una ragazza di terza superiore chiede se si può restare incinta essendo già incinta… O quando un ragazzo di quarta chiede, con sincerità, se si può mettere incinta una ragazza con un rapporto anale..
Ma è altrettanto vero che spesso gli operatori cattolici che fanno educazione sessuale sono così presi dal far passare il valore da dimenticarsi di queste esigenze concrete, anche informative, dei giovani di oggi. Così hanno buon gioco altri operatori che in modo consapevole o anche senza rendersene conto, nel tentativo di colmare questa lacuna evidente, finiscono per far passare un’idea di uomo e di sessualità non certo umana.
Non possiamo limitarci perciò a denunciare la distanza di queste proposte educative dalla visione evangelica, ma è assolutamente necessario e urgentissimo, rintracciare linguaggi educativi e modalità comunicative che siano in grado di aprire un canale con questi adolescenti e nel contempo, ma forse non come prima cosa, aiutarli a percepire il senso e il valore della sessualità umana e cristiana.