La paura di farci domande

Come è messo il nostro cattolicesimo se ancora oggi dà scandalo l'accostamento tra Gesù e Harry Potter sviluppato in una tesina di terza media?
1 Luglio 2024

Giugno e Luglio, tempo di esami. Mentre i ragazzi e le ragazze della Secondaria di II grado confrontavano le tracce d’esame e le altre prove scritte, anche alla Secondaria di I grado si lavorava sodo, con le prove orali degli esami conclusivi del I Ciclo. Nella mia scuola chiediamo agli alunni di elaborare un percorso interdisciplinare collegato ad un tema per loro significativo. Sono particolarmente fiero dei miei alunni di quest’anno che non solo hanno scelto temi originali (da Caparezza al cinema, dalle loro serie preferite ai temi di educazione civica, come la violenza contro le donne e lo sport inclusivo), ma si sono cimentati in collegamenti originali e profondi: al diritto, alla psicologia e alla filosofia, materie non presenti nel loro corso di studi. I temi trattati sono stati talvolta così complessi che ho dovuto sussurrare ad una mia alunna, prima di iniziare: «Ricordati che non è una tesi di laurea!». Ovviamente si tratta dHarryi percorsi controllati, che noi insegnanti abbiamo il dovere di guidare prima dell’esame, lasciando comunque ai ragazzi la libertà di approfondire per dimostrare le proprie capacità.

In particolare mi ha colpito una connessione, che ha fatto “ballare sulla sedia” qualche collega: un’alunna aveva scelto Harry Potter come traccia d’esame (una saga che aveva suscitato più di qualche mal di pancia nell’area ultra conservatrice cattolica, se ricordate, vedi ad esempio qui e qui) e, con l’approvazione dell’insegnante di religione, ha suggerito un paragone tra il ruolo messianico di Harry e quello di Gesù. Da un punto di vista archetipico non c’è nulla di blasfemo: la figura del maghetto inglese richiama in maniera piuttosto esplicita quella del profeta ebreo scelto tra i piccoli e gli emarginati, che nella sua debolezza riesce a incarnare il suo compito e salvare il suo popolo (Davide su tutti, ma anche Samuele, Giuditta, Maria e Gesù stesso). Non è neanche un’idea originale nella letteratura inglese, si pensi a Frodo Baggins ne “Il signore degli Anelli”. Eppure vedere accostare le due figure ha dato scandalo. Come mai? Credo ci siano almeno un paio di ragioni, una più superficiale, l’altra più profonda.

Innanzitutto la mia alunna ha scelto per presentare la sua tesi l’immagine del Cristo misericordioso, che con i suoi raggi luminosi che escono dal petto, accostata a quella dell’attore Daniel Radcliffe con una bacchetta in mano, ricordava quasi un gesto magico, anziché salvifico. Io credo però che se l’iconografia a cui siamo abituati evoca scenari sbagliati la responsabilità non possa certo essere ricercata nel presunto intento blasfemo di una tredicenne e della sua insegnante di religione: mi sembra più ragionevole pensare che la malizia sia nell’occhio di chi guarda, oppure che l’ambiguità stia in un’immagine ormai inadeguata a servire la devozione, perché più che rappresentare la fede di Santa Faustina e richiamare la sofferenza dell’Europa sull’orlo della Seconda Guerra Mondiale, sembra ricordare il cattivo gusto di quell’arte kitsch che proprio dalla fine degli anni ’30 si stava diffondendo nel nostro immaginario estetico, dilagando sempre più.

Ad un livello più profondo, la cosa che mi colpisce è il fatto che qualcuno si spaventi quando si cerca di descrivere l’esperienza di Gesù (ma anche più semplicemente la narrazione che i testi ne danno) come qualcosa di umano, inserito nel suo contesto storico e sociale. Da un punto di vista tecnico, il Vangelo è un genere letterario e in quanto tale può essere analizzato e studiato. Allo stesso modo può essere analizzata (e persino fatta oggetto di critica) la narrazione che di Gesù hanno fatto i primi cristiani, quando lo hanno accostato al dio Apollo, o qualunque altra narrazione che è stata fatta dai cristiani dei secoli successivi. È uno scandalo, ad esempio, dire che il 25 dicembre non è la data di nascita reale di Gesù? Io penso che piuttosto dovremmo indignarci quando i sacerdoti ci raccontano il contrario, magari cantando “tanti auguri a te” dall’ambone!

È uno scandalo pensare la fede o discutere di come è cambiata la sua espressione nei secoli? O davvero pensiamo che l’esperienza cristiana sia rimasta congelata in due millenni? Negli anni ’90 ci si scagliava contro il relativismo culturale, ma così molti fedeli hanno smesso di porsi domande e hanno cominciato ad accontentarsi della dottrina semplificata, banalizzata, trincerandosi dietro ad un’idea di cristianesimo stereotipata e poco dialogante. Trent’anni dopo si gioca ancora in difesa, arroccati su temi che ci rinforzano il senso di identità collettiva e ci facilitano il compito di capire chi sta dentro e chi fuori. Rifiutare le posizioni critiche o dubitative ci costringe alla superficie delle cose, al di sotto della quale però si possono annidare idee pericolose, che sarebbe meglio maneggiare allo scoperto, soprattutto con gli adolescenti, piuttosto che farle agire nascostamente.

2 risposte a “La paura di farci domande”

  1. Maria Cristina Venturi ha detto:

    E’ ovvio che alla base della saga di Henry Potter come di quella del Signore degli Anelli ,e di tanti altri libri fantasy , ci sia la lotta tra il bene e il male . In Harry Potter la parte del male la fa Voldemort che Harry Potter combatte ,ci puo’ essere un parallelismo fra Harry Potter e Gesu’ che ha sconfitto Satana ( Vedo Satana cadere come folgore) lo ha spodestato. Inoltre Harry Potter e’dotato di poteri magici e Gesu’ di poteri taumaturgici . Ma al di la’ di queste somiglianze a
    direi molto superficiali ,manca tutto il resto. E tutto il resto ,cioe’ la sapienza, ,la verità: l’ insegnamento della saggezza ( il Sermone della Montagna”) e’ la parte piu’ importante.Altrimenti appiattiamo il Vangelo ad una novella fantasy.

  2. Enrico Quarneti ha detto:

    È inevitabile essere d’accordo con chi si pone più domande piuttosto con chi cerca risposte. Gesù ha percorso un itinerario umano nuovo che poneva domande, scandalizzando seguaci o meno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)