All’improvviso, nel mezzo del mio discorso, si era alzata senza aspettare il permesso e aveva detto: “Ma Dio non può essere così buono!”. Stavo cercando di mostrare alla classe come si rapporta Dio con noi. E stavo parlando proprio del dato, evidente nella bibbia, della sua capacità infinita di perdonare e che, se il perdono non arriva, è perché l’uomo non vuole lasciarsi perdonare, non una scelta di Dio. La frase della mia studentessa aveva fatto emergere con chiarezza quale fosse la loro difficoltà di credere all’amore infinito di Dio: non poteva credere che un amore così grande, incondizionato, potesse davvero essere per lei.
Mi è tornato in mente questo flash didattico, di almeno 5 o 6 anni fa, ancora nella vecchia scuola, leggendo in questi giorni il bel post di Gabriele Cossovich. Soprattutto di fronte alle reazioni delle persone al tweet di Francesco sull’amore incondizionato di Dio. Credo che la mia studentessa avesse fatto emergere il punto centrale che vale anche oggi. E ho cercato di riflettere sui motivi. Alcuni.
Credere ad un amore infinito, incondizionato, potrebbe essere molto difficile perché, nella vita delle persone, un amore che avesse almeno traccia di queste caratteristiche non c’è stato, o c’è stato troppo poco. Se io non sono stato amato, almeno un po’, in modo incondizionato, non ho in memoria elementi sufficienti per dare consistenza all’idea di amore assoluto. Mi potrebbe apparire come qualcosa di irreale e utopico, perciò sarei portato a riconoscere impossibile tale idea. Salvo poi continuare a percepire una sottile nostalgia da tenere costantemente sotto controllo. Come dire: mi piacerebbe credere alle favole, ma devo ricordarmi che sono favole. Ovviamente questo mi porterebbe ad una enorme difficoltà di credere ad un Dio di amore e forse sarei messo in discussione solo e se incontrassi qualcuno che invece di raccontarmelo e basta, lo vivesse direttamente per me, fino anche a rimetterci.
Ancora. Credere ad un amore infinito, incondizionato, potrebbe essere molto difficile perché ciò entrerebbe in conflitto con l’idea di giustizia che mi porto dentro. Educato a immaginare che giustizia significa “equa retribuzione”, l’idea di amore senza condizioni sarebbe la sua contraddizione. Nel migliore dei casi l’immagine di Dio che ne verrebbe sarebbe sdoppiata: a volte giusto, a volte misericordioso. Salvo poi restare nel dubbio atroce sul quando, e soprattutto sul perché e il per chi, di questa opzione che Dio attuerebbe. Nel peggiore dei casi metterebbe capo ad un Dio giustiziere, freddo e calcolatore in cui la misericordia è una opzione marginale e saltuaria. Assieme alla tendenza ad una fede “moralistica” in cui l’accesso alla salvezza è radicalmente condizionato solo dai miei comportamenti. Come a dire: ti do se mi dai, perciò prima di tutto il dovere, soprattutto nei confronti di Dio.
Ma credere ad un amore infinito, incondizionato, potrebbe essere molto difficile anche perché questo verrebbe a mettere in discussione il paradigma della felicità, con cui interpreto il mondo. La mia studentessa forse era mossa da questa idea: sarebbe troppo bello, troppo perfetto, e non è possibile che tutta questa felicità sia davvero stata costruita per me. Rivelando, ancora una volta, due cose di importanza capitale per la fede: da un lato che siamo noi a porre dei limiti alla nostra possibilità di essere vivi in pienezza, immaginando che la felicità che ci spetta sia limitata e adeguata solo al limitato valore che percepiamo di noi stessi. Dall’altro, che il male è sempre e solo una limitazione del bene, quando accettiamo di far morire qualcosa del nostro desiderio di assoluto, e ci limitiamo alle “briciole”. Come a dire: non ci credo perchè chi troppo vuole nulla stringe, soprattutto con Dio.
Certo, queste motivazioni trovano nella realtà molte occasioni per intersecarsi tra loro e rendersi molto potenti, perciò nessuno è escluso dalla tentazione di entrare e restare in queste logiche. Ma io continuo a pensare che il cristianesimo sia qualcosa di più. Qualcosa che ci invita alla follia di credere alla pienezza della vita. Personalmente vedo che la dove c’è stato alle spalle un amore accogliente e abbastanza incondizionato, il vangelo ha risonanze ancora belle, se viene raccontato come desiderio di Dio di esaudire tutti i nostri desideri. Ogni nostro desiderio porta traccia del bene, anche quando non riusciamo proprio ad immaginarlo. E se siamo stati “a bagno” nell’amore, i nostri desideri sentono che il vangelo è il luogo in cui possono essere accolti tutti e messi in armonia tra di loro.
E chiaro che dopo questa esperienza di base c’è spazio anche per il limite e il compromesso, che però non smette mai di sentire che la pienezza arriverà, che nulla mi è tolto, ma solo riorganizzato e rimandato. Limite e compromesso gestiti non dalla ferrea regola, ma dalla saggezza del cuore e dalla elasticità della mente. Se invece questa esperienza di amore “incondizionato” non c’è stata abbastanza sarò portato a cristallizzare la vita in un limite invalicabile, “che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”. Di fronte a ciò anche il vangelo finisce per rendersi inascoltabile nella sua pienezza, ma al massimo utilizzato per dare credito alla mia rigidità.
Il bello della faccenda, però, è che Dio continua ad amarci anche dentro le nostre rigidità esistenziali che non gli permettono di allargarci il cuore. E ci consente di strutturare un rapporto con Lui anche quando continuiamo ad immaginarlo impossibile, irreprensibile o esagerato. La religione, con le sue regole e i suoi riti, credo si possa definire proprio questo tentativo di dare corpo a relazioni con Dio che “zoppicano”, ma che restano agganciate a Lui, affinchè possano essere redente attraverso il suo amore infinito.
Quoto:
” Se Dio è una realtà, è una realtà di Amore.”
Se è una realtà, i.e. Dio esiste. Cosa è .. cosa diversa, soprattutto NON cosa.
Amore? Giustizia no?
Vuole riempire il mondo d’Amore?
Con il male innocente?
Io mi sbaglierò, sono mica un teologo😭🙃, ma state tentando di RAZIONALIZZARE Dio. Conciliare il suo Amore, la sua Onnipotenza con la realtà.
Mission impossible.
Un altro punto su cui dissento è ” vuole riempire il mondo”. NO.
Il Suo target sei tu, sono me, NON il mondo.
PS. Dio misericordioso significa che ” se fosse x i peccati.. chi si salverebbe..?!”
Ben diverso da dioamore
Pietro, la sua obiezione, se Amore, allora il male? , è purtroppo la causa prima di atesimo nonché svuotamento delle chiese, e che secondo me si spiega solo con il concetto di creazione libera in evoluzione, ovviamente dando per assodato che la Fede è questione di cuore, non di testa..
Infatti non sempre ci serve una risposta, però qualsiasi uomo sensibile, ad un certo punto non può non chiedersi il senso della propria vita, e a volte il Dio onnipotente, misericordioso finché si vuole, ma comunque padrone del mondo, risulta un po’ lontano da quella sete di Giustizia, che è Amore anche quella, che sentiamo salire in noi, che ci indigna quando percepiamo quanto manchi, e forse solo in quel momento ci rende almeno parzialmente umani…forse perché quella sete nasconde la disperata voglia di ri-trovare le nostre radici, il nostro seme di Dio che deve dare frutto, perché il mondo non è altro da noi, come non lo è Dio, perché tutto è relazione..
Seguito…
. Non vale “l’arte di amare” ( cfr Fromm). Il cammino, di cui tu poi parli, sta nell’amare il diverso, non Lui.. perché?….
Scusa se azzardo: non ha molto senso parlare di io che amo Lui. Quello che vivo è sempre e solo l’amore di Lui. Avevi scritto “libertà nn misericordia”
Imo misericordia pure è solo Sua.
E ambedue nn sono né concetti razionali né sentimenti. Sono solo realtà vive.
Che possono solo essere vissute, ma non definite. E meno che meno legate al fatto che Lui soddisfa ogni mia richiesta. Altrimenti che fo? Lo picchio??
Una religiosità da ri-costruire.
A partire da una operazione fondamentale.
Animati da sacro Timor di Dio ( che nn significa paura..🙃😃) :
rimettere Dio al Suo posto senza ridurlo ai ns piccoli movimenti di una breve vita in un limitato spazio.
Invece di candele e candeloni ( cfr Fatima..)
Sia fatta la Tua volontà.
Pietro, proprio perché a Dio non si possono attribuire categorie umane, secondo me dire che Dio è misericordioso, è un po’ come dire al contrario che si lascia prendere dall’ira, come noi, anche se capisco che si possa intendere come una declinazione dell’amore..
Ma se Dio è una realtà, è una realtà d’Amore assoluto, è Amore che vuole riempire il mondo, affinché anch’esso diventi quella realtà, che già possiede perché l’ha e ci ha animato, ma che si deve forse imparare a ri-conoscere in sé, e sentirsene parte.
Questo è un percorso, graduale, e il male purtroppo è il prezzo da pagare per la nostra libertà di scelta…il male del mondo è che manca di Amore, ed è quello che dobbiamo chiedere, affinché entri nelle nostre viscere e ci faccia risorgere..
Carissima Paola, discorso difficile, ci vorrebbero ben + dei 1000 caratteri.
Divido il tuo msg in due.
Prima parli di ‘amore’ di Dio come concetto.
Coscienza d’amore °°…
Come -uno stato di Dio-
Ogni concetto è solo una ns costruzione razionale. NOSTRA. Costruita con parole astratte basate su astratti. Ne esce il dio ns proiezione, cfr Feuerbach. Se vuoi approfondiamo. Dio non è una idea, ma una realtà. Alla quale non si possono attribuire le stesse categorie di amore umane.
PS mi spiace ma sono costretto dai 1000 caratteri a troncare e mandare 2 msg😭😭
Ma il punto è se crediamo a un Dio come il grande vecchio che giudica, con misericordia o meno, più rigoroso o meno, o se pensiamo a Dio come ad una Coscienza di Amore infinito, che a quel punto non ama come una persona, ma rappresenta uno stato, l’Amore, appunto.
Amore, che nella mia vita posso avvicinare più o meno, ma nessuno potrà mai amare al mio posto, neanche il Dio più misericordioso; è un po’ come il percorso, se non arrivo in un luogo, non ci arrivo e basta, non è un premio, né un castigo, ma una condizione di fatto, e dipende esclusivamente dalla mia volontà e dal desiderio di arrivare alla meta.
1) cancel.>1000car.
2)dal passo di domenica scorsa ” basta chiedere ” e altri avallano un dio che concede sempre e tutto, cioè un dio mammone, anche se non piace il termine
3) Ma nella realtà uno non ne vede veridicità. cfr shoah.
4) sappiamo ambedue che spesso nella Parola ci sono contraddizioni.
Imo ben vengano, proprio xchè cosi noi siamo costretti a dirimere, sotto ns responsabilità, cioè a “credere”.
5) nello specifico io trovo che Gesù quando concede ( = miracoli) …
—- è restio
—- chiede consenso al Padre
—- ma soprattutto è mosso da MISERICORDIA.
Vedi Francesco ( vs.B16).
Inoltre è evidente che non sempre, non tutte. Non “ogni richiesta”!! se così fosse sarebbe quello che io chiamo un dio SPIC&SPAN.
L’uomo religioso ha sempre cercato di esaltare il SUO dio, rendendogli un pessimo servizio.
( cfr. Ha sterminato tot…)
Concludo: Dio è AMORE è equivoco. x me Dio è DIO e basta.
“Non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la legge di Mose’ e l’insegnamento dei profeti. Io non sono venuto per abolirla , ma per compierla in modo perfetto. Perché vi assicuro che fino a quando ci sarà il cielo e la terra, nemmeno la più piccola parola, anzi , nemmeno una virgola sarà cancellata dalla legge di Dio ; e così fino a quando tutto non sarà compiuto.
Perché chi disobbedisce al più piccolo dei comandamenti e insegna agli altri a fare come lui, sarà il più piccolo nel regno di Dio . Chi invece mette in pratica tutti i comandamenti e li insegna agli altri, sarà grande nel regno di Dio. “
E pensi che poi è morto in croce, perdonando i suoi accusatori e i suoi aguzzini, accusatori che per intenderci erano quelli che rispettavano la legge…
Libertà, non misericordia.
Gesù ci insegna l’arte dell’ Amore incondizionato, che equivale a dire Libertà, perché non ci si innamora se non per un moto interno del cuore….così non punizioni, non premi, ma scelta responsabile, che determina un effetto in me e nel mondo, nelle nostre mani nel vero senso della parola.
Ma Dio è nel mondo e in noi e guida le nostre scelte, sempre che da parte nostra ci sia un movimento, una richiesta … …ecco il senso della preghiera, secondo me… richiesta di luce nel buio….solo chi si sente povero, vuoto di Spirito, si avvicina a Dio, può riempirsene e riversarlo fuori di sé.
Guai per noi se Dio non fosse buono oltre i limiti di cui noi siamo capaci!Non possiamo misurare nulla di Dio se non è percepibile dalla esperienza che si accerta di Lui. Non basta la sola intelligenza a discutere in merito se non è suffragata dal contatto che il fedele vuole avere vivendo.Se una donna non diventa madre, non potrà mai sapere appieno cosa sente di nuovo rispetto a prima.E’Dio che ha anche creato l’amore perciò ne siamo capaci se lo vogliamo, e il volerlo non è sempre facile per questo attingiamo alla sorgente. La parabola di ieri insegna, e pedagogica, il nostro volere è importante per Dio il quale si rende partecipe nel l’operato. Quei miracolati dove solo uno è tornato indietro a ringraziarlo sono esempio e di non rendersi conto di quanto hanno ricevuto e per questo non credere ad aver ricevuto un amore immeritato.Le Parabole sono formative basilari per il credere, segnavia tascabili come anche Papà Francesco riferisce,
Accettare Dio=Amore non ci riesco.
Perché ne deriva la immagine di un Dio Mammone, in netto contrasto con la realtà. Anche il chiedete e vi sarà dato è incongruente. Non semore, non comunque.
Ho provato ad impostare la mia relazione con Dio su AMORE e basta. Non funge. Non ha senso vivere in estasi.
Imo procedere con le pinzette.
Prima definire ‘amore’.
Dio Padre/Madre.
Ma forse il vs. Genitore vi concedeva TUTTO ciò che chiedevate?
E questo è davvero uguale ad Amore infinito? O invece arreca un danno infinito? ( Exp. Personali..😭)
Mi sembra evidente che la tesi “Dio è Amore” porta, con buona pace di B16, al rifiuto x discernimento.
Che la parola amore faccia rima con mammone e con un genitore che concede sempre tutto è una percezione sua, non un dato oggettivo…