Premessa: Vito Mancuso è un rispettato pensatore ma non è un teologo (tanto meno cristiano), ma si fregia di questo titolo perché così gli è più facile essere una “voce fuori dal coro”, in quanto qualora si definisse filosofo gli sarebbe ben più difficile attirare l’attenzione e avrebbe bisogno di dare più spessore alle sue argomentazioni per poter partecipare al dibattito con gli altri filosofi.
Detto questo, come spesso accade, ogni provocazione (anche la più sterile) può essere l’occasione per suscitare il confronto su un argomento di rilievo. In questo caso, rifacendomi alla querelle comparsa sulle pagine de La Stampa a partire dall’estratto di un articolo di Roberto Repole (pubblicato sulla rivista Vita e Pensiero), cui ha risposto lo stesso Vito Mancuso e a cui è seguito un intervento di Maurizio Gronchi, l’argomento di rilievo che sembra emergere è l’effettiva possibilità di tutelare la pretesa della fede cristiana di trovare la salvezza unicamente in Gesù Cristo di fronte al plurale e ampio panorama religioso-spirituale contemporaneo. In sintesi, è davvero possibile affermare che il cristianesimo, con la propria univoca fede in Gesù Cristo, mini alla radice la possibilità di un effettivo dialogo con le altre religioni? Insomma, come titola l’articolo di Mancuso, è davvero necessario “meno cristianesimo e più spiritualità”?
L’oggetto del contendere non è certo una novità e nell’attuale società pluralista assume sicuramente un rilievo di primo piano. I termini in gioco, tuttavia, non sono così semplici e il discorso richiede diverse puntualizzazioni. Ad esempio, cosa indica effettivamente questa salvezza che si potrebbe ottenere solo in Gesù Cristo? E cosa significa distinguere tra l’attuale bisogno di “spiritualità” e la pretesa di fede del “cristianesimo”?
Secondo Mancuso la crisi attuale del cristianesimo (ben tratteggiata dallo stesso Repole) indica che la fede cristiana “non sa più intercettare il motivo principale che spinge da sempre gli esseri umani a credere in Dio e ad avere una religione”. Quale sarebbe questo motivo? “Coltivare nella propria esistenza la dimensione spirituale”. La prospettiva di Mancuso distingue nettamente tra “vita” e “vita spirituale” e in questo orizzonte il “giusto” atteggiamento religioso dovrebbe intendere il divino, lo spirituale come una realtà amorfa, indistinta, che tutto comprende, tutto accoglie ma non si lascia “personificare”. Hegel parlerebbe di “una notte in cui tutte le vacche sono nere”. Questo modo di pensare è certo molto in voga. Basti pensare, ad esempio, al lavoro teologico di Paolo Gamberini, non a caso strenuo difensore del pensiero di Mancuso. Ci domandiamo, però, a che cosa serve in effetti una “spiritualità”? Cosa significa coltivare una vita spirituale? È qualcosa che dovrebbe separarci da questo mondo, da questa realtà, cercando il proprio senso, la propria felicità in un “cielo” spirituale, dove non ci sono più differenze e tutti possono riconoscersi appartenenti all’unica divinità? E come si dovrebbe determinare questa divinità, che dovrebbe essere una sorta di “panacea” delle fedi? In realtà è proprio questo il punto. Essa non dovrebbe determinarsi, deve rimanere “senza volto”, indistinta, “nera” come la notte di Hegel.
È evidente come la prospettiva cristiana sia quantomai lontana da questa prospettiva; questo però significa davvero essere intransigenti e procurare “divisioni, persecuzioni, e non di rado violenze e guerre di religione”? Per rispondere, per quanto ciò richiederebbe un’ampia articolazione, ritengo si debba partire da due punti fondamentali.
1. La salvezza, che secondo il cristianesimo si trova solo nell’uomo Gesù, è una salvezza incarnata. Si tratta di una spiritualità che non chiede di “liberarsi” da questo mondo, di “perdersi” in una divinità indistinta in cui ogni singolarità, ogni libertà, ogni storia si perde e si dis-perde in un unico “amore” divino. L’uomo Gesù è il cuore della salvezza cristiana perché solo così si può custodire il fatto che la salvezza così come Dio la vuole è qualcosa che riguarda tutti e ciascuno, e non è una notte dove tutto è indistinto. La risurrezione di Gesù, fondamento della fede cristiana, afferma che ogni singolo essere umano è voluto, atteso e amato da Dio in sé e per sé e in Dio ha già il proprio posto, e solo se è successo una volta per tutte a un uomo vero (Gesù) può essere vero per ogni essere umano. La fede cristiana è l’unica (per quanto spesso se ne dimentichi) a custodire e tutelare questo radicamento nella carne, nella storia, e lo può fare solo perché al suo cuore c’è il Dio-uomo Gesù, non uno spirito, non un amore disincarnato, non un sentimento o uno stile di vita, ma un essere umano concreto, che nella sua vita vera, concreta ha rivelato l’essere stesso di Dio come Padre, Figlio e Spirito.
2. Il dialogo con altre religioni è allora irrimediabilmente compromesso? Qualcuno (come Mancuso) riterrebbe di sì. Il problema, in realtà, è che anche in questo caso il dialogo sembra possibile solo nel momento in cui i partner rinunciano al proprio punto di vista, alla propria identità, al proprio essere. Ma non è proprio la verità, la consapevolezza di chi si è, a rendere possibile il dialogo e l’incontro con l’altro? L’ingenua convinzione è che solo tra persone “senza volto”, solo nell’hegeliana “notte nera” dove l’uno non si distingue dall’altro, sia possibile un mutuo riconoscimento, perché laddove non si hanno caratteristiche proprie è possibile trovare un comune punto di contatto, una zona grigia dove in realtà nessuno ha un proprio luogo. In realtà, ogni religione (se è vera e autentica) ritiene di custodire una verità per la quale si può arrivare a offrire persino la propria vita, come testimoni autentici (martiri, per l’appunto). Non è possibile quindi chiedere di ridurre ogni religione ai minimi termini, in una “notte dove tutte le vacche sono nere” così che non ci saranno più differenze. Il dialogo è possibile non sospendendo la propria identità (sia essa cristiana, musulmana, ebraica, panenteista, buddhista…) ma rendendola esplicita e facendone un punto di forza e di partenza, affinché l’uno possa davvero conoscere l’altro per quello che è e poter così trovare un terreno comune su cui confrontarsi. Una spiritualità amorfa, senza personalità, in cui chiunque potrebbe (in teoria) trovarsi a proprio agio perché la singolarità di nessuno è custodita per sempre, non è in alcun modo degna di nessuna ricerca umana del senso, non è all’altezza di nessuno che davvero pensi che il senso della propria esistenza è irriducibile al semplice esistere su questa terra, in questa storia, e pure è convinto (come il cristianesimo) che proprio questa vita è il punto di partenza irrinunciabile per misurare il compimento che ogni religione può offrire, ciascuna a proprio modo.
Questi due punti, dal mio punto di vista, sono imprescindibili e sono da recuperare seriamente per comprendere il valore del religioso e dello spirituale, non solo cristiano ma in quanto tale, contro ogni riduzione “spiritualista” (non spirituale!) della fede, contro ogni scappatoia da questa storia, da questo mondo, da questa carne che, secondo il cristianesimo, Dio stesso non si è rifiutato di far propria e che per questo è degna di ottenere l’eternità, di esserci per sempre, addirittura di rivelare in sé, proprio nel suo essere finita, la grandezza e la bellezza divina da cui da sempre è chiamata e voluta.
Mi permetto una breve risposta cumulativa. Il mio articolo non condanna nessuno, tanto meno le religioni non cristiane. L’obiettivo era capire che la centralità di Gesù non è un criterio per definire il cristianesimo esclusivista o violento verso gli altri. Che poi ciascuno, seguendo la propria religione, possa compiersi come umano, è pacifico.
Secondo: la ricerca della verità non significa possederla e francamente, per un cristiano, la ricerca della verità è indispensabile.
Terzo: Mancuso. Ho già scritto su un post che essere teologi non è una qualità umana, quindi non è un giudizio sulla persona ovviamente. Ma non basta studiare teologia per essere teologi (come basta non studiare medicina per essere medici). Il teologo ha un riferimento alla rivelazione e una responsabilità verso una comunità. Tutto questo in Mancuso non c’è, quindi è un pensatore. Grazie a tutti delle risposte!
Triste che lei inizi l’articolo attaccando in modo non veritiero Mancuso. Dopo le prime righe non ho ritenuto di proseguire la lettura. Peccato.
A me però pare che la questione fondamentale posta da Mancuso fosse questa: se la salvezza è solo in Cristo, tutti quelli che non credono in Lui – la gran parte dell’umanità, passata e presente – che fine faranno? Si può pensare che saranno destinati alla dannazione eterna? Gandhi, un nome a caso, è andato all’Inferno?
Credere di possedere la verità e disprezzare chi la pensa in modo diverso, arrogarsi di essere il vero cristiano…beh! Direi che è molto poco cristiano.
In passato, modi simili hanno portato morte e follie!
Articolo e commenti mancanti di Stupore,Ricerca, di richiamo di amore + profondo che concretizza nelle lotte e gioie di tutti i giorni. Non si conosce il NON cristianesimo. I commenti su cosa sia Dio, uomo, incarnato, energia, vacche nere etc la dicono lunga su come NON iniziare un dialogo costruttivo.
DIO? Nessuno l’ha mai visto. I nostri sistemi filosofici occidentali?Ne esistono altri. Le religioni naturali lo sciamanesimo induismo il Buddha Islam taoismo? sono patrimonio dell’umanità!
Chi ha vissuto pregato conosciuto toccato tutto il resto che non è mondo cristiano? La gente nel NON cristianesimo impregnato di spiritualità ha trovato guarigioni pace interiore compassione.C’è chi ha fatto scelte seguendo il flusso provvidenziale. Molti trovano una gioia profonda di esistere ed essere gratitudine. Vorrei vederli esplodere di gioia nell’incontro con Cristo. La Chiesa occidentale ahimè non è pronta, ancora sceglie Barabba; tuttavia qualcosa si muove… Speriamo
Articolo e commenti mancanti di Stupore, di Ricerca, di richiamo di amore + profondo che concretizza nelle lotte e gioie di tutti i giorni. Non si conosca il non cristianesimo. I commenti su cosa sia Dio, uomo, incarnato, energia, vacche nere etc la dicono lunga su come NON iniziare un dialogo costruttivo.
DIO? Nessuno l’ha mai visto. I nostri sistemi filosofici occidentali?Ne esistono altri. Le religioni naturali lo sciamanesimo induismo il Buddha Islam taoismo? sono patrimonio dell’umanità!
Chi ha vissuto pregato conosciuto toccato tutto il resto che non è mondo cristiano? La gente nel non cristianesimo impregnato di spiritualità ha trovato guarigioni pace interiore compassione.C’è chi ha fatto scelte seguendo il flusso provvidenziale. Molti trovano una gioia profonda di esistere ed essere gratitudine. Vorrei vederli esplodere di gioia nell’incontro con Cristo. La Chiesa occidentale ahimè non è pronta, ancora sceglie Barabba; tuttavia qualcosa si muove… Speriamo
Proprio sicuri che il cristianesimo è l’unica religione incarnata? Mah… Comunque Mancuso ha ragione a dire che il problema è la religione in sé (qualunque religione). Nel caso cattolico, ad esempio, siamo indotti a credere cose che ormai non c’entrano nulla con la nostra storia, a ripetere narrazioni moralistiche o esortative che non possono più convincere
No, la Parola espressa in Parabole e’Chiara proprio a qualsiasi livello non solo di intelligenza, parlano alla ragione e ai sentimenti primari amore in primi, così come quando nell’uomo albergano altri sentimenti. Anche un analfabeta sa leggere la storia sacra nei dipinti di semplici come grandi artisti, nei sperduti capitelli di montagna, le croci nelle alture tutti segni di uomini credenti che parlano a Cristo. Quando in una scuola non è presente anche questa cultura, tutta la materia rimane mancante di un elemento vitale, utile alla persona studente, conoscenza che aprirebbe a una maggiore libertà di pensiero , come a leggere Dante, Manzoni, il , “Gesù di Nazareth” di Papà Ratzinger vera opera perché conduce il lettore a profonda conoscenza dell’uomo Dio, strabiliante. Così Papa Karol Wojtyla tutti i suoi scritti indirizzano, spronano al coraggio e solerzia nel seguire Cristo e attraverso Lui meglio rivela l’uomo a se stesso, “Veritatis Splendor”,
Si difende la propria identità solo ammettendo l’identità altrui.
Gesù salva mostrando la Via per arrivare a quel Cristo che è Principio interiore di ogni uomo, vera Identità, al di là dell’apparenza.
Se per me la Via di Gesù è Verità, la devo comunicare, ma è la pretesa che quella sia l’unica strada per la Verità, che può portare ad errare.
Le religioni sono uno strumento per arrivare a Dio, non sono il fine..
Non è presunzione pensare che Dio sia in noi. Se Dio è l’Infinito, nulla è al di fuori…tutto è in Dio, e Dio è in tutto..
Dio non può essere confinato in una Realtà a sé, sarebbe un qualcosa, non l’Assoluto Principio di ogni cosa..
Secondo me la crisi della religione testimonia che l’uomo cerca quella Verità e Bellezza che unisce..
Possono esserci scossoni ed errori, ma una nuova lettura teologica, ad esempio come Gamberini tenta di fare, è necessaria, se davvero amiamo l’umanità e la Vita che esprime.
La salvezza senza bto, lo spiritualismo, non sono nulla di nuovo, e’ una vecchia vecchissima eresia chiamata gnosi. Secondo questa eresia non c’ e’ bisogno di essere salvati, ci si salva da se: ,naturalmente in una ristretta cerchia di eletti, di colti, di conoscitori della verita’ e della spiritualita’ . Il povero africano analfabeta e non legge ne’ conosce la ” sapienza” e’so stato battezzato e crede in Cristo Salvatore e finisce magari martire ,non vale nulla in confronto ai nostri cari teologi gnostici,colti ed intellettuali, con la biblioteca piena di libri, Vito Mancuso
in testa. Per loro il sangue versato sulla croce e quello versato dai martiri e’ troppo volgare e materiale , troppo poco spirituale
Dobbiamo tutti convertirci maggiormente ad un’approccio Biblico più serio e più vissuto. Mancuso lo ha perso da tempo, anche se continua a citare la bibbia a proprio uso e consumo. Ma anche la Chiesa continua a non appoggiare la propria teologia sulla bibbia, ma sulla filosofia di turno che ciascun autore preferisce.
La questione dell’identità, ad esempio, non si risolve se non ascoltiamo la scrittura e continuiamo a preo uparci di definire i confini delle rispettive identita (pure Mancuso fa lo stesso!!)
Il dialogo con altre religioni, come dai Papi perseguito e cosa possibile ma incontra dei limiti, però malgrado ciò è possibile raggiungere degli obiettivi in comune: oggi pausa alla guerra in tutti i fronti, o la solidarietà tra Paesi in difficoltà, la Carità ….,in tutto questo vi è lo Spirito di Cristo. Sta nella Persona stessa di Cristo quella Spirito che diventa vita alla nostra vita anche nel quotidiano, influisce nelle scelte, spesso per questo conflittuali alla nostra volontà, che interroga e illumina circa il concetto di “libertà” giusta, che apre al desiderio di verità. La Verità richiede il coraggio di testimonianza, incontra e suscita contrapposizioni, tra bene comune e giustizia: le guerre stanno falcidiando vite innocenti, riducendo alla fame, aumentando le povertà globali,! Quando un Tempio viene distrutto si pensa che si può ricostruire, ma l’animo umano è un tempio che se distrutto le rovine parlano di dolore umano patito inestinguibile
Si, da solo Gesù Salva: una convinzione da credente provata, dal fatto che Gesù Cristo ha dimostrato essere l’ultima Parola di Dio Padre all’uomo, il quale che ancora ai giorni nostri dimostra coltivare dubbi “Chi Egli sia”. Egli ha dimostrato quale sarà il ns. volto quando avremo accesso al suo regno, da risorti a vita per sempre. (Siracide 2, 5) si comprende meglio che cosa significa avere Fede in Lui Uomo-Dio. Perché Gesù Cristo e esempio da imitare come persona che insegna cosa significa amare, non solo se stessi e anche dove l’intelligenza umana abbia a rivolgersi come Maestro di vita ma anche Figlio del Padre. Non un profeta, non un “brav’uomo” Buono oltre misura, non dai miracoli, che l’uomo di oggi ebbro di successi in ogni campo, si sente di avere ragg.potere. ma per chi ha fede A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio ma agli altri solo con parabole perché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Lu.8.14)
Premesso che il Gasperini mi bannô subito sul suo blog ( mi pare che criticavo la divinizzazione dell’uomo ..) mentre col Mancuso sono molte le cose che ci dividono.. ma fu distacco quando scrisse che Dio sarebbe Energia.. ( tipico: ricordo quel biologo x il quale Dio=Entropia..))
Focus su spiritualità che vuol dire tutto cioê niente. Invocato come contrario di materialità da cui imo
NON si puô prescindere!!
Offro la mia interpretazione.
1) Non point-out la Missione su Gesù.
2) del quale il msg è TUTTA la sua vita , ben piû che la Resurrezione.
Quindi all’altro va portato se stesso, SE io vivo in/con Gesû