Ce lo ricordiamo benissimo: lo scorso anno sono spariti i film al cinema, e di conseguenza gli spettatori. Anche la musica è sparita, perché passato il momento delle canzoni affacciati ai balconi poi abbiamo preferito abbassare il volume. Nel 2020 sono spariti i menu, perché siamo spariti noi invitati a pranzi e cenoni (accontentandoci di tavolate più ridotte e minimaliste). Lo scorso Natale eravamo alle prese con altri problemi. E quindi altre ricerche. Dpcm, zona rossa, arancione, poi gialla. Spostamenti, autocertificazione, restrizioni, lockdown. Covid-19.
E oggi? Quanta ansia, quanta fretta, quanto bisogno di tornare alla ‘normalità’. Quanto affanno nel cercare di costringere ogni cosa dentro le nostre previsioni e aspettative (legittime, ma così fragili).
Ecco perché non capisco i “Calendari di Avvento” pieni di gadget, che fanno corrispondere l’Avvento ai primi 24 giorni di dicembre… e non penso (con insano integralismo) che faccia bene alla salute interiore avere ogni santo giorno (dal 1° al 24 dicembre) un cioccolatino da mangiare, o una grappa da provare, o un aperitivo diverso da gustare, o uno sconto da utilizzare, o non-so-bene-cosa da consumare. L’Avvento serve per fare spazio, per aprire l’animo, non per imitare Pacman (videogioco preistorico) che mangia tutto quello che incontra.
L’Avvento non è una parte del calendario civile, perché non riguarda il nostro tempo e le nostre misure. L’Avvento non è il conto alla rovescia per il Natale, anche se la memoria grata di quella (quella!) nascita ci riempie di dolcezza e ci fa stupire per ogni vita che viene ostinatamente al mondo. L’Avvento non nasce da noi, ma è provocazione: è un invito, che la liturgia – noiosa, spesso, ma nel suo intimo così sapiente – ci aiuta a riconoscere e coltivare.
“Chi cercate?” – dice Gesù, voltandosi verso i discepoli del Battista che erano stati ‘spediti’ dietro di lui. Per noi oggi vale la stessa domanda: non è la parola ‘Natale’ che salva, anzi potrebbe essere fuorviante, sovraccarica com’è di significati aggiunti – come un dolce troppo farcito e stucchevole – o consunta e privata della sua forza originaria. Chi è che cerchiamo?
L’annuncio che il tempo di Avvento cerca di far risuonare è che la vita non ce la diamo noi, che non siamo padroni del nostro inizio, ma che ogni inizio, ogni fecondità, ogni benevolenza viene da un Volto che, in Gesù, trova il suo ritratto più fedele, imprevisto e per certi versi inverosimile. Ecco perché l’Avvento cristiano è un bellissimo tempo, fuori da ogni calcolo e oltre ogni pretesa: un tempo che ci libera, che ci risana, che ci aiuta a cambiare orizzonte. E ci apre allo stupore e al dono.
Il calendario d’avveto preparato da me per mia figlia è una scatoletta con tanti cassettini,ognuno di loro contiene una frase che rappresenta la nascita di Gesù
Nient’altro
I calendari dell’avvento laici sono un modo di vivere l’attesa…. certamente collegati ad un certo consumismo ( ma a Natale non c’è forse e da sempre un consumismo più o meno sfrenato a seconda delle tasche).:Io vedrei anche se certamente con una certa opacità, un modo di tenere viva una tradizione ” cristiana” in una realtà ormai scristianizzata. Dunque come qualcuno ha detto nei commenti, cerchiamo di valorizzare gli aspetti positivi. Ormai la strada non è nel distinguere ( la dottrina, la fede pura) ma nel riconoscere i deboli segni che non ancora sono stati cancellati dai non credenti o dai ” super credenti”. Ecco a mio avviso il punto di partenza….debolissimo ma ancora ( per poco?!) presente .
Una cosa è certa, di quella Nascita in povertà tutto il mondo la conosce, quello credente e non, tutti sanno che il 25 dicembre un Dio, è sceso in Terra e questo evento e grande per perché è invito alla Pace a gioire per il dono della redenzione una bella Notizia che è per ogni uomo che aspiri a Gioia senza fine. Sembra che il mercato abbia tratto un tale beneficio da offuscare con beni materiali la finalità di questa Nascita , fiorente il dono di cose. Un mercato che oggi un virus ha ridimensionato, E più luce irradia la festa per il Natale vero, la venuta di un Salvatore nel mondo e’il dono più prezioso, la Buona Novella che porta ai poveri, e di povertà oggi il mondo è pieno, attanaglia il cuore dell’uomo. Il virus ha di suo smorzato l’euforia di godimento materiale, il vuoto si riempie di silenzio, un Avvento che induce a riflessione, la speranza è come luce di candela scalda l’animo provato, e apre a una attesa di qualcosa di nuovo, di bene per tutti
L:appiattimento del Natale e del Tempo di Avvento data da quando si da’ad esso solo.il significato della nascita di Gesu’ a Betlemme. In realta’ l’ Avvento e’ un tempo forte di penitenza, come la Quaresima, perche’ si aspetta la Seconda Venuta del Cristo, che verra’ a giudicare i vivi e i morti. Questo si capiva bene nelle letture delle domeniche di Avvento secondo il Rito Tradizi io male e romane ancora oggi nelle liturgie delle comunita monastiche. Tutto il resto , alberi di Natale, regali, non e’ piu’ cristiano,e’ neo-pagano.
é più che condivisibile la riflessione con un però. ovvero perchè non passare dalla “demonizzazione”, al dito contro ormai su mille realtà che minano il messaggio e l’azione cristiana, alla proposta positiva? “I figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della Luce”… allora facciamoci furbi. Spieghiamo, formiamo, evangelizziamo anche trasformando una realtà discutibile e sviante in annuncio. Facciamo (come so che si è fatto) un calendario dell’avvento, che parte dalla prima domenica, con le caselline dove dentro c’è un’azione da compiere, un percorso che ti aiuta a quell’incontro straordinario del DioBambino.
invece di essere, scusate la banalizzazione, come dei bambini arrabbiati perchè gli viene tolta una cosa bella, noi la rendiamo ancora più bella perchè facciamo scoprire il dono e lo stupore
Roberto, i calendari di Avvento ‘sani’ ci sono da anni (vedi proposta oratori milanesi). Quel che sorprende è la mancanza di cura per il valore del segno, che viene storpiato e ridotto ad altro.
Mia figlia 20 anni fa aveva due anni e preparavo il presepe su un tavolino largo e basso perchè lei potesse giocare con le statuine.
Le piacevano le luci e soprattutto quel bambino nella culla che metteva a dormire ogni sera.
Anche gli altri personaggi erano messi sdraiati a terra al momento di andare a letto.
Non ho mia capito il perchè di quel gioco infantile ma doveva amare molto la storia che le era stata raccontata.
Penso che i bambini tengano molto a cose che loro reputano importanti come il calendario d’avvento per contare i giorni che precedono il Natale. Noi abbiamo perduto la bellezza dell’essere piccoli.