Quando penso al Paradiso, e ci penso spesso, lo immagino come una grande sinfonia, come un concerto meraviglioso nel quale i Santi cantano all’Altissimo melodie dolcissime che esprimono amore, gioia, gratitudine immensa. In questo coro grandioso, il canto dei vegliardi si intreccia con quello degli infanti. Quello dei Santi e dei Beati, con quello dei Servi di Dio. In Paradiso non faremo altro che amare e lodare Dio in una festa senza fine. E il Direttore del Coro celeste sarà proprio Gesù, il Figlio di Dio. Quando Egli aprirà la Sua bocca per cantare con la Sua Voce soave, calda e vibrante: riempirà di celeste melodia tutto il Regno dei Cieli. Anche gli Angeli uniranno il loro canto, dolce e melodioso, a questo meraviglioso coro rendendolo ancora più solenne.
A questo grande concerto però ci prepariamo su questa terra. Ognuno di noi è chiamato a comporre con la propria vita una melodia, bella da ascoltare, gradita agli orecchi di Dio e del prossimo. La vita quaggiù è come la prova in vista del Concerto finale. Qui impariamo ad “accordarci” alla volontà di Dio che altro non è se non che ci amiamo gli uni gli altri come Egli ci ha amato e ci ama. Durante le prove, si sa, qualche sbaglio è ammissibile, in Paradiso poi ci sarà la sinfonia definitiva, una sinfonia meravigliosa, senza errori e stonature.
La storia si aggrappa alla vita armoniosa dei Santi come ad una sinfonia che riaccende la nostalgia del bene, del vero e del bello. Il mondo ha bisogno di storie di bene che contrastino le storie di male. Di cuori puri, liberi, misericordiosi e compassionevoli; appassionati nel compiere il bene e che si prendano cura di donare gioia, amore e attenzione al prossimo, con tenerezza. Oggi non c’è bisogno di grandi Profeti, ma di piccoli profeti che vivano con semplicità, senza chiasso, senza integralismi il Vangelo nella vita quotidiana, nella ferialità. E questi sono come stelle, come astri del cielo e della storia: basta saperli scoprire. Non dissipiamo il tesoro di bontà presente anche nelle nostre case, proprio vicino a noi.
La vita dei Santi e Testimoni della Fede è come una melodia ben riuscita, in cui ogni nota è al posto giusto. La caratteristica che li contraddistingue è di essere persone felici, pur in mezzo a tante e svariate prove. Da essi promana un’aura di gioia. Da questo li riconosciamo: hanno luce negli occhi e una bellezza che viene dal cuore guarito. Il brano musicale che i Santi hanno composto ed eseguito nella loro vita s’intitola “Amore” e l’esecuzione “senza sosta”.
Come un “accordo sospeso” il nostro essere si realizza compiutamente solo se “risolve” in Dio. Non è forse vero che nel cuore di ogni essere umano c’è come una profonda nostalgia, un anelito verso Qualcuno capace di appagare la sete di amore, di gioia, di senso che ci accomuna tutti? Ora “il nostro cuore è inquieto se non riposa in Dio”, afferma Sant’Agostino.
Lasciamoci contagiare dalla santità di tanti nostri fratelli e sorelle nella fede, assecondando in noi l’azione dello Spirito Santo il quale, come un Plettro divino, sfiora le corde del nostro cuore perché anche da dalla nostra vita scaturisca un meraviglioso cantico di lode, di amore e di gioia. Ognuno e chiamato a scoprire e a realizzare nella propria esistenza la melodia che gli è propria e che contribuisce a rendere il mondo come Dio lo ha concepito in principio: armonioso e bello.
Come fa sempre suor Cristiana ci ricorda con parole, immagini e stavolta anche musica quanto la fede che abbiamo ricevuto in dono sia immensamente più bella e più grande di tutte le piccole beghe che ci assillano, compresi i nostri peccati. Confesso, però, che leggendo mi è venuto il dubbio di poter davvero far parte, un giorno, di un tale coro celestiale. Un po’ perché ho sempre avuto scarsissime doti canore e un po’ perché la prova d’orchestra mi ricorda il noto film di Fellini, con annessi e connessi. A occhio, purtroppo, direi che le prove che stiamo portando avanti somiglino di più a quelle dell’orchestra descritta dal regista romagnolo che a un concerto di angeli. La speranza è che il direttore sia talmente bravo da riuscire a tirar fuori le note giuste anche dai pentagrammi storti, dagli strumenti scassati e dagli orchestrali che vanno ostinatamente ognuno per conto suo.