Il teatro della vita, sulla Gerusalemme-Gerico

Le strade della vita finiscono per assomigliare ad un teatro, con una sequenza di cambi d'abito, di parti. Non sempre le parti dei "buoni".
1 Giugno 2015

Potremmo chiamarla la Gerusalemme-Gerico. Lungo questa via un uomo in bici ferma un uomo a piedi. Per chiedere un’informazione. Ma poi subito dichiara la disponibilità a svolgere lavoretti, per guadagnare qualche soldo. Anzi no, i soldi servono subito per sfamare i bambini.

Nel portapacchi della bici un fascio di Gratta&Vinci. «Come mai?» La risposta pare approssimativa.

Molte parole, in un italiano stentato. E l’uomo a piedi ha fretta di raggiungere il lavoro. Prestare attenzione costa fatica.

E allora che si fa? Nel teatro della vita l’uomo a piedi si cambia d’abito, ed indossa quelli del samaritano. I due vanno insieme alla locanda (leggi: supermercato) più vicina.

L’uomo in bici non vuole entrare, dice che deve far la guardia al suo mezzo di trasporto. Parla a bassa voce, si vergogna. «No pasta e riso, non possiamo cucinare» (mancano i fornelli? manca l’acqua?? manca tutto???). «Servono anche le medicine per mia moglie».

Il samaritano entra e dopo qualche minuto torna con un discreto sacchetto di generi alimentari. Per un giorno avranno di che sfamarsi. «Grazie, grazie, grazie … e le medicine?».

L’uomo a piedi si è già cambiato nuovamente d’abito e tira via, non ha tempo di approfondire il problema, dice che è difficile. Stretta di mano e saluti.

Il pomeriggio dello stesso giorno un uomo percorre a piedi quella stessa benedetta via. E incontra un uomo in bici, che lo saluta sorridendo, senza fermarsi: «grazie, grazie, grazie … ce l’ho fatta!».

A fare che??? Non lo sapremo mai. La sola spiegazione plausibile è che sia riuscito a procurarsi le medicine per la moglie, forse per lui più importanti anche del cibo.

L’uomo in bici era rumeno. Sicuramente non lo ha fatto apposta, eppure, in quell’istante, ha indossato gli abiti di un Galileo per ricordare all’uomo a piedi, con un sorriso, che “non di solo pane vive l’uomo”, come minimo vive anche di ascolto, di attenzione.

E così, nel teatro della vita, non sempre riusciamo a stare nella parte dei buoni. Una sequenza di cambi d’abito, di parti. Per non pensare a situazioni complicate, quando il bene per alcuni è ferita per altri.

Anche il Galileo che attraversa le nostre strade aveva promesso che si sarebbe spesso cambiato d’abito (Mt 25,31ss). E mentre Lui attraversa le nostre città, come Gerico (Lc 19,1), la Sua parola, tagliente come spada, ci giudica, o semplicemente ci rivela a noi stessi per come siamo.

Il mistero è che Lui continua anche a sorriderci; e rialzarci, per farci proseguire il cammino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)