Stazione I – Gesù è caricato della croce
L’ASCOLTO
Poi giunsero in un podere detto Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedete qui finché io abbia pregato». Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e cominciò a essere spaventato e angosciato. E disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate».
Mc 14,32-36
Gesù chiede ai suoi discepoli di stargli vicino nel momento dell’angoscia, al Getsemani. Questa richiesta di vicinanza, anche perché non recepita dai suoi amici che si addormentano, fa riflettere sull’importanza dell’ascolto reciproco.
“L’ascoltare e il sentirsi ascoltati sono certamente la grande riscoperta del processo sinodale e il suo primo inestimabile frutto”, si legge nelle sintesi del primo anno. Riconoscono però anche “un debito di ascolto come Chiesa e nella Chiesa, verso una molteplicità di soggetti” a partire dai giovani, “che non chiedono che si faccia qualcosa per loro, ma di essere ascoltati”.
Insegnaci, Signore, a crescere nella capacità di ascoltare ogni persona nella sua concreta situazione di vita, tanto più nella fatica. L’ascolto ci chiede di far cadere i pregiudizi, di rinunciare alla pretesa di sapere sempre che cosa dire, di imparare a riconoscere e accogliere la complessità.
Tu ci hai mostrato che un ascolto autentico è già annuncio della buona notizia del Vangelo, perché è un modo per riconoscere il valore dell’altro, il suo essere prezioso.
Stazione II – Gesù cade la prima volta
LA MISERICORDIA
Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.
Eb 2,17-18
Le ripetute cadute di Gesù diventano il simbolo di ogni sosta forzata, della fatica di andare avanti. Anche il passo sinodale non è stato sempre facile: la novità del metodo, la coincidenza con la pandemia e con le guerre in molti Paesi, l’emergere della piaga degli abusi, le resistenze a vari livelli, non solo dei laici. “Non va sottaciuta – si legge nella sintesi nazionale – la fatica a suscitare un coinvolgimento cordiale di una porzione trascurabile del clero, che ha visto il Cammino sinodale con una certa diffidenza”. E in quella continentale, pur in una valutazione positiva dell’”entusiasmo suscitato nel popolo di Dio” dal Sinodo, si parla anche di pastori “che non hanno assunto il ruolo di animazione e di guida che competeva loro”.
Dopo aver ammesso i passi falsi, ci si rialza: “il processo sinodale ha segnato i primi passi di un ritorno da un esilio, le cui conseguenze riguardano l’intero popolo di Dio: se la Chiesa non è sinodale, nessuno può davvero sentirsi a casa”.
Aiutaci, Signore, a comprendere che le cadute sono parte del cammino. Insegnaci a riconoscerne i motivi, a prevenire le cause.
Fa che non ci scandalizziamo per le tensioni rivelatesi nel Cammino sinodale: anzi, aiutaci a “sfruttarle come fonte di energia senza che diventino distruttive”.
Apri il nostro cuore alla tua misericordia, alla capacità di assicurare il perdono ai nostri fratelli, ai nostri parrocchiani, ai nostri pastori. Per ripartire con il passo più leggero, e lo sguardo in avanti, non indietro.
Stazione III – Gesù è aiutato dal Cireneo
LA CORRESPONSABILITÀ
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.
Lc 23,26
Nel Cireneo che condivide il peso della croce di Gesù si può anche cogliere il valore della corresponsabilità, del farsi carico delle situazioni insieme agli altri. “Essa si sviluppa dove le persone si sentono valorizzate, non si percepiscono tradite, violate, abbandonate”, è quanto emerge dal cantiere sinodale che vede nella corresponsabilità anche il vero antidoto alla contrapposizione preti-laici. “La Chiesa appare troppo ‘pretocentrica’ e questo deresponsabilizza, diventando un alibi per deleghe o rifiuti da parte dei laici, relegati spesso a un ruolo meramente esecutivo e funzionale” o esposti al rischio “di sviluppare forme di clericalismo nella gestione dei piccoli spazi di potere loro affidati”.
O Signore, aiutaci ad affermare con i fatti la dignità di tutti i battezzati e il valore di tutte le vocazioni nella Chiesa.
Insegna noi laici a dare prova di stima e di affetto nei confronti dei nostri sacerdoti. E aiuta anche loro ad accogliere il nostro consiglio e il nostro aiuto, senza riferirsi ad un modello piramidale di gestione del potere.
Libera la Chiesa dalla tentazione del clericalismo, in modo che tutti i suoi membri, sia sacerdoti che laici, possano svolgere efficacemente la comune missione.
Stazione IV – La Veronica asciuga il volto di Gesù
L’INCLUSIONE
Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
Mt 15,8
Il gesto di tenerezza con cui la tradizione artistica immagina la donna che asciuga il voltò di Gesù fa pensare al nostro dovere di essere accoglienti e inclusivi, per camminare insieme ad ogni uomo. Perché nessuno si senta trascurato, esiliato, incompreso.
Le sintesi a livello mondiale segnalo a proposito le situazioni di tribalismo, settarismo, razzismo, povertà e disuguaglianza di genere nella vita della Chiesa e del mondo. A livello locale diocesano “si vorrebbe una Chiesa più coraggiosa nelle parole e nei fatti, più determinata contro le discriminazioni, intransigente verso le spinte razziste”.
O Signore, nell’ascolto sinodale abbiamo ritrovato il modello della Chiesa come madre, come famiglia e soprattutto come casa. Ma essa non può avere porte che si chiudono. Anzi, il suo perimento deve allargarsi di continuo per accogliere e accompagnare. Dovremmo rendere tutto più essenziale nella nostra casa comune, a cominciare da strutture e aspetti burocratici.
Insegnaci a contrastare in noi l’autoreferenzialità e la chiusura con la creazione di “bolle”, ovvero – come si legge nelle sintesi sinodali – “quei gruppi in cui si vivono cammini di fede e di vita intensi, ma con poca disponibilità ad accogliere le novità, di persone e proposte. Tante “bolle” separate rendono le comunità frammentate, spazi in cui si rischia di dividersi poteri e ruoli, di essere esclusivi ed escludenti verso chi bussa”.
Stazione V – Gesù incontra le donne di Gerusalemme
LA PARI DIGNITÀ
Ma Gesù, voltatosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli.»
Lc 23,28-31
La valorizzazione del ruolo delle donne dentro la Chiesa è risultata un “punto critico” ed una priorità a vari livelli dell’ascolto sinodale: “È quasi unanime l’affermazione che le donne amano profondamente la Chiesa, ma molte provano tristezza perché spesso la loro vita non è ben compresa, mentre il loro contributo e i loro carismi non sono sempre valorizzati”. Si legge in un altro testo: “In una Chiesa in cui quasi tutti coloro che prendono le decisioni sono uomini, ci sono pochi spazi in cui le donne possono far udire la propria voce. Eppure costituiscono la spina dorsale delle comunità ecclesiali, sia perché rappresentano la maggioranza dei praticanti, sia perché sono tra i membri della Chiesa più attivi».
O Signore, nella tua vita ci hai dato l’esempio anche nella relazione con le donne. Insegnaci a superare questo punto critico ed a rispettare e valorizzare ogni persona, donne e uomini nella pari dignità di figli di Dio.
Aiutaci a crescere, fratelli e sorelle, nella reciprocità, nella partecipazione attiva e nell’appartenenza di tutti alla Chiesa. Portaci a rivedere in questo senso le strutture di gestione e di potere anche degli organi ecclesiali, per crescere insieme in una ministerialità diffusa che valorizza il “genio femminile” e i diversi carismi.
Stazione VI – Gesù è inchiodato alla croce
LA TESTIMONIANZA
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.
Is 50,6-7
Rispettando la profezia di Isaia, Gesù sulla croce offre la sua testimonianza di amore per ogni uomo. Questa spinta attraversa anche le sintesi di questo primo anno: nell’ascolto – si dice – c’è già missione e annuncio. Non si vuole però che si esaurisca questa spinta verso la missione: con lo stile della partecipazione e soprattutto del dialogo con tutte le culture. “Una missione – si aggiunge – che i cattolici riconoscono di dover portare avanti con i fratelli e le sorelle di altre confessioni e in dialogo con i credenti di altre religioni, trasformando le azioni umane di cure in esperienze autenticamente spirituali”.
Non lasciarci dimenticare, o Dio, che il nostro ascolto e il nostro discernimento sono a servizio del tuo annuncio gioioso. Tu ci chiami ad essere “Chiesa sempre in uscita”, in grado di annunciare la gioia del Vangelo e di essere “ospedale da campo” per i fratelli in difficoltà, manifestando loro la tenerezza del Buon Samaritano.
Stazione VII – Gesù muore in croce
LA SPIRITUALITÀ
Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio». Detto questo, spirò. Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio dicendo: «Veramente, quest’uomo era giusto». E tutta la folla che assisteva a questo spettacolo, vedute le cose che erano accadute, se ne tornava battendosi il petto. Ma tutti i suoi conoscenti e le donne che lo avevano accompagnato dalla Galilea stavano a guardare queste cose da lontano.
Lc 23,44-49
Il Cammino sinodale non punta a compiere un capolavoro d’ingegneria pastorale, come esito di progettualità solamente umane. “Questa nuova visione avrà bisogno di essere sostenuta da una spiritualità che fornisca strumenti per affrontare le sfide della sinodalità senza ridurle a questioni tecnico-organizzative, ma vivendo il camminare insieme a servizio della comune missione come occasione di incontro con il Signore e di ascolto dello Spirito. Perché ci sia sinodalità è necessaria la presenza dello Spirito e non c’è lo Spirito senza la preghiera.
O Signore, tu che ci hai insegnato a ritirarti in disparte e a pregare, rafforza la nostra formazione alla spiritualità e la nostra disponibilità ad ascoltare la voce dello Spirito.
Guidaci a sperimentare la forza di una spiritualità davvero sinodale che si fonda sull’attenzione all’interiorità e alla coscienza
Tu che hai riunito il Tuo popolo in Sinodo, guida il nostro cammino insieme.
(I testi fanno riferimento alle sintesi sinodali della Tappa continentale, nazionale e di alcune diocesi italiane).
Non so se è sinodale, ma proprio circa il significato di percorso quaresimale, alla Basilica della Madonna di Lourdes, il Padre ha tenuto un incontro di teologia dialogata con i presenti. Un conoscere e un ascolto reciproco, un riflettere su come vivere il periodo quaresimale da essere un percorso di arricchimento spirituale personale, un impegno a essere costruttivo in crescita spirituale e di avvicinamento a Dio. Si è rivelata, questa iniziativa, bella , utile approfondimento alla Parola che l’uso del video visivo ha aggiunto all’immaginazione