Un vaccino per la scuola oltre le linee guida

Le scelte politiche ed economiche di questi giorni nascono per un bisogno immediato e, purtroppo, solo in piccola percentuale per una scommessa sul sistema formativo ed educativo, per una progettualità; finito il bisogno, si spegneranno i riflettori, si chiuderanno i rubinetti e si tornerà alla scuola di sempre, che non pare piacesse a molti
9 Luglio 2020

Sull’ermo colle della pandemia e dinanzi a questa siepe dell’incertezza si può scegliere se restare a guardare l’impedimento o figurarsi una visione nuova della scuola.

Quando se ne parla, lo si fa quasi esclusivamente guardando agli aspetti economici, organizzativi e relativi alla prevenzione; del resto, senza questi elementi e senza opportune linee guida, ricominciare a settembre in presenza sarebbe complesso e caotico. Ma tutto ciò può bastare?

Attenzione, non si tratta di cercare ancora fondi, di dare altre indicazioni operative e fissare ulteriormente le misure anti contagio; non basta che, pur potendo sfruttare la crisi di questo tempo per “cambiare” la scuola, ci si fermi solamente a quanto detto sopra!

Per ipotesi, se all’improvviso ci fosse la fine dell’emergenza pandemica o la realizzazione di un vaccino, qualcuno potrebbe destinare altrove i soldi stanziati e stracciare tutte le linee guida, perché tutto sarebbe sereno come a settembre 2019 quando neanche lontanamente c’erano tali problemi (pur essendocene molti altri).

Insomma, le scelte politiche ed economiche di questi giorni nascono per un bisogno immediato e, purtroppo, solo in piccola percentuale per una scommessa sul sistema formativo ed educativo, per una progettualità; finito il bisogno, si spegneranno i riflettori, si chiuderanno i rubinetti e si tornerà alla scuola di sempre, che non pare piacesse a molti!

Ripensare la scuola, la significatività di essa per i singoli e la società, l’impronta da lasciare per l’immediato futuro di ogni studente e del nostro Paese, il ruolo dei docenti, la dimensione educativa, la riflessione culturale, non possono essere legati al bollettino della Protezione Civile o alle dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità!

I segnali di pericolo e le luci verdi di speranza si hanno da tempo, cioè tutte le difficoltà e le positività del sistema scolastico; in aggiunta il lockdown e la didattica a distanza hanno rivelato importanti novità, punti di forza e di debolezza.

Il cambiamento – e ogni crisi etimologicamente lo stimola – non nasce per decreto o a tavolino, bensì dalla lettura critica di ciò che era prima di febbraio, dal fermarsi su quanto accaduto tra marzo e giugno, dal chiamare in causa l’esperienza degli studenti, dei docenti, delle famiglie, da una seria verifica.

Allora si potrebbe applicare alla scuola quanto si dice intorno al virus: studio epidemiologico, i focolai, la pandemia, i test sierologi, i tamponi, la sperimentazione, il vaccino. Che tradotto significa: Si stava bene prima in classe o si sopportava per inerzia? Quanto abbiamo imparato facendo scuola in modo alternativo? Dove ha funzionato e dove no? Cosa è stato efficace e cosa inutile? Chi è stato raggiunto e coinvolto, chi abbandonato o trascurato? Perché alcuni ce l’hanno fatta ed altri no? Come mai l’essere in presenza è mancato sia agli studenti che ai docenti? Sono sorte buone prassi, idee innovative, collaborazioni fantasiose, progetti profetici?

Mentre la ricerca scientifica in ambito sanitario è chiamato a trovare la medicina efficace e il vaccino risolutivo, perché non pensare ad una ‘ricerca scientifica’ in ambito scolastico che punti su una cura per una scuola buona culturalmente e umanamente, e su un vaccino che la renda desiderabile e appassionante, coinvolgente e creativa, dove possa essere dolce naufragar?

2 risposte a “Un vaccino per la scuola oltre le linee guida”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Permettete, preoccupa senz’altro che gli studenti tornino a una Scuola che offra sicurezza per evitare un contaggio da coronavirus,ma quei due ragazzi trovati morti per aver bevuto “veleno” sollevano altrettanta preoccupazione,. Come non domandarsi se si aspettavano una sbronza e/o non anche quella fine? Allora di fronte a fatti che sono ormai conosciuti di una gioventù che quasi si lascia non oppone resistenza a certe persuasioni di svago da provare, mi domando se Non sarebbe tempo che si facesse cultura anche televisiva, anche in classe a parte di personale specializzato a illuminare questa gioventù tanto sembra in balia di se stessa, priva di Care da parte del mondo adulto, inconsapevole di pericoli nascosti o non ben conosciuti. Non escludo neppure ambiti come oratori aperti anche a genitori per aumentare una vigilanza che non è mai troppa visto il pericolo

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Perché con la ricerca in ambito sanitario non qccumunare ricerca scientifica.in ambito scolastico? ,qui proposta per una scuola anche educante formativa della persona studente. E’ di oggi la nota riportata dai media di due ragazzi trovati morti dopo uno “sballo.!!. Fatti tristi di intemperanze e goliardie che ostano a quella buona crescita del cittadino studente che sembra cercare a trovare rifugio in un apartheid ,dubbioso respinge il mondo che gli sta davanti e che ha pretese di influenza per attese di mercato.. Altro e l’esempio che viene narrato dall’equipe chirurgica dell’Ospedale Gesu Bambino d Roma la quale ha eseguito una operazione rischiosa, tentata più volte ma che solo oggi ha raggiunto il primo pieno successo con:la separazione di due bambine gemelle. A quale iter si è sottoposta quella equipe di diverse eccellenze e con quale spirito hanno lavorato , a quali i fini etici si sono attenuti, per il raggiungimento di questo ambizioso obiettivo !!

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