Il rapporto padre-figlio. Il ruolo delle donne e quello delle mogli (o quello che potrebbero avere) in un pianeta tragicamente “macho” in assenza di alternative. L’amicizia tradita. Il sottofondo distorto di una religione senza fede né amore. Tutto osservato con grande cura e rispetto senza giudizi facili o ideologici. Questo mi é piaciuto molto.
Ho una proposta cinefila nei giorni del Sinodo sulla famiglia. Andate a vedere al cinema o recuperate in qualche modo Anime nere di Francesco Munzi, recentemente presentato al festival del cinema di Venezia.
Ebbene sì, è un film sulla ‘Ndrangheta e sulla Calabria. Ma parla della possibilissima e quotidiana deformazione di qualsiasi famiglia: valori dai bei nomi che diventano condanne a morte; legami e relazioni che non fanno crescere nè generano vita ma che rendono schiavi e uccidono; riti sociali e para-religiosi senza calore né verità.
Intere famiglie di “anime nere” che sono perennemente in apnea, alienate da una vita che respiri amore e libertà. Ma perfettamente a posto rispetto a consuetudini e aspettative sociali.
Lo segnalo perché inquadra bene molti aspetti di quell’immagine distorta di famiglia “tradizionale” che i più duri e anche prevenuti critici della “famiglia fondata sul matrimonio” usano per contestarla e denigrarla.
Qui c’è da lavorare. Qui c’è bisogno di dare orizzonti nuovi e tanto ossigeno: annunciare la buona notizia per la famiglia dello specifico del matrimonio cristiano; liberare quest’ultimo da un legame più controproducente che produttivo con il modello di matrimonio e famiglia che sopratutto in Italia è un pachiderma di stereotipi e consuetudini che di cristiano non hanno più nulla. Insomma, siamo sicuri che questo rifarsi continuamente alla “naturalità” del matrimonio o ricordare che, in quanto istituzione sociale, la famiglia è esistita da sempre e da prima di ogni altra società, faccia bene al matrimonio illuminato da Cristo e alla famiglia in crisi? Siamo sicuri che siano gli argomenti migliori per confrontarsi con chi pretende che qualsiasi legame di coppia sia “matrimonio”?
Il finale è spiazzante, forse nichilista. Anche se è l’unico momento della storia in cui due degli sposi in scena si guardano davvero, e con tenerezza. Eppure, guardandolo da una prospettiva altra, io ci vedo in controluce un pezzo di Vangelo: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?” Mc 3, 31-35