La superstizione corre sui social

Tanti post ripropongono luoghi comuni del pensiero magico. Ma se gli italiani sono superstiziosi nella vita, perché non dovrebbero esserlo anche on line?
19 Giugno 2024

Sì, la superstizione corre anche sui social. Recentemente, su Facebook, sono incappata in un post che riportava un’immagine della Madonna, stile anni cinquanta, con i vestiti rosa e azzurri, tante rose, gli occhi chiari. Il testo sfondato sull’immagine diceva: «Madonna delle Lacrime, in questo momento difficile per il mondo, asciuga le nostre lacrime. Amen». E fin qui niente da dire: un tradizionale esempio di pietà popolare. Il problema è che, in alto, si leggeva: «Non scorrere senza condividere la Madonna delle Lacrime. Porta solo bene». Ora, un conto è essere devoti a Maria, un altro conto è credere che condividere la sua immagine su un social network porti “solo bene”.

superstizioneE d’altra parte c’è un altro post che riporta l’immagine in bianco e nero di un gruppo di pellegrini (si direbbe anni sessanta) davanti alla grotta di Lourdes, nella quale spicca la nota statua di Maria. E anche qui, in alto, c’è la scritta: Questa è la Madonnina di Lourdes… chi la vuole la condivida, porta solo bene». Insomma, la Madonna come le coccinelle o i quadrifogli.

A volte però la certezza del “porta bene” è talmente forte che diventa minacciosa, come in quel post dove campeggia un grande cuore rosso, su cui è sfondata una scritta a lato di un’immagine del Cristo della Misericordia. La scritta dice, imperiosa: «Tu, che adesso hai il telefono in mano, se passi senza ringraziare Gesù, domani potrebbe essere troppo tardi». A parte l’italiano quantomeno incerto, questo post aggiunge un elemento curioso: un disegno di una mano con in mano il cellulare e la frase: «tocca il pulsante di whatsapp e dichiara Amen». Il pulsante di WhatsApp è subito sotto e ovviamente serve a iscrivere il volenteroso utente ad una chat broadcast, in modo da farlo entrare nella community di “Dio è con Noi”, che poi sarebbe anche il nome della pagina che ha pubblicato il post (e tanti altri analoghi). L’invito a scrivere “Amen” serve anche a far aumentare il numero delle interazioni con il post e quindi a far sì che l’algoritmo di Facebook lo ritenga interessante e continui a farlo vedere nelle bacheche virtuali. Non a caso la stessa pagina ha pubblicato un’immagine della grotta di Lourdes con la scritta: «Fai una richiesta alla Madonna di Lourdes in silenzio, tocca l’immagine e poi scrivi “Amen”». O ancora un’immagine di Santa Rita in un letto di rose con scritto: «Santa Rita verrà a trovarti oggi. Porterà via tutto il tuo dolore, le preoccupazioni e le paure, e benedirà tutti coloro che toccano l’immagine e scrivono Amen».

Esiste anche un filone di reel (filmati brevissimi), in qui si vede qualcuno che apre una tenda o una porta e scopre una grande immagine di Maria o comunque di un soggetto sacro. A quel punto si compone la scritta: «La Madonna sta piangendo perché sa che rifiuterai il suo amore. Se accetti dì Amen». Verrebbe da dire che, se non funziona la minaccia, funziona il ricatto.

superstizioneD’altra parte, se è vero che i social rispecchiano la realtà, non potevano restare fuori anche queste e altre forme di pensiero magico con cui la gente cerca consolazione, sicurezza, speranza. In fondo, esistevano già molto prima dei social le “Catene di Sant’Antonio”, così come gli oroscopi e l’astrologia. Per non parlare delle varie forme di numerologia, per cui si attribuiscono a numeri o date significati particolari e di conseguenza la capacità di portare fortuna o sfortuna: basta guardare la trasmissione “Affari tuoi” (quella dei “pacchi”), che è diventata un moltiplicatore esponenziale di questo tipo di superstizione.  Per non parlare degli oggetti e animali considerati portafortuna, come le già citata coccinella, i quadrifogli o la fontana di Trevi, che porterebbe bene a chi ci butta una moneta.

Tutto questo ha trovato ampio spazio sui social network: i post di questo tipo ottengono migliaia di reazioni e di condivisioni. E stanno lì a ricordarci quanto – nella fede, ma anche nella vita sociale e politica – ci lasciamo troppo spesso guidare da istinti irrazionali e irragionevoli.

Nel 2021 il Censis ha dedicato il suo rapporto annuale alla “società irrazionale”, denunciando il diffondersi del “sonno fatuo della ragione”, e di «una fuga fatale nel pensiero magico, stregonesco, sciamanico, che pretende di decifrare il senso occulto della realtà». E ricordando, per esempio, che per il 5,9% degli italiani (3 milioni di persone circa) il Covid non è esistito. O che, anche lasciando da parte la questione vaccini, per il 12,7% della popolazione la scienza produce più danni che benefici. E segnalando poi la facilità con cui la gente crede alle teorie cospirazioniste: il 5,8% degli italiani è sicuro che la Terra sia piatta e il 10% che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna, il 39,9% crede alla teoria della sostituzione etnica…

Meglio credere in Dio, decisamente. Ma nel Dio della Sacra Scrittura, non in quello delle superstizioni, tradizionali o tecnologiche che siano.

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