Il bene comune: un’idea antica per una società futura

In un mondo dominato dall’individualismo, riscoprire il bene comune significa tornare a pensare in termini di solidarietà, giustizia sociale e responsabilità condivisa.
16 Giugno 2025

In un’epoca segnata dall’individualismo, dalla frammentazione sociale e dalla crisi dei legami, riscoprire il valore del bene comune non è solo un’operazione culturale, ma una necessità etica e politica. È il cuore dimenticato della democrazia, il principio che può ricucire il tessuto di una società divisa tra privilegi e marginalità.

Recentemente Papa Leone XIV rivolgendosi ai rappresentanti dei media internazionali riuniti in Vaticano, ha affermato che anche l’AI è orientata al bene comune

Il termine “bene comune” non è nuovo. Lo si ritrova nella filosofia aristotelica, nella dottrina sociale della Chiesa, nei testi dei padri costituenti. Aristotele parlava della polis come comunità finalizzata al bene di tutti i cittadini. Tommaso d’Aquino lo considerava l’orientamento naturale della legge e della convivenza umana. La Costituzione italiana, all’articolo 2, richiama il «dovere inderogabile di solidarietà politica, economica e sociale». Eppure, nonostante questo patrimonio concettuale, il bene comune oggi sembra relegato a slogan vuoti o a retoriche di facciata.

Il bene comune non è la somma dei beni individuali. È qualcosa di più alto: è ciò che consente a ciascuno di noi di realizzarsi insieme agli altri. È la scuola pubblica che forma cittadini, la sanità accessibile a tutti, l’ambiente che protegge la vita, la giustizia sociale che garantisce dignità e diritti. È l’insieme delle condizioni che rendono possibile una vita buona non per pochi, ma per tutti.

Papa Francesco, nelle encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, ha ribadito con forza questo concetto, indicando che «il bene comune presuppone il rispetto della persona umana in quanto tale, con diritti fondamentali e inalienabili ordinati al suo sviluppo integrale». E ha aggiunto: «Una società progredisce quando si prende cura della fragilità dei suoi membri».

LE MINACCE AL BENE COMUNE

Oggi il bene comune è minacciato da molte direzioni. Le logiche di mercato, quando non sono regolate, tendono a privatizzare ciò che dovrebbe restare di tutti. La politica, spesso concentrata sul breve termine e sul consenso immediato, dimentica la progettualità collettiva. La sfiducia verso le istituzioni, l’erosione del senso civico, l’indifferenza di fronte alla povertà e all’emarginazione sono segnali di un bene comune in crisi.

L’ambiente ne è l’esempio più evidente: la devastazione dei territori, l’inquinamento, il cambiamento climatico non colpiscono solo individui isolati, ma minano le condizioni stesse della vita comune. E dove viene meno il bene comune, cresce l’ingiustizia, la solitudine, il rancore sociale.

SORTIRNE INSIEME…

Difendere il bene comune non spetta solo alle istituzioni. È una responsabilità collettiva, che inizia dai comportamenti quotidiani: pagare le tasse, rispettare le regole, partecipare alla vita pubblica, promuovere inclusione e dialogo. È nella capacità di sentirsi parte di qualcosa di più grande che nasce la vera cittadinanza.

Lo aveva intuito anche don Lorenzo Milani: «I problemi degli altri sono uguali ai miei. Sortirne da soli è l’avarizia. Sortirne tutti insieme è la politica». Una politica, aggiungiamo noi, intesa nel suo senso più nobile: come costruzione del bene di tutti.

Rimettere al centro il bene comune significa reimparare a pensare in termini di “noi” anziché di “io”. Significa riconoscere che siamo interdipendenti, che il destino di ciascuno è legato a quello degli altri. È la sfida del nostro tempo: salvare l’umano in un mondo che rischia di dimenticarlo.

Perché il bene comune non è un’utopia: è l’unica via per costruire una società giusta, inclusiva e capace di futuro.

4 risposte a “Il bene comune: un’idea antica per una società futura”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Stiamo vivendo giorni in cui sembra che non esista più l’intenzione di operare e decidere o anche scegliere ciò che sia “bene comune”. Forse che ritenere la necessità di sentirsi forti solo quando si può contare su deterrenza di armi e’ un perseguire il bene comune? Non è forse bene comune il salvare vite umane, la condivisione dei beni essenziali come non far mancare di cibo, di un lavoro le famiglie, essere attenti a risolvere contrasti senza ricorrere a violenza? Forse per una idea di far valere un proprio diritto andrebbe dapprima tentata una diversa via come il discuterne in reciprocità la migliore soluzione a salvaguardia del bene comune dovuto ai propri cittadini che altro non aspirano se non di vivere in pace .Le leggi non sono forse dettate al rispetto e salvaguardia della dignità della persona umana nonché a quanto e’nella natura necessario alla sua sussistenza? Se vengono meno queste considerazioni quale civiltà si può vantare?

  2. Pietro Buttiglione ha detto:

    Leggo mentre mi risuona il programma ma soprattutto la analisi di chi oggi guida l’America e quindi il mondo.
    Vedi, diciamo pure che gli obiettivi potrebbero anche essere con-divisi.
    Costoro, Thiel. Vance, Musk e i loro amici si rifanno a Renè Girard, che non sapevo fosse diventato un guru della Università americane, ma anche a Sant’Agostino, come il Papa. Nella loro visione il popolo è incapace di concentrarsi su quegli obiettivi. perso come è in competizioni tra di loro. Insulse e inessenziali. Quindi devono essere loro, big thinking. a guidare la trasformazione. Anche con la eugenetica. Devo qs analisi alla Maggioni. Il difetto sta nel manico. Cioè nel come e dove.

  3. Domenico Famiglietti ha detto:

    Giusto e preciso, ma bisogna passare dall’informazione all’azione: “cosa fare, come coinvolgere tentando di interpretare il nuovo”. Grazie

    • Pietro Giordano ha detto:

      Solo un accenno di risposta. Penso che la Laudato sì e Fratelli tutti, dia molti spunti di azione personale e comunitaria su temi come la sostenibilità e le diseguaglianza. Bisogna cambiare noi e sarà più facile realizzare il bene comune. Poi consiglio questa lettura: La persona e il bene comune.
      di Jacques Maritain (Autore), Matilde Mazzolani (Traduttore)

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