Apparizioni di Fatima: cronaca o fantasia?

Elucubrazioni su come un radiogiornale laico dovrebbe parlare delle visioni mariane senza offendere nessuno e su quanto spazio diamo al mistero
18 Maggio 2017

Appena tornato da Fatima, dov’ero stato in occasione del viaggio del Papa per la canonizzazione dei pastorelli Francesco e Giacinta, nel centenario delle apparizioni mariane, mi è capitato di leggere su Facebook una lamentela circa il modo in cui la radio del servizio pubblico italiano ne ha dato notizia.

Una collega, che apprezzo e stimo per il suo lavoro, lamentava che un radio giornale della Rai avesse riferito che Papa Francesco era stato in Portogallo ‘per proclamare santi i due pastorelli a cui un secolo fa era apparsa la Madonna’. Questa dicitura, infatti, considera un fatto storico le cosiddette ‘mariofanie’ che per un non credente – e forse anche per molti credenti – non lo sono affatto. Secondo questa frase è cioè reale e veritiero un fatto sovrannaturale che in una visione neutrale – rispettosa anche del punto di vista degli atei o degli agnostici – è solo pura fantasia. La collega, nel suo intervento sul socialnetwork, sosteneva che la notizia si sarebbe dovuta scrivere usando un’altra formula. Sarebbe stato più giusto parlare delle ‘presunte’ apparizioni oppure usare il condizionale parlando dei due pastorelli a cui ‘sarebbe’ apparsa la Madonna. Questo perché – se ho capito bene il ragionamento – la radio del servizio pubblico, sovvenzionata cioè dai cittadini contribuenti, deve essere corretta nei confronti di tutti e non può assumere toni confessionali o fondamentalisti, spacciando le credenze religiose per fatti.

Ho trovato stimolante e provocatoria questa riflessione. Ammetto che di primo acchito mi ha disturbato. Mi è parsa frutto di un eccesso di zelo laicista e anticlericale. Non a caso, nei commenti sottostanti a questo post su Facebook, si parla anche di una Rai sottomessa al Vaticano e quindi incapace di ribellarsi a un certo linguaggio bigotto.

Poi, ragionando, mi sono convinto che una dicitura più laica, ma rispettosa di tutti (tra l’altro suggerita dalla stessa collega), poteva essere realizzata aggiungendo la precisazione: ‘secondo la tradizione cattolica’. In quel caso la notizia avrebbe parlato dei due pastorelli ai quali, ‘secondo la tradizione cattolica’, è apparsa la Madonna. In effetti, fare finta che non viviamo in una realtà sociale in cui la fede, la pratica e la cultura cattolica sono sempre meno diffuse, è davvero scorretto. Non le si può dare per scontate. L’ascoltatore medio Rai è battezzato, ma non è un acceso devoto dei santuari mariani. Insomma, parafrasando un mangiapreti come Boncompagni, prematuramente scomparso, “no, non è Radio Maria, questa è la Rai!”.

Ma siccome sono testardo (e probabilmente un po’ baciapile), il senso di fastidio per quella rivendicazione permaneva. Ho provato ad analizzarlo. Il mio disagio non nasceva dalla richiesta di correzione della frase, che mi pareva lecita. Era il contesto in cui era inserita. Sia dal post della collega che dalle repliche dei vari commentatori (come spesso accade sui social tutti più o meno allineati nel plaudire alla critica) traspariva un malcelato disprezzo per i creduloni cattolici e le loro madonnine con annessi pastorelli. Il tono stava a metà fra lo sdegno per tanta ignoranza superstiziosa e l’ironia su queste ridicole apparizioni.

Ma cosa c’è dietro? Si potrebbe parlare di rifiuto ‘tout court’ di tutto ciò che è ultraterreno o trascendente, di un cedimento allo scientismo o al materialismo. Oppure di sfiducia nella Chiesa come istituzione, vista come un’organizzazione che lucra sulle sofferenze altrui, creando il mito delle apparizioni per poi organizzare i relativi pellegrinaggi. Tutte opinioni legittime che però mi sembrano spia di una patologia culturale. Resto convinto che non prendere neppure in considerazione la possibilità di un evento spirituale miracoloso sia un sintomo grave. Siamo davvero convinti che la razionalità e il buon senso, conditi di cultura e rispetto dei diritti umani, siano tutto? Forse dovremo abbassare la guardia e dare un po’ di campo al mistero anche nella nostra vita. Fermarci e imparare ad ascoltare il silenzio e vedere ciò che non c’è. Non dico che così vedremo anche noi la Madonna, ma forse impareremo a rispettare di più chi dice di averla vista e quelli che gli credono. E a non vergognarci di parlarne sui social per non fare la figura dei beghini. Insomma, sogno un mondo in cui un non credente non mi prenda per i fondelli perché credo alla Madonna.

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