“Questo è fuori dal mondo”

Quali sono le carezze permesse nel fidanzamento?
26 Ottobre 2015

Entro in classe, e vedo 5 studenti a fare capannello vicino alla finestra in fondo alla classe. Sghignazzano. Uno di loro, Mattia, legge dal suo smartphone  e ad ogni passaggio le risa di commento si alzano. Incuriosito dico: “Fate ridere anche me?” “Ah, prof. – risponde Cristina – proprio lei. Guardi questa roba”. E mentre arrivano alla cattedra, Gianluca dice: “Questo è proprio fuori dal mondo, prof! Lo legga.”

Lo smartphone è aperto su questa pagina. (http://it.aleteia.org/2015/09/28/quali-sono-le-carezze-permesse-nel-fidanzamento/). Padre Paulo Ricardo, sacerdote che insegna teologia presso l’Istituto Benedetto XVI, in brasile, scrive un post, dal titolo: “Quali sono le carezze permesse nel fidanzamento?”. Prima ancora di leggerlo gli chiedo: “Ma come avete fatto a beccare una pagina del genere, voi?” E Mattia: “Era nella mia bacheca di Facebook, da uno che ha la mia amicizia ma non so chi è. Mi ha incuriosito il titolo. Legga prof, legga, dice delle robe veramente assurde”. Inizio la lettura e resto a dir poco basito. 

Padre Ricardo dice: “La linea che trasforma le carezze in immorali in un fidanzamento obbedisce a un criterio fondamentale: il proprio corpo. Quando il corpo inizia a dare segnali che si sta preparando ad un rapporto sessuale, è perché il limite è stato superato. La logica è semplice: se due persone non avranno un rapporto sessuale, non hanno bisogno di prepararsi a questo. In tal senso, insistere in modo indebito sulle carezze rappresenta un grave rischio per entrambi”. E passa poi a indicare fin dove è lecito spingersi, citando un testo di morale di Padre Antonio Royo Marín, del 1960, che mostra un’accuratezza davvero stupefacente. Ad esempio: “Sarà ordinariamente peccato mortale guardare o toccare senza causa grave (come quella del medico) le parti intime di altre persone, soprattutto se sono del sesso opposto, o se sono dello stesso sesso se si ha un’inclinazione verso di esso. Lo stesso vale in relazione al seno delle donne.”

Mentre leggo la mia faccia mostra ovviamente il mio stupore e nel contempo la mia disapprovazione. E Cristina: “Cioè, ma prof., secondo lei, uno come fa a scrivere delle robe del genere?” “Perché Cristina? – le dico”. “Ma come perché? Intanto questo si vede lontano un miglio che non sa di cosa parla. Non è mica che uno si eccita solo a vedere le parti intime, come dice lui. Ci sono ragazze che si eccitano anche solo a vedere o a baciare il loro ragazzo. Ma dai dunque! Cosa dovrebbero fare? Smettere di vederlo o di baciarlo?”. E Gianluca rincara la dose: “Ma prof., ma le sembra normale che uno in quelle situazione sta a pensare fino a dove arrivare?” E Mattia: “Eh, avrei altro a cui pensare se fossi con una!”. Rovescio di Ohhhooohhh da stadio, nella classe.

“Va beh, ragazzi,  una risposta ve la devo. Questo non è il modo della Chiesa per dare indicazioni etiche sulla sessualità. E ancora prima che per il contenuto, che ovviamente voi non condividete, non è il modo della Chiesa per la forma con cui si dicono queste cose. Per tre motivi.

Primo. Il cristianesimo ha sempre riconosciuto che lo strumento con cui le persone possono decidere cosa è bene e cosa è male è la loro coscienza e non la legge esterna. Una regolazione così precisa e meticolosa, non consente alla coscienza di avere uno spazio “operativo” sufficiente. Cioè se vengono definiti i cm di pelle che possono essere visti e accarezzati, la persona non ha più possibilità di scegliere effettivamente. O si adatta alla regola esterna o rinuncia a esercitare la propria capacità di giudizio. Oppure è realmente e profondamente convinta della regola esterna, ma allora non c’è bisogno che questa sia definita così bene, perché la coscienza già lo sa, di suo, fino dove arrivare”.

“Secondo. Come giustamente ha osservato Cristina, se il principio è di non preparare il corpo al rapporto sessuale, allora molti di voi nemmeno dovrebbero più girare per la strada, perché ci sono ragazzi che si eccitano anche solo guardando passare una ragazza. Sarebbe vietato baciarsi, vedersi, parlarsi. Cosa che la Chiesa non ha mai vietato. E’ evidente che chi scrive questo articolo non ha molto idea di come funziona la sessualità, soprattutto quella femminile. Ci sono donne che si eccitano anche solo con la voce del moroso per le cose che dice e il modo di parlare. Sarebbe impossibile vivere”.

“Terzo. Chi stabilisce che il seno di una donna per me è più eccitate delle sue gambe o della sua schiena? E perché allora potei vedere queste e il seno no? Come se i criteri di eccitazione fossero chiaramente oggettivi, cioè validi per tutti. Voi, soprattutto le ragazze, sapete molto bene fino a dove arrivare. Poi magari non lo volete ascoltare, ma lo sapete. E questa percezione che avete non è né solo un’idea nella testa, né solo una sensazione nel corpo, né solo una emozione del cuore. E’ l’insieme delle tre cose, che nella vostra coscienza vi fa dire: no! E allora non si può dare, in concreto, una definizione così precisa e meticolosa, valida per tutti. Si possono dare indicazioni valide per tutti, ma che non sono immediatamente concrete: fare l’amore senza avere preso una scelta definitiva sulla vostra relazione non è corretto, è una grossa bugia. Ma da qui a decidere i cm di pelle ce ne passa”. 

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