Profanazione!

Se un sacro che entra in contatto col profano si distrugge, ma che sacro è?
7 Febbraio 2022

Due commenti a due episodi recenti mi hanno spinto a scrivere questo articolo. Il primo è la reazione di mons. Suetta, vescovo di san Remo, all’esibizione sul palco dell’Ariston di Achille Lauro, pochi giorni fa. Il secondo commento è di Stefano Fontana, uscito su “La bussola quotidiana”, alla notizia della presenza del papa nella trasmissione televisiva di Fabio Fazio “Che tempo che fa”.

Premetto che non sono assolutamente interessato a discutere nel merito questi due eventi. La mia intenzione è invece un’altra: indagare quale concetto di sacro viene utilizzato nei due commenti e soprattutto se questo concetto sia davvero parte del cristianesimo.

Per mons. Suetta il sacro che Lauro avrebbe profanato è caratterizzato da un divino che viene rispettato solo se non entra in contatto con “un ambiente di parole, di atteggiamenti e di gesti” che costituiscono “un contesto insulso”. E ciò sembra giustificato dall’idea che “raglio d’asino non sale al cielo”. Tradotto: espressioni di poco valore umano e di scarso significato esistenziale, non possono entrare in contatto col divino, perché non ne sono degni.

Sulla stessa linea, ma con un passo in più, Fontana: “Il sacro permette al profano di essere profano, il tempio permette a ciò che sta fuori dal tempio di stare fuori dal tempio senza però dissolversi e senza voler giocare a fare il sacro”. Anche qui, il sacro, si costituisce come un divino che non deve entrare in contatto col profano. Ma il passo in più sta nel fatto che, per ottenere questa separazione, il sacro deve essere protetto, garantito da un confine netto e intransitabile tra ciò che è dentro e ciò che è fuori dal tempio: “Il sacro ha bisogno di nascondimento per non essere profanato. Ha bisogno di un proprio linguaggio per non essere volgarizzato. Ha bisogno di protezione per non essere degradato”.

Entrambi i commentatori, infine, mostrano come se questo confine non viene preservato, è il sacro a morire, non il profano. Tanto che, il timore più forte che regge la loro argomentazione sembra essere che il profano a sua volta possa essere sacralizzato, al posto del sacro. Fontana lo dice espressamente: “il sacro è il luogo dove rifugiarsi per evitare la sacralizzazione del profano”.

Ora, visto così, mi sono chiesto: ma questa impostazione è quella mostrata dalla Parola di Dio? A rileggerla da questa prospettiva ci si accorge che la Bibbia dice un’altra cosa. In essa, il concetto chiave che designa la relazione tra dentro e fuori dal tempio non è il sacro, ma il santo. E il santo designa il movimento di Dio che esce dal suo “tempio” fuori dallo spazio tempo e crea l’universo, entrando in esso per abitarvi, e per fare in modo che tutto il creato possa camminare verso la “santificazione”. Il santo non prevede separazioni, ma solo una differente dinamica tra umano e divino: “Non darò sfogo all’ardore della mia ira perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò nella mia ira.” (Os 11,9) E tale differenza tende invece a superare la distanza tra divino e umano, con un movimento di incarnazione del divino nell’umano, affinché poi l’umano possa divinizzarsi.

Dentro a questa categoria di fondo di tutta la Bibbia si colloca l’uso del concetto di sacro. Esso è lo spazio ritagliato nell’umano, dove l’uomo può incontrare il divino e partecipare alla dinamica di redenzione dell’universo descritta nel concetto di santo. Perciò, anziché segnalare al sua separazione rispetto all’umano, la Bibbia indica il sacro come luogo di incontro tra umano e divino, in cui il sacro si dà nel profano. Esattamente il contrario di quel che dice Fontana, che vede la realizzazione del sacro nel profano come l’estremo male della secolarizzazione.

Leggitima tesi, ma che fa a pugni con l’incarnazione di Cristo, cioè il punto massimo di realizzazione di questa dinamica di incontro tra sacro e profano. Perchè, come dice il dogma dell’incarnazione, nella sua persona, umano e divino sono senza confusione, immutabili, indivisi, inseparabili. Quattro aggettivi che cercano di circoscrivere e garantire questo rapporto sacro profano.

Allora, immaginare che la semplice compresenza di sacro dentro al profano distrugga il sacro non è compatibile con questo dogma. Il problema perciò è cristologico, e mina un punto estremamente grave della fede. Il caso serio, di cui davvero preoccuparsi, è proprio dato da questo modo di pensare, che non riesce a restare con chiarezza dentro il perimetro del dogma.

Se un sacro che entra in contatto col profano si distrugge, ma che sacro è? Da cosa è costituito, che forza interna possiede? Non certo la forza di Dio! Ma forse solo quella delle nostre proiezioni di paure, in cui la fede in Dio si riduce al lumicino. Tocca davvero a noi salvaguardare un sacro che ha accettato di profanarsi nel peccato per noi, di prendere la nostra carne profana, di morire profanamente, di scendere nel luogo più profano immaginabile (gli inferi) per la nostra salvezza?

Sono davvero amareggiato che ancora esista, nell’ambito cattolico, un atteggiamento così poco speranzoso nel fatto che il mondo (il profano) non sia scappato dalle mani di Dio. E credo che qui ci si debba fare un serio esame di coscienza, perché se qualcuno si è allontanato dal Dio di Gesù Cristo, forse è anche perché questa insistenza sulla separazione netta, da salvaguardare a tutti i costi tra sacro e profano, lo ha reso perfettamente insulso e insignificante per chi abita nel profano. Cioè gli esseri umani!

 

15 risposte a “Profanazione!”

  1. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    A parte che Lui ha detto che Santo è SOLO Dio, le avevo chiesto la linea di demarcazione.
    Non mi ha risposto ma interpreto il suo tutto santo e tutto umano ( mia illazione), con:
    la linea non esiste.
    Quindi fine della divisione tra sacro e profano.
    Ricorda quel passo:
    Ma quando MAI ti abbiamo incontrato?
    Se non si capisce la risposta di Gesù è solo xchè NON la si VUOLE capire.
    Saluti

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Oso rispondere, precisando che è considerazione personale, : Gesù Cristo è il Tutto Santo, anche se si è fatto conoscere in natura umana, così come Egli è sotto le specie del pane e vino oggi. Noi al contrario siamo esseri umani ai quali è dato è possiamo, volendo, accedere a quel livello di santità di cui Cristo parla quando dice al Padre, “di voler attrarre tutti a Se partecipi del suo regno.” Ha designato Uno dei suoi Apostoli a Pietra fondamento della sua Chiesa.e a questa ha dato certi suoi poteri far conoscere il Suo Vangelo a tutti nel mondo finché Lui venga. La Chiesa dunque è anche il Suo habitat, dove ricevere quei doni da Lui ricevuti, ; lì vengono dispensati a noi, conoscenza, istruzione, e dove anche Lui si fa trovare. Il santo e”nell’umano quando anche questo vive di quella santità. Certo l’uomo nasce libero e con questa libertà ha costruito e distrutto, per quello che è il mondo di oggi .

  3. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    @Francesca Vittoria..
    Letto.
    Imo diamo x vero quanto scrivi.
    Esiste un “UMANO”
    ESISTE un “SANTO”.
    Domanda:
    Sarebbe capace di distinguere le due cose?
    Magari cominciando da Gesù??
    No?
    Fine del Sacro.
    Ovvio: xchè indistinguibile.
    A meno di forzature e paramenti e/o
    ““Questo popolo mi onora con le labbra,
    ma il suo cuore è lontano da me.
    Invano mi rendono culto,
    insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
    Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
    Così Gesù, oggi.

  4. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma essere corpo di Cristo non è forse un far diventare la nostra vita santa? Il convertire il nostro modo tendenzialmente non altruistico di essere, con il mettere in pratica la massima”ama il prossimo tuo come te stesso” non è forse un cambiare/convertirsi a vivere in un modo che nobilita la nostra vita?Tutto può diventare santo, anche l’amore’ che così non è da come ne vediamo gli esempi, oggi, da quello che il mondo è diventato! Perfino la natura ce lo fa vedere, ed è anche frutto di come l’abbiamo sfruttata. Se non si insegna a un bambino cosa è bene distinto da ciò che invece non lo è o è male, come si pensa di avere un adulto capace di dirigere i propri passi? Cristo, tutte le parabole, i miracoli, non fanno appello alla nostra intelligenza, sensibilità cognita dei sentimenti del cuore, non smuovono e interrogano la coscienza, che esiste per indicare un altro .modo di vivere? uomini dalla dura cervice erano quelli…e noi? Che mondo è quello di oggi?

  5. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma, mi sia permesso aggiungere, da semplice ascoltatrice: anche il Santo Padre ha rivelato di avere cose che aveva lo fanno soffrire, che sono un problema per la Sua Chiesa, come se un fuoco interno la possa deturpare distruggere, come quelli accaduti e Torino nelle cattedrali di Notre Dame a Parigi. Una similitudine per dire che la Chiesa è fatta di uomini, di tutti noi, ma siamo Chiesa se è in quanto Corpo di Cristo! E’ quindi la preoccupazione che missione della Chiesa e guadagnare la fede di ogni uomo perché per questo Cristo ha rischiato e sofferto in carne umana la morte, per guadagnare la nostra vita, la vita di ognuno sacra e per sempre, così come il Padre vorrebbe. Rispetto della libertà della persona la cui vita è sacra,. Cristo, è stato scritto, aveva una tunica senza cuciture, se la sono contesa, ma la Persona Cristo, il suo corpo è risorto . Questa è la verità alla quale osiamo sperare essere in e non out.

  6. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    @Silvio Coco
    Nella dilagante frammentazione leggerti e sentire il proprio cuore battere all’unisono è bello e satis..
    Vorrei insistere: qui nn si tratta di fare parrocchiette, dividersi in frammenti di frammenti..
    Qui non si vuole far prevalere nessun ragionamento.
    NO.
    Qui si tratta se essere di Cristo significhi condannare sempre e cmq oppure perdonare ( cfr Franci ieri), comprendere.
    Senza. Sfoderare bilance. Solo pietas.
    Pietas cristiana.
    Basterebbe chiedersi:
    Da COSA riconosceranno che noi siamo Cristiani??
    Perché lo siamo, vero??

  7. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Il contatto di Papa Francesco ospite nella trasmissione.tele.va “che tempo fa” di Fabio Fazio, può dirsi anche “sacro con profano”.? È’ stato un successo di “che tempo fa” o non anche di un contatto di dialogo tra la massima Autorità della Chiesa cristiana e un laico conduttore televisivo rendendo partecipi tanti ascoltatori. Papa Francesco è sceso in strada e si è accompagnato a un Sig.Fabio Fazio che aveva domande da fargli. Tutti e due i dialoganti hanno conservato la rispettiva dignità del proprio ruolo molto e risaltato è la semplicità spontanea, di gentilezza e rispetto del conduttore e niente alla Personalita del Papa è venuto meno. Come nella parabola dei due di Emmaus, Cristo si è accompagnato ai due uomini, è intervenuto a rincuorarli, fatto vicino alla loro situazione di incertezza, dubbi, paure, uomini in crisi sul da farsi di allora.

  8. Leila Leila ha detto:

    Buongiorno,

    non sono d’accordo.
    Non con le argomentazioni cristologiche o teologiche ma con l’applicazione di queste pur vere, ai casi. Credo che il commento de La Bussola, nel merito dell’intervista sia la solita polemica antibergogliana che cavalca uno dei suoi cavalli preferiti e lascerei perdere la bassezza.
    Mentre l’altra “profanazione”, c’è perché chi lo ha compiuto seppur devo dire in un modo molto “asciutto”, senza compiervi anche eventuali volgarità annesse, ha rotto le palle degli occhi a chi non ne può più di vedere per l’ennesima volta portato in uno show un gesto che appartiene alla propria fede SOLO ed UNICAMENTE, per fare show, per la pochezza del proprio bagaglio artistico. Vomitare cose sempre su cui non si difende e non viene difeso è questo già di per sé gesto dissacrante. Francamente non se ne può più.

  9. Salvo Coco ha detto:

    Gian Piero Del Bono, lei non comprende la dinamica dell’incarnazione. Non ha capito la laicità di Gesù che abolisce il regime di separatezza sacrale. E sa perchè ? Perchè la sua forma mentis inzuppata di clericalismo non glielo consente. Lei non è in grado di percepire la laicità di Gesù. Ciò che Gesù aveva riconciliato ed incluso, il clericalismo lo ha separato ed escluso. Ha separato il clero dal laicato, la chiesa dal mondo, il corpo dallo spirito ed ha escluso ogni laicità, ogni autonomia, ogni consapevole e matura esistenza di fede in nome di un sistema di potere basato sul sacro (luoghi sacri, uomini consacrati, paramenti e suppellettili sacre, tempi sacri, gesti sacri). E’ stata l’Incarnazione ad essere cancellata dalla chiesa, altro che banalizzazione del sacro ! Non lo ha capito lei e Suetta e Fontana. Lo ha capito Francesco che non esita ad additare il clericalismo come una perversione.

    • Gian Piero Del Bono ha detto:

      Il Sacro nel mondo era presente anche prima dell’ Incarnazione di Cristo. Era presente nella Bibbia ( e anche nelle altre culture penso all’ India, all’ Antico Egitto) ) Tutto l’ Antico Testamento e’ pervaso dal Sacro a partire dalla figura di Melkisedek, sacerdote per sempre e di tutte le teofanie di cui sono piene i racconti biblici, A meno, caro Salvo Covo, di cadere nell’ eresia che vede nell’ Antico a Testamento un Dio “ superato” e contraddetto dal Nuovo Testamento.Mi pare si chiami eresia del montanismo. Se lei mi accusa di non aver capito l’ Incarnazione perche’ secondo lei sarei intriso di clericalismo, io l’accuso di montanismo .
      L’ Incarnazione e’ eterna non solo storica . Prima che Abramo fosse, io sono , dice Gesu , oltre che “ il mio Regno non e’ di questo mondo” . Il Sacro e’ il Regno di Dio : che e’ insieme nel mondo ma non del mondo.

      • Salvo Coco ha detto:

        Il suo intervento conferma le mie opinioni. Lei non ha compreso il significato dell’Incarnazione e della laicità di Gesù. Mi accusa di montanismo senza avere la benchè minima cognizione. La invito a documentarsi su come Gesù Cristo abbia superato il concetto giudaico e pagano del sacro, del sacrificio e del sacerdozio. Impari a riconoscere la laicità di Gesù e quella delle prime comunità che non conoscevano il clero. Le possono essere utili i seguenti libri: “La laicità del credente” di Giuseppe Barbaglio ed. Cittadella, “Un solo corpo. Laicità e sacerdozio nel cristianesimo delle origini” di Romano Penna, ed. Carrocci, “Per un cristianesimo fedele” di Roberto Mancini ed. Cittadella. Buona lettura

  10. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Sai bene che con-cordo.
    Se Sacro implica a priori una netta separazione tra umano e divino, hanno ragione Suetta&C.
    Ma dopo Gesù Cristo si può ancora parlare di separazione? Cerrrto!
    Ma a costo di lacerare nel Corpo e nello Spirito Lui. A costo di mistificare, travisare, togliere Senso alla stessa Eucaristia!
    È ben chiaro da quello che scrivi.
    E sai che io sostengo la fine del Sacro di Durkeim.
    Ma vorrei andare oltre.
    Qui è in gioco una cosa più determinante ed importante: la ns visione del mondo, della vita.
    di Dio.
    dell’Uomo.
    Qui è in gioco il MALE che sottostà al “clericalismo” ( visto Franci!?). Quale??
    Il volersi sostituire a Dio.
    In fondo lo stesso ‘male’ di quello show, che chiede solo la ns pietà vs chi manca di altri mezzi x apparire.. segno di…
    Pls mem: verrà un giorno in cui…

  11. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Il problema non e’ che il sacro a contatto col profano si desacralizza, il problema e’ che l’ uomo moderno non e’ piu’ capace di cogliere il Sacro nella realta’. La realta’ e’ pervasa dal sacro, sempre, la nostra vita e’ piena del Sacro ,se solo sapessimo vederlo, ma l’ uomo moderno non ha piu’ la sensibilita’ per coglierlo. Nell’ episodio di Mose’ sul monte Sinai ,abbiamo il roveto che brucia senza consumarsi. Mose’ , profondamente scosso, si toglie i sandali e si prosterna terra davanti alla presenza del Sacro. Un uomo moderno vi avrebbe visto solo un cespuglio bruciare, non si sarebbe ne’ tolto le scarpe ne’ prosternato, ma avrebbe catalogato il “fenomeno” del roveto ardente come del tutto normale. Così oggi i cattolici adulti trovano normale che ci prenda gioco dei sacramenti o che un papa vada in televisione. Il Sacro viene banalizzato, non e’ piu’ un Segno di una realta’ piu’ profonda che e’ dentro la realta’ .

    • gilberto borghi ha detto:

      “l’ uomo moderno non e’ piu’ capace di cogliere il Sacro nella realta’”. Sono totalmente daccordo, e allora la questione diventa: con quali occhi riusciamo a vederlo? Se ci aspettiamo che il sacro si mostri in qualcosa che è al di là dei limiti dell’esperienza umana (vedi miracoli o simili) non abbiamo davvro compreso l’incarnazione. Mi dispiace dilro ma è dovereso sottolinearlo. Incarnazione signifcia che iul sacro si manifesta dentro i imiti, le forme e le dinamiche dell’umano.

    • Alessandro Campi ha detto:

      Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamati amici.

      Davanti agli amici non ci si getta a terra in ginocchio.

      Dio si incarna per farci questo dono e chi è più attaccato alla sua idea di sacro che al dono di Dio lo rifiuta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)