“Oggi dalle gerarchie arrivano messaggi contraddittori che confondono i credenti. C’è troppa confusione tra i cattolici e ora di dire basta!”. Queste risentite e coraggiose parole di mons. Francois Montblanc, vescovo di Profiterole, apparse sul giornale diocesano “Le chiacchiere”, hanno scosso come un frappé la comunità diocesana e aperto uno scottante dibattito. Nel suo croccante elzeviro l’austero presule si scagliava contro i messaggi definiti “improvvisati e pressapochisti” di uomini di Chiesa che “creano sconcerto e scompiglio nelle anime dei fedeli devoti e osservanti”.
“Montblanc ha ragione – ha twittato in serata il sindaco di Profiterole, Amedeo Crostata – i credenti oggi hanno bisogno di solide certezze. Finirà che ci cambieranno pure il Padre Nostro!”. In serata il primo cittadino, informato che in effetti la preghiera era stata appena modificata dalla conferenza episcopale, cancellava il tweet e ne pubblicava un altro: “I credenti oggi hanno bisogno di certezze. Finirà che sposteranno pure la data della Santa Pasqua!”. Più tardi, informato che in effetti la Pasqua cade ogni anno in una data diversa, il sindaco riscriveva così il tweet: “I credenti oggi hanno bisogno di certezze. Finirà che avremo due papi invece che uno!”. Nella notte un suo collaboratore gli ricordava che in effetti oggi c’è anche un papa emerito e il povero Crostata cancellava anche l’ultimo tweet, chiudeva l’account e dava le dimissioni.
Ma la dura denuncia del solitamente morbido mons. Montblanc continuava ad avere una vasta eco mediatica. “Il monsignore ha ragione da vendere!” tuonava dai microfoni dell’emittente diocesana, “Antenna Babà”, don Flavio Parrozzo. “I cristiani oggi sono disorientati da troppe novità! Basta con questi nuovi documenti teologici che ingarbugliano le menti. Che siano ammessi solo i testi che affermano che non cambia nulla!”. “Ne parlerò nel mio prossimo libro… Compratelo ma non leggetelo che tanto resta tutto uguale”, concludeva furbescamente l’anziano presbitero.
Felice per l’articolo del vescovo anche suor Nunzia Sfogliatella, l’ottuagenaria religiosa direttrice della scuola elementare locale intitolata a Saint Honoré. “Finalmente qualcuno parla chiaro! Siamo stufi di questi continui cambiamenti che scombussolano il popolo di Dio. Prima il treno, poi l’elettricità, la televisione, la bomba atomica e ora You-Porn! Non assecondiamo queste smanie moderniste. “E poi – aggiungeva l’agguerrita sorella – non posso far ristampare i libretti dei canti un’altra volta! Il ciclostile si è rotto e suor Agata che lo sapeva far funzionare è tornata alla Casa del Padre! Una prece..”.
Dal suo buen ritiro di Savoiardo interveniva sommessamente anche l’anziano vescovo emerito, il card. Calogero Sbrisolone, intervistato dall’illustre cronista Alfio Cassatullo: “La dottrina non si cambia. Noi a stento ci ricordiamo quella vecchia, figuriamoci se possiamo imparare a memoria quella nuova!”.
Contrariato per l’uscita di Montblanc, da lui definita improvvida, era invece Flavio Cacao, presentatore impegnato di Telecannolo, la tv locale radicalchic: “Spiace che il nostro vescovo assecondi tendenze clericali conservatrici. Oggi vogliamo una Chiesa rinnovata: più open, più digital, più smart e più engaged che sappia gestire più stakeholders” affermava in un video apparso su TikTok. “Parla come magni!”, gli rispondeva a stretto giro il Montblanc urlando dalla finestra della curia.
Anche don Gigi Bignè, prete di strada con le maniche rimboccate della diocesi di Profiterole, rilasciava commenti sconsolati intervistato dal tg locale: “Questi presuli sono ormai lontani dalla gente. Serve più radicalità. Io mi metto ogni mattino due gocce di “Odeur de mouton” e subito mi sento in periferia, pur vivendo al centro in una lussuosa parrocchia”.
Tra i delusi delle lamentele del vescovo anche il teologo progressista Paulino Torrone. “Ma quale confusione! Oggi noi musulmani siamo lucidi e consapevoli che di Budda ce n’è un solo come recita la Torah”, scriveva sconsolato su Facebook prima di essere internato.
(Fantaecclesia / 22)
Prendo atto del “fatto” citato e lo sento in me; la questione penso nasce dal fatto della nuova comprensione del Nuovo Testamento (almeno per me) differente di come me lo avevano insegnato 50 anni fa. Se si avesse comprensione tra la scienza e la vita e se si avesse pazienza nel ‘camminare ‘, penso che troveremmo l ´unione e la pace. la Parola é una ma deve esser compresa da chi la studia e da chi la vive. La Messa sarebbe tanto ricca se dopo la lettura da Parola domandassimo ai Figli del Padre cosa hanno capito, concludendo il sacerdote con l ´unione tra la ‘scienza’ e la ‘vita’. Scusatemi…