Dantedì

Questo primo Dantedì è indetto il 25 marzo, giorno dell'Annunciazione: Dante sarebbe contento di vedersi dedicato un giorno mariano?
25 Marzo 2020

Dante sarebbe contento… Dante è contento che a lui sia dedicato un giorno mariano.

Questo primo Dantedì è indetto il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, che una parte dei dantisti identifica come l’inizio del viaggio nell’Aldilà, anche se altra parte predilige l’8 aprile, Venerdì Santo dell’anno 1300. Senza entrare nel merito della discussione, che richiederebbe pagine e pagine, questo 25 marzo, pur perdendo certi significati pasquali altamente simbolici, coincide con quello che secondo la tradizione è il giorno della creazione di Adamo, ma soprattutto del concepimento di Cristo, data del primo giorno dell’anno a quel tempo a Firenze; come tale l’anno dopo fu il 26 marzo la data del Battesimo di Dante.

Come si diceva, Dante è certamente contento che a lui sia dedicato un giorno mariano; la sua devozione a Maria traspare in ogni riga del Poema, tanto più perché è da lei che inizia tutta l’azione della Divina Commedia: quando ancora nessuno sapeva, capiva il tormento dell’uomo di Firenze perso nella selva oscura, lei è la «Donna… gentil nel ciel che si compiange» (If II 96) dell’impedimento che non permette a Dante di proseguire il cammino, per questo, come fece l’angelo con lei, va da Santa Lucia che a sua volta si rivolge a Beatrice, la quale invia Virgilio; queste delle «tre donne benedette» (v. 124) sono quasi tre piccole annunciazioni, che innescano la quarta, quella del poeta latino che rivela a Dante come nel momento più difficile della sua vita sia stata la «benignità» della Madre di Dio a muoversi per lui ben prima che lui chiedesse, giacché essa «liberamente al dimandar precorre» (Pd XXXIII 16-18).

Dal preludio fino alla celebre preghiera finale di San Bernardo, da lei inizia e con lei finisce il viaggio, l’esperienza della Commedia, ma ne è anche centrale, come vediamo in ogni singola cornice del Purgatorio, dove è sempre alla Madre di Dio che viene riservato il primo degli exempla proposti come virtù premiate: in un mirabile gioco di simmetrie, l’Annunciazione è la prima e l’ultima, per i superbi che ammirano Maria rispondere all’arcangelo Gabriele «ecce ancilla Dei» (Pg X 34 ss) e per i lussuriosi che contemplano la castità della donna che dichiara «virum non cognosco» (Pg XXV 128).

Che il viaggio di Dante riproponga la catabasi di Cristo agli Inferi rende probabile una data più esplicitamente pasquale, ma proprio perché la Pasqua ha data mobile, proprio per la logica incarnativa della nostra fede, proprio perché nella storia dell’uomo Dante, che “si” ritrova nella selva, si riassume quella di tutti noi che nella “nostra” vita dal peccato cerchiamo Dio, questa o un’altra data non hanno importanza, ciò che è importante, direbbe, anzi ci dice lo stesso Dante, è che in questo cammino non manchi Maria.

Certamente Dante è contento che a lui sia dedicato un giorno mariano, con la speranza e l’augurio che da oggi, per tutti, ogni dì sia un Dantedì.

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