Il “giardinetto interiore”, nostalgia del Creato

Ognuno di noi ha un “giardinetto interiore”, ovvero quel sentimento di nostalgia che ci attanaglia quando ci distacchiamo dal Creato, al quale siamo connessi.
23 Luglio 2020

“Vietato calpestare le aiuole”. Ogni volta che leggo un cartello come questo, mi viene in mente Miguelito, l’amico più poetico di Mafalda, l’irriverente e intelligente bambina dei fumetti disegnata da Quino. Perché Miguelito, davanti ad un divieto del genere, non si lascia turbare e là per là, con i suoi capelli “a foglia di insalata” e gli occhi innocenti, risponde: “Non mi importa! Io sono proprietario di un giardinetto interiore”.

Il giardinetto interiore: quanto ci ho pensato, nei lunghi mesi di lockdown! Sì, perché da tre anni a questa parte ho preso l’abitudine, la domenica, di fare una passeggiata a Villa Borghese. Musica negli auricolari e via: un’ora buona di camminata, anzi di “sgambata”, come la chiamo io. E nei mesi di quarantena, la “sgambata” mi è mancata moltissimo. In realtà, ciò che mi è mancato è stato il contatto con la natura: vederne i colori, sempre diversi; coglierne i giochi di luce; respirarne i profumi ed ascoltarne i suoni. Il cielo di Roma è molto più bello quando filtra tra i rami di un albero e non poterlo guardare così per tre mesi è stato difficile.

Il “giardinetto interiore” di cui parla Miguelito è proprio questo: il sentimento di nostalgia che ci prende quando restiamo per troppo tempo lontani dal Creato e dalla sua forza viva e rigenerante. Una nostalgia che ci dimostra che noi siamo parte del Creato e dobbiamo prendercene cura, esattamente come facciamo di noi stessi. Siamo creati e siamo Creato, mi verrebbe da dire con un gioco di parole, e soprattutto siamo collegati con la natura: le nostre azioni hanno sempre e comunque delle conseguenze su di essa. Purtroppo, non lo ricordiamo quasi mai.

Quando ero bambina, ogni giorno mia madre si affrettava a tornare dal lavoro per poter portare me e le mie sorelle ai giardinetti. Una volta, una collega – vedendola affannarsi tanto – le disse: “Cosa corri a fare? Queste sono figlie del cemento!”, ossia nate in città e senza alcun desiderio di vivere il verde. Mia madre rispose fulminea: “Sono nate nel cemento, non dal cemento. La natura la cercano, perché le rende felici”. Ed ecco un’altra cosa che abbiamo dimenticato: il legame tra Creato e felicità, quella felicità che deriva dal sentirsi al posto giusto, in un ambiente in cui ci riconosciamo in quanto essere viventi e vitali.

Ma abbiamo la possibilità di recuperare: nel mese di maggio, infatti, è iniziato l’Anno della Laudato si’, un’iniziativa del Dicastero della Santa Sede per il Servizio dello sviluppo umano integrale per celebrare i cinque anni dalla pubblicazione dell’Enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune. Lo speciale Anno prevede diversi eventi in programma fino al 2021 e mira a proporre un pubblico impegno comune verso la “sostenibilità totale”. Contestualmente, è stato pubblicato un documento interdicasteriale intitolato “In cammino per la cura della casa comune”, per tracciare una rotta da seguire in tema ambientale ed invitare ogni cristiano ad una sana relazione con il Creato. A legare entrambe le iniziative, è il richiamo alla “conversione ecologica”, ossia a quel cambio di mentalità, di cuore, di atteggiamento che porta l’uomo a vedersi come custode del Creato e non suo padrone assoluto, e quindi a proteggerlo e a tutelarlo, per un equilibrio reciproco.

E allora io penso che Miguelito e mia madre, senza saperlo, hanno già messo in atto una “conversione ecologica”: il primo, con la sua consapevolezza (spontanea come solo quella dei bambini sa essere) che la natura fa parte di noi, del nostro essere; la mia mamma, con la sua capacità di educarci ad un rapporto quotidiano con il Creato e con la sua bellezza.

Ora, io so per certo che Papa Francesco non conosce la mia mamma. Però Quino è argentino: vuoi vedere che il Papa legge Mafalda?

Una risposta a “Il “giardinetto interiore”, nostalgia del Creato”

  1. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Su FB uso il nick Spinoza. Deus sive natura. Che traduco così:
    Stai cercando Dio?
    Metti a tema la Natura. Majuscola. Come Uomo. Ambedue Creature.
    Sto traslocando. Fatica immane alla mia età. Trattativa pesante nella scelta. Dove ero prima né balconi né giardino. Rubavo angoli per un geranio, menomale che il prezzemolo si diffonde da solo e la menta.. anche se la padrona ogni anno me la faceva rasare😭
    Adesso avrò un piccolo giardino, anche se, claustrofobico, in cambio la mia camera .. seminterrata..Fa niente. Mi basterà veder fiorire i crocus gialli presi dalla masseria di nonna, i ciclamini dalla Marchesana, i lampascioni e guardare con Amore la sanseveria, unico resto della grande terrazza fiorita della buon’anima di mia mamma. Basterà.

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