Un modo di procedere per la Chiesa sinodale: la conversazione nello Spirito

Dieci paragrafi dello strumento di lavoro per il prossimo Sinodo sono dedicati al metodo con cui ascoltarsi (ed imparare) reciprocamente
28 Luglio 2023

Come anticipato qui, nella sezione A dell’Instrumentum laboris (IL) per la Prima Sessione (ottobre 2023) del Sinodo sulla Chiesa sinodale, è presente «una prima comprensione della dimensione sinodale della Chiesa» (§10), di cui si evidenzia, oltre a «una serie di caratteristiche fondamentali o segni distintivi» (§14), «un modo di procedere» noto ormai a tutti come «conversazione nello Spirito» (§14), anch’esso da conoscere nella sua  interezza:

32. Attraversa tutti i continenti il riconoscimento di quanto sia stato fecondo il metodo qui chiamato “conversazione nello Spirito”, adottato durante la prima fase e indicato in alcuni documenti come “conversazione spirituale” o “metodo sinodale” (cfr. figura a p. 16).

33. Nel suo senso etimologico, il termine “conversazione” non indica un generico scambio di idee, ma quella dinamica in cui la parola pronunciata e ascoltata genera familiarità, consentendo ai partecipanti di diventare intimi gli uni degli altri. La precisazione “nello Spirito” ne individua l’autentico protagonista: all’ascolto della sua voce tende il desiderio di coloro che conversano, che nella preghiera si aprono all’azione libera di Colui che come il vento soffia dove vuole (cfr. Gv 3,8). Pian piano il conversare tra fratelli e sorelle nella fede apre lo spazio per un con-sentire, cioè assentire insieme alla voce dello Spirito. Non è conversazione nello Spirito se non c’è un passo in avanti in una direzione precisa, spesso inaspettata, che punta a un’azione concreta.

34. Nelle Chiese locali (…) la conversazione nello Spirito è stata “scoperta” come l’atmosfera che rende possibile la condivisione delle esperienze di vita e come lo spazio del discernimento in una Chiesa sinodale. Nei Documenti finali delle Assemblee continentali, viene descritta come un momento pentecostale, come l’occasione per sperimentare di essere Chiesa e passare dall’ascolto dei fratelli e sorelle in Cristo all’ascolto dello Spirito, che è l’autentico protagonista, e di ricevere da Lui una missione. Allo stesso tempo, attraverso questo metodo, la grazia della Parola e dei Sacramenti diventa una realtà sentita e trasformante, attualizzata, che attesta e realizza l’iniziativa con cui il Signore Gesù si rende presente e attivo nella Chiesa: Cristo ci invia in missione e ci riunisce attorno a sé per rendere grazie e gloria al Padre nello Spirito Santo. Per questo da tutti i continenti giunge la richiesta che questo metodo possa sempre più animare e informare la vita quotidiana delle Chiese.

35. La conversazione nello Spirito si inserisce nella lunga tradizione del discernimento ecclesiale, che ha espresso una pluralità di metodi e approcci. Va sottolineato il suo valore squisitamente missionario. Questa pratica spirituale ci permette di passare dall’“io” al “noi”: non perde di vista o cancella la dimensione personale dell’“io”, ma la riconosce e la inserisce in quella comunitaria. In questo modo la presa di parola e l’ascolto dei partecipanti diventano liturgia e preghiera, al cui interno il Signore si rende presente e attira verso forme sempre più autentiche di comunione e discernimento.

36. Nel Nuovo Testamento, numerosi sono gli esempi di questo modo di conversare. Paradigmatico è il racconto dell’incontro del Signore risorto con i due discepoli in cammino verso Emmaus (cfr. Lc 24,13-35, e la spiegazione che ne dà CV 237). Come mostra bene la loro esperienza, la conversazione nello Spirito costruisce comunione e reca un dinamismo missionario: i due, infatti, fanno ritorno alla comunità che avevano abbandonato per condividere l’annuncio pasquale che il Signore è risorto.

37. Nella sua concretezza, la conversazione nello Spirito può essere descritta come una preghiera condivisa in vista di un discernimento in comune, a cui i partecipanti si preparano con la riflessione e la meditazione personale. Si faranno reciprocamente dono di una parola meditata e nutrita dalla preghiera, non di una opinione improvvisata sul momento. La dinamica tra i partecipanti articola tre passaggi fondamentali. Il primo è dedicato alla presa di parola da parte di ciascuno, a partire dalla propria esperienza riletta nella preghiera durante il tempo della preparazione. Gli altri ascoltano con la consapevolezza che ciascuno ha un contributo prezioso da offrire, senza entrare in dibattiti o discussioni.

38. Silenzio e preghiera aiutano a preparare il passaggio successivo, in cui ciascuno è invitato ad aprire dentro di sé uno spazio per gli altri e per l’Altro. Nuovamente ciascuno prende la parola: non per reagire e controbattere a quanto ascoltato, riaffermando la propria posizione, ma per esprimere che cosa durante l’ascolto lo ha toccato più profondamente e da che cosa si sente interpellato con più forzaLe tracce che l’ascolto delle sorelle e dei fratelli produce nell’interiorità di ciascuno sono il linguaggio con cui lo Spirito Santo fa risuonare la propria voce: quanto più ciascuno si sarà nutrito della meditazione della Parola e dei Sacramenti, crescendo nella familiarità con il Signore, tanto più sarà capace di riconoscere il suono della Sua voce (cfr. Gv 10,14.27), anche grazie all’accompagnamento da parte del Magistero e della teologia. Ugualmente, quanto più i partecipanti sapranno fare attenzione a ciò che dice lo Spirito, tanto più cresceranno in un sentire condiviso e aperto alla missione.

39. Il terzo passaggio, sempre in clima di preghiera e sotto la guida dello Spirito Santo, è quello della identificazione dei punti chiave emersi e della costruzione di un consenso sui frutti del lavoro comune, che ciascuno ritenga fedele allo svolgimento del processo e in cui possa quindi sentirsi rappresentato. Non basta stendere un verbale che elenchi i punti più spesso menzionati, ma occorre un discernimento, che presti attenzione anche alle voci marginali e profetiche e non trascuri il significato dei punti rispetto ai quali emergono dissensi. Il Signore è la testata d’angolo che permetterà alla “costruzione” di reggersi e lo Spirito, maestro di armonia, aiuterà a passare dalla confusione alla sinfonia.

40. Il percorso sfocia in una preghiera di lode a Dio e di gratitudine per l’esperienza compiuta. «Quando viviamo la mistica di avvicinarci agli altri con l’intento di cercare il loro bene, allarghiamo la nostra interiorità per ricevere i più bei regali del Signore. Ogni volta che ci incontriamo con un essere umano nell’amore, ci mettiamo nella condizione di scoprire qualcosa di nuovo riguardo a Dio. Ogni volta che apriamo gli occhi per riconoscere l’altro, viene maggiormente illuminata la fede per riconoscere Dio» (EG 272). È questo in sintesi il dono che riceve chi si lascia coinvolgere in una conversazione nello Spirito.

41. Nella concretezza delle situazioni non è mai possibile seguire questo schema pedissequamente, ma bisogna sempre adattarlo. Talvolta occorre dare priorità alla presa di parola da parte di ciascuno e all’ascolto degli altri; in altre circostanze al far emergere i legami tra le diverse prospettive, alla ricerca di quello che “fa ardere il cuore nel petto” (cfr. Lc 24,32); in altre ancora all’esplicitazione di un consenso e al lavoro comune per identificare la direzione in cui ci si sente chiamati dallo Spirito a mettersi in movimento. Ma, al di là degli opportuni adattamenti concreti, l’intenzione e il dinamismo che uniscono i tre passaggi sono e restano caratteristici del modo di procedere di una Chiesa sinodale.

42. Tenendo presente il significato della conversazione nello Spirito nell’animare l’esperienza vissuta della Chiesa sinodale, la formazione a questo metodo, in particolare di facilitatori capaci di accompagnare le comunità a praticarlo, è percepita come una priorità a tutti i livelli della vita ecclesiale e per tutti i Battezzati, a partire dai Ministri ordinati, e in uno spirito di corresponsabilità e apertura a diverse vocazioni ecclesiali. La formazione alla conversazione nello Spirito è formazione a essere Chiesa sinodale.

 

6 risposte a “Un modo di procedere per la Chiesa sinodale: la conversazione nello Spirito”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Il raduno a Lisbona, diventa opportunità per parlare anche a quel resto ben più numeroso che è assente giustificato. Siamo tutti esattamente come questa enclave giovane, vivendo in uno stato come avvolti da nebbie da non poter vedere e fare progetti per il domani, conta solo ed è abbastanza vivere l’oggi. Una Europa che sembra aver perso quella Unione che sembrava avere basi salde, costruita su ideali non scalfiti da dubbi, e che invece si rivelano supposti dall’aver superato gli errori del passato, in quanto si torna a parlare di esercito comune, le fabbriche di armi sono in intensa produzione e il nucleare quasi non genera timore, l’insensibilita verso il costo di vite umane sacrificate! solo medaglie a consolare tanto dolore! una guerra che sta influenzando e generando altre simili e producendo miseria in chi le sostiene!.. Ma con quale coraggio parlare di Spirito da invocare vista tanta umanità Crocifissa che sanguina oggi?

  2. Pietro Buttiglione ha detto:

    Cerco x la 3a volta di dire che quel “nello” e tutto il doc sembra temere che ci sia una conversazione della Persona CON lo Spirito. E di ridurre la cosa ad una missione ad un fare x gli altri.
    Io credo che senza quel ” CON” si riduca a una cosa SENZA Spirito.

  3. Angelo Rubino ha detto:

    Buongiorno.
    La preghiera suscitata dallo Spirito santo , una preghiera che nasce dopo Averlo invocato , si sviluppa in dinamiche dove il cuore rinnovato e convertito riesce ad aprirsi alla comunità al fratello rinunciando al io e per divenire noi.
    Grazie per queste possibilità di crescita in Gesù e per Gesù nel rinnovarsi nello Spirito Santo.

  4. Pietro Buttiglione ha detto:

    Avevo scritto un post ‘forte’… Ma il Suo dito me lo ha cancellato. Quindi riporto solo le conclusioni.
    Lezione di Dottrina in Parrocchia.
    Si legge e commenta il CCC.
    4 gatti, anzi gatte. che esibiscono il loro K/H catechistico.
    OK.
    Alla luce di questo TOP educativo possiamo rimproverare chi non ha mai fatto esperienza di “dove 2 o +.. di riposo nello Spirito, di “conversazione nello Spirito”.. ę colpa sua se invece di cercare la sua relazione personale con Dio.
    , La vera Luce…. va a caccia di lucciole?

  5. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma questo ascolto dello Spirito che qui si instaura come tra Confratelli a captare ciò che la Parola contiene, e da meditazione e un reciproco ascolto diventa esercizio spirituale con la divinità stessa. Presente. Il semplice fedele quando nella vita quotidiana vive problemi grandi e piccoli, gioie e dolori si fa diretto il suo parlare alla divinità, solo con se stesso chiede di aiuto, che lo Spirito gli si faccia luce. Ma oggi come pretendere da coloro, i più, che non conoscendolo renderlo Persona presente supponendo efficace il solo parlarne?’ E’ dalla realtà della esperienza che è possibile far dialogare cuore e intelletto alla comprensione. I due di Emmaus avevano visto il Cristo morto crocifisso!!Non più esistente! E questo li ha fatto dimentichidi quanto da Lui udito l della Parola dei Profeti ,! Oggi la gente da ascolto ai canzonieri, attenta ai cellulari,dal mercato.le novità’. Quale linguaggio efficace per questi?

  6. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Molto molto simile alle teorie dei quaccheri, o Societa’ degli amici setta protestante fondata da James Fox e molto diffusa nel Nord USA, in cui non esiste ne’ gerarchia ne’ sacramenti e neppure Sacra Scrittura : nell’: assemblea qualunque fratello o sorella si alza e dice quello che lo Spirito Santo gli ha ispirato DIRETTAMENTE .
    Vogliamo trasformarci in quaccheri ? ? Siamo proprio sicuri che lo Spirito Santo ci ispira direttamente ?????
    ” ascolto della sua voce tende il desiderio di coloro che conversano, che nella preghiera si aprono all’azione libera di Colui che come il vento soffia dove vuole (cfr. Gv 3,8). Pian piano il conversare tra fratelli e sorelle nella fede apre lo spazio per un con-sentire, cioè assentire insieme alla voce dello Spirito.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)