Sarà perché un po’ per carattere lo sono, sarà perché qualche volta Gesù stesso lo è stato, come attestano i Vangeli (cfr. Mc 11, 15-19; Lc 9,55; Mt 16,21-27; Mt 23,27-28), ma personalmente l’impazienza è un difetto che mi fa simpatia. Anzi, quasi quasi la considero come una virtù o comunque come un ingrediente importante nella vita. Per esempio, quando inizio una cosa o intraprendo un’opera, voglio portarla a compimento al più presto possibile e poi, ve lo confesso, sono impaziente di farmi santa e di condurre più anime possibili in Paradiso. Come farò? Il fatto è che non ci penso proprio a correggermene, tutt’altro!
Sì, è vero, in gran parte dei casi l’impazienza è un difetto, ma sono convinta che un pizzico di impazienza (o, se fa arricciare meno il naso, chiamiamola zelo, entusiasmo, passione) sia importante nella vita. È quella molla che ti spinge a darti da fare subito, ora, senza aspettare domani, senza rimandare a domani quello che puoi fare oggi.
Non rimandiamo a domani la nostra conversione o l’impegno a favore del prossimo e non sciupiamo le occasioni di santificazione che ogni giorno ci capitano, perché il domani non ci appartiene. Non credo di essere del tutto fuori strada perché, frugando nella mia memoria, ricordo di aver udito talvolta l’espressione: santa impazienza, dunque c’è un’impazienza “santa”!
Dio è pazienza infinita, è lento all’ira ed è longanime”, invece di distruggerci per i nostri peccati, quando lo meritiamo, attende pazientemente la nostra conversione.
Però, dall’altra parte, Dio è anche impazienza infinita. Egli non se ne sta inattivo e rassegnato in attesa che noi ci decidiamo a ritornare a Lui, ma ci sollecita in molti modi a rientrare in noi stessi. Penso alla parabola del “Figlio prodigo”: tra le righe della parabola si legge di un Padre che scruta attento e con sollecitudine l’orizzonte in attesa del ritorno del figlio. Il suo amore di Padre gli attesta che il figlio ritornerà e questo amore raggiunge il cuore di quel figlio lì, nel fango dove si trova, e lo sollecita a ritornare. Quando poi questi prende la risoluzione di tornare, il Padre, con grande impazienza, gli corre incontro e lo abbraccia. E, ancora in preda all’impazienza, si rivolge ai servi dicendo più o meno così: Presto, sbrigatevi, per favore, non c’è tempo da perdere. Ho atteso così tanto questo momento. È giunta l’ora di far festa. Non voglio e non posso attendere un minuto di più! Cercate di capire!
E Maria? Dopo avere ricevuto l’annuncio dell’Angelo, va in tutta fretta a visitare la cugina Elisabetta. Ma, scusate, mancavano ancora tre mesi prima del parto di Elisabetta, c’era proprio bisogno di tutta quella, non solo fretta, ma addirittura “gran” fretta? Però, c’è da dire che, chi ama, vola, non accetta di camminare lentamente, ben lo sanno (mi correggo: lo sappiamo) gli innamorati.
E ricordate quell’altro episodio narrato dal Vangelo, quando alle nozze di Cana manca il vino e Maria forza quasi il figlio a compiere il miracolo di cambiare l’acqua in vino? All’inizio Gesù le risponde quasi così: Mamma, un po’ di pazienza! Non è ancora giunta la mia ora!
Ecco, credo che un po’ di impazienza (di questa impazienza!) nella vita ci farebbe bene.
Sì al l’impazienza, perché se soltanto si confida nella pazienza questa si può anche trasformare in rassegnazione, senza contare che a volte una sola e l’occasione per fare una determinata cosa. Il Santo Padre, oggi in visita di Pace, messaggero di quella pace tanto nominata ma che è difficile veder realizzata, non l’ha auspicata tramite lettera, non inviata da casa, è andato sul posto a incontrare le persone, a mostrare che Gesù Cristo è vivo, ha provato infinito dolore al pari di tutti ugelli che oggi portano una croce come Lui ha portato, sopratutto mentre parla a loro parla al mondo, può sembrare una vibrante protesta contro le distruzioni che le guerre causano, la dispersione di popoli resi migranti . Impazienza giusta quando si sollecitano cure e vaccini perché il tempo non lasci spazio al virus di aggredire, anche lui impaziente di fare strage. La pazienza può essere santa solo se viene da Dio perché la sua non ha tempo e sorpresa.
Sempre una ventata di fede vera, vissuta e anche “divertente” suor Cristiana. La clausura francescana le da libertà infinita, anche in ciò che condivide. Ciao Suor Cristiana!!!