La pazza di Dio

Ha fatto voto di non chiedere mai niente a nessuno, tantomeno l'elemosina. Non tocca il denaro per nessun motivo. Non ha una casa. Non possiede nulla di nulla, a parte uno zainetto, un borsone da viaggio e gli abiti che indossa. Mica una barbona, però.
20 Dicembre 2013

Ho fatto un esperimento. Un altro. Credo che ogni tanto si debbano provare stimoli didattici nuovi. L’idea mi è venuta da un link ricevuto via mail da un amico: “Guarda questa roba e dimmi cosa ne pensi, secondo me è pazza!” E, ovviamente, dopo una introduzione del genere non si può non leggere l’articolo. Ma mentre lo scorro e cerco di cogliere il cuore di una scelta di vita così radicale, mi figuro i volti e le parole dei miei studenti davanti a questa storia.

Così decido. Copiaincolla e fotocopie. E in una quinta, dove sto cerando di fargli “sentire” la differenza tra un atteggiamento di fede dogmatico e uno fiducioso, lo metto sui loro banchi. La storia (link da mettere: http://www.ilgiornale.it/news/interni/pi-povera-dei-poveri-non-tocca-i-soldi-2001-929703.html) è semplice, nella sua assoluta radicalità. 

Laura Galletti, dopo una vita passata a fare la grafica pubblicitaria ad alti livelli, ha regalato tutti i suoi beni, e la sua pensione. “Lavoravo 14 ore al giorno. Ho detto basta. Oggi mi accontento solo di esistere. Per la prima volta mi sento finalmente radicata in qualcosa: in Dio”. Ha fatto voto di non chiedere mai niente a nessuno, tantomeno l’elemosina. Non tocca il denaro per nessun motivo. Non ha una casa. Non possiede nulla di nulla, a parte uno zainetto, un borsone da viaggio e gli abiti che indossa. Mica una barbona, però. Perfettamente vestita con sobria eleganza, pulitissima, le mani e le unghie curate, i capelli che sembrano acconciati dal parrucchiere. E un sorriso che le sale dall’anima e fa luce a chi lo guarda.

“Papà (Dio) mi disse: ora chiudi i libri e a noi due, cercami, mettimi alla prova! Per chi si priva dei soldi, la situazione umana diventa quasi tragica. Si viene presi dallo sgomento: che senso ha la vita se non posso più godere di nulla? Ma poi ti accorgi che solo l’assenza di denaro dà la possibilità di rendersi conto della presenza di Dio”.

E di fronte a tanta lucida radicalità gli studenti non stanno fermi. “Ma prof., questa è fuori come un balcone!” Luca ci va giù di brutto. E continua: “Ma mica ci si deve ridurre così per credere. E se Dio chiede ‘ste cose… dai non ha mica senso che esista!” “Però vuoi mettere – ribatte Deborah – la libertà di vivere così. Fuori da ogni schema, poter fare tutto il giorno quello che vuoi”. “Quello che vuoi? – ancora Luca – Ma se questa non ha neanche da mangiare e dice che Dio glielo fa trovare per caso sul bordo della strada … ma ti sembra normale?” Intervengo. “Luca, fammi capire, tu pensi che lei racconti delle balle dicendo che trova il cibo in sacchetti chiusi, quasi confezionati apposta, non nei rifiuti?” “Bhè prof, a me non capita mica. E poi se Dio davvero le fa ‘sti regali, perché non lo fa anche per chi muore di fame da qualche altra parte nel mondo?”

La domanda di Luca smuove le acque. Marinella: “Ma Dio mica fa i miracoli per sistemare i casini che fa l’uomo. Se la gente muore di fame è perché noi, che stiamo bene, viviamo come degli animali assolutamente egoisti”. Letizia: “Comunque io sono convinta davvero che ‘sta qua sia sincera. E per vivere così, come scelta, ci vuole davvero un bel coraggio. Lei dice di avere fede in Dio e di affidarsi del tutto a Lui. Io non ci riuscirei mai … non avere sotto controllo niente della tua vita …, ma come si fa?” Di nuovo Luca: “Ma dai, questa è pazza. Io ci credo poco, ma se Dio vuole una roba così, ci credo ancora meno”. E ancora Marinella: “Invece io ci credo di più. E allora penso che Dio ha fatto me e te per dare da mangiare a chi non ha fame. E se muoiono è anche perché noi sciupiamo tutto, Dio non c’entra”. 

“Eh ragazzi, temevo che questa storia vi sarebbe scivolata sopra. Invece devo dire che è arrivata. Ognuno ha diritto di pensarla come vuole. Resta il fatto che se davvero questa donna vive così, dovremmo chiederci se il nostro modo di vivere sia abbastanza “umano”. Voi stessi lo dite. Ci spacchiamo a mezzo per avere “la vita sotto controllo” come se fossimo dei computer, per “godercela” anche solo per un istante, come se fossimo degli animali, per rassicurarci che abbiamo tutto e di più, contro qualsiasi “sfiga” possa arrivarci, come se fossimo assediati dal mondo. E il risultato? Chi di voi puoi dire di essere felice? Chi di noi sa sorridere con la luce di questa donna?”

Il silenzio, ovviamente. Che resta pieno di valutazioni che non tornano e di domande che non hanno risposta. Ma forse così, per una volta, qualcosa si annuncia a loro “fuori schema”. Perciò degno di interesse. Letizia alla fine lo dice: “Almeno è una storia che da una botta alla nostra sicurezza di cosa sia possibile o no nella vita”. “Ecco – dico loro – non date troppo velocemente per scontato che certe cose siano impossibili. Ci sono stati e ci sono un sacco di persone che si fidano davvero di Dio. La vita ha molta più fantasia di quanto immaginiamo e finché accetteremo che una parte di mistero in essa ci inquieti un po’, saremo abbastanza vivi per dirci esseri umani”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)