Fango della terra e polvere di stelle: questo è l’uomo. Fragile eppure santo in divenire. Figlio della terra e immagine di Dio. Carne e spirito. Debolezza e forza fra le dita di Dio. Questa definizione dell’uomo mi aiuta ad accettare la mia fragilità e quella altrui e mi incoraggia a guardarla con occhi positivi.
La fragilità non è un difetto, ma piuttosto è l’espressione della condizione umana. Ed è bello sapere che Dio non convoca eroi per il suo Regno, ma uomini e donne veri e perciò segnati dalla fragilità che tutti ci accomuna. Dio non si merita, si accoglie semplicemente come un dono gratuito e immeritato. Allora c’è speranza per chi non si sente riuscito nella vita.
Nel libro del profeta Geremia leggiamo la storia di un vasaio che vuole realizzare un bel vaso ma se il vaso che egli sta modellando si guasta, come capita con la creta in mano al vasaio, egli rifà con essa un altro vaso. “Dio non butta mai via la creta, ci rimette sul tornio, ci riprende in mano, ci lavora ancora con la pressione dolce delle sue dita, con il calore del palmo della sua mano” (Ermes Ronchi).
La mia forza è la fiducia che Dio ripone in me, nonostante le mie ripetute cadute. Il primo “credente” è Dio che continua, con tenacia, a credere in me e in te. Gesù non cerca in me la persona giusta che non so se riuscirò mai ad essere. Cerca la mia debolezza profonda nella quale Egli vuole incarnarsi come lievito, come sole, come fuoco, come spirito dentro la creta, come pace nella tempesta.
Gesù ci rialza, ci dà fiducia, ci conforta, ma poi ci incalza dicendo, come a Pietro: “D’ora in avanti tu sarai”. D’ora in avanti resterai peccatore ma diventerai pescatore di uomini. E anche la barca di chi non ha preso nulla può riempirsi, per la sua parola non per il nostro talento. Allora posso dire: Credo in te, Signore, perché tu credi in me. Ti do fiducia perché tu mi dai fiducia. Ho speranza perché tu hai speranza in me.
Il coraggio della fragilità è il coraggio di scorgere i piccoli segni delle cose nuove che nascono, le prime gemme, le prime luci dell’alba che magari non illuminano tutto il cammino, ma il breve tratto di strada che puoi compiere adesso e che sta proprio dinanzi a te.