Via Crucis delle Famiglie

La Passione di Gesù in dialogo con le paure e le sofferenze delle famiglie
26 Febbraio 2021

Patrizia Sartori (infermiera in ospedale) e Antonio Geminiani (direttore provinciale), 3 figli,  Maria Teresa e Francesco Pederiva (con 3 figli e 1 nipotino), animatori di pastorale familiare della diocesi di Trento, hanno preparato questa Via Crucis che incrocia  la sensibilità delle famiglie e lascia già intravedere la Luce del Risorto. Le stazioni sono illustrate anche dalle opere di due artisti trentini, Silvio Bottes, frate minore classe 1921: sculture in bronzo o pietra con diversa collocazione, dal Nord Italia al Canada (fotografie di Davide Turrini) e Marco Morelli, prete diocesano classe 1942, sculture in legno collocate come Via Crucis nella chiesa di Cristo Re a Trento (fotografie di Gianni Zotta).

 

1° Stazione: (Gesù nell’Orto degli Ulivi, Gesù arrestato e condannato)

(Via Crucis 1°, Marco Morelli Chiesa di Cristo Re a Trento, foto Gianni Zotta)

 

Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli:  «Sedetevi qui, mentre io prego».  Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro:  «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate».  Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva:  «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu».  Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro:  «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».  Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro:  «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino»  (Marco 14, 32-42).

Nel nostro quartiere, come in tutta la città, il virus ha contagiato molte persone al punto che sembrerebbe imprudente uscire, per fare la spesa, partecipare alla messa. Sono tanti quelli, soprattutto anziani, che restano a casa, sperimentando l’amarezza della solitudine. Molte sono le iniziative portate avanti dalle comunità, ma le persone trascorrono ancora le giornate nell’incubo del contagio, nell’attesa della vaccinazione.

 

Signore, ti ringrazio per le cose che mi hai donato in questo giorno e le persone che ho potuto incontrare, anche solo con una telefonata.

Ho potuto godere dell’alba, del tramonto in salute, ho potuto stare vicino ai miei cari e, talvolta, alle persone che in ospedale hanno bisogno di una parola amica.

Aiutami a scegliere l’amore ogni giorno. Aiutami ad avvicinarmi a chi soffre, a chi è triste, a chi è in difficoltà, a chi è solo. Aiutami a seminare amore.

Signore, quando ti invoco, ascolta la mia preghiera (Calendario di Quaresima 2021 diocesi di Trento e Bolzano)

  

2° Stazione: (Gesù è caricato della Croce)

(foto Giornaletrentino.it)

 

Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: “Ecco il vostro re!”. Ma quelli gridarono: “Via! Via! Crocifiggilo!”. Disse loro Pilato: “Metterò in croce il vostro re?”. Risposero i capi dei sacerdoti: “Non abbiamo altro re che Cesare”. Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota (Giovanni 19,14-17).

Lungo il corso dell’Adige continuano le ricerche per rintracciare Peter Neumair, scomparso dal 4 gennaio scorso. Mentre il corpo della moglie è stato recuperato ai primi di febbraio, resta in carcere il loro figlio Benno con l’accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere. Benno, che a 30 anni viveva ancora con i genitori, pur avendo un lavoro e una fidanzata, si dichiara innocente.

Ma non è l’unica tragedia familiare di queste settimane: Sharon, Victoria, Roberta, Teodora, Sonia, Ylenia, Piera, Lulieta, Clara, Deborah, Lidia, Rossella … sono già 12 le vittime di quest’anno. Nel 2020 si sono contate 112 donne uccise da chi un giorno lontano aveva creduto di amarle, ma poi è diventato il loro carnefice e i femminicidi in Italia restano una piaga drammatica che riempie le nostre cronache e getta un’ombra di tristezza nelle comunità.

Intanto a Formia una famiglia piange la morte del figlio Romeo, accoltellato a 17 anni da un coetaneo, quasi inconsapevole della gravità del gesto… E in Congo in un brutale agguato sono rimasti uccisi l’ambasciatore Luca Atanasio e il carabiniere Bruno Jacobacci, insieme al loro autista locale Mustafà.

 

Quanta violenza, Signore, intorno a noi e dentro di noi!

Aiutaci a diventare operatori di pace abbandonando ogni tentazione di rancore o vendetta. Aiutaci ad educare i nostri figli alla pace e alla concordia con il prossimo

“Accetta la preghiera che sale dal tumulto e dalla disperazione di un mondo in cui tu sei dimenticato, dove l’uomo uccide l’uomo suo fratello, dove è scomparso il diritto e la pietà” (don Tonino Bello, Calendario di Quaresima 2021 diocesi di Trento e Bolzano)

 

3° Stazione: (Gesù cade sotto la Croce)

(foto www.uppa.it)

 

Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità (Isaia 53,3-5).

La rete in quel complesso di residenze popolari è proprio precaria, ma anche l’appartamento lascia a desiderare per una famiglia di 5 persone. Halina e Yussuf farebbero volentieri i compiti assegnati loro dalle maestre, ma quanta difficoltà! Riuscire ad avere un posto sul vecchio tavolo di casa (l’unico!)  è un’impresa che non sempre riesce: il papà deve restare a disposizione e anche il lavoro di traduttrice della mamma è importante quando poi occorre fare la spesa. I bambini restano in attesa del loro turno, ma non sempre le maestre comprendono il loro disagio e appaiono svogliati…Eppure nessuno di loro vorrebbe abbandonare la scuola…

 

Signore, aiutaci a condividere le fragilità e le ferite delle famiglie che incontriamo nei nostri ambienti di vita, in particolare quelle che sperimentano la fatica del vivere oggi.

Aiutaci ad alleviare, per quanto sta nelle nostre possibilità, i loro disagi condividendo ansie e timori, difficoltà e soluzioni pratiche.

Signore, non ti chiediamo di evitarci le cadute, ma di trovare la forza di rialzarci sempre. Aiutaci ad essere fattivamente vicini a chi è a terra assumendo su di noi il peso delle loro fatiche.

 

4° Stazione: (Gesù incontra la Madre, la Veronica e le altre donne)

 Via Crucis in bronzo di fra Bottes, Infermeria dei Frati a Trento (foto Davide Turrini)

 

Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori” (Luca 2,34-35).

Myriam se lo aspettava quel licenziamento: il padrone l’aveva avvertita, le chiusure lasciano il segno e i mancati introiti per quel bar in centro città, prima così frequentato, non lasciano scampo. Ma quanta fatica allorché si entra al supermercato per fare la spesa! I bambini non fanno capricci per avere qualcosa, ma devono pur mangiare, e soprattutto, qualcosa di sano e vario. Ogni componente della famiglia contribuisce con quello che può per far sì che ogni giorno venga vissuto con serenità, ma a Myriam resta l’arduo compito di sovrintendere il quotidiano perché a nessuno manchi il necessario, nonostante le risorse sempre più limitate. Resta la tentazione quotidiana di rivolgersi a ente pubblico o comunità cristiana che aiutano chi sta peggio …

 

Signore, aiutaci a riconoscere tutte le nostre responsabilità nella certezza del tuo amore di Padre.

Signore, aiutaci a non perdere la fede, a portare le croci, anche pesanti, che incontriamo nella nostra vita nella consapevolezza che ci sei accanto

 Signore, aiutaci a credere che quanto di bene è stato seminato un giorno porterà frutto, a restare fedeli alla missione di famiglia che ci hai affidato

 Signore, fa’ che il tuo amore ci accompagni sempre, anche nelle prove della vita. Aiuta tutte quelle famiglie che nel mondo soffrono per la scarsità di cibo e risorse, per quelle costrette a migrare a causa di conflitti o eventi naturali.

 

 

5° Stazione: Gesù muore in croce

 (foto Ryan Air)

(La chiesa di Centochiavi messa a disposizione dalla diocesi di Trento per l’accoglienza dei senzatetto)

 

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura,  disse: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “È compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito (Giovanni 17, 25-30).

Sono morti in tanti lungo questi mesi. Ci sono figli e nipoti che hanno visto genitori anziani e nonni allontanarsi con l’ambulanza verso l’ospedale, ma non hanno più potuto incontrarli. Qualcuno, complice la sensibilità di qualche operatore, è riuscito a comunicare con i propri cari grazie alla tecnologia, ma resta un caso raro. E poi quella telefonata, anonima, che informa della loro morte. E ancora le immagini delle bare trasportate sui camion militari …Intanto, su richiesta di tanti fedeli e visto le vittime per il freddo registrate in queste settimane, la diocesi di Trento ha messo a disposizione dei senzatetto la chiesa inutilizzata di Centochiavi.

 

Signore, accompagna i nostri cari alla Luce della tua eternità. Donaci la forza dell’accettare gli eventi, nonostante il grido che attanaglia il nostro cuore per un distacco che avevamo immaginato diverso.

Aiutaci a farci ascoltare da chi può agire per venire incontro a tanta sofferenza, alle necessità degli ultimi della nostra comunità.

 

6° Stazione: Gesù viene deposto dalla Croce e sepolto

(Silvio Bottes, Deposizione, Via Crucis Infermeria dei Frati a Trento, foto Davide Turrini)

 

Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto (Luca 23, 50-56).

Sospese le celebrazioni, anche per i funerali si è dovuto cambiare abitudini, ma quanta tristezza non poter accompagnare all’ultimo saluto i nostri cari e tutte le persone amiche che in questi mesi sono approdate al Cielo! Ogni comunità si è attrezzata per rendere il distacco più umano e cristiano, nonostante tutte le, giuste, limitazioni. Ma per tante famiglie resta la nostalgia di un saluto tanto inatteso, quanto repentino.

 

Signore, aiutaci ad accompagnare i nostri morti con una preghiera, personale e corale. Aiutaci a porci accanto alle famiglie provate dalla morte dei loro cari, a condividere le lacrime e tanto dolore per un saluto mancato, un addio mai pronunciato

 

7° Stazione: “Non è qui, è risorto”

Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto” (Luca 24, 1-6).

Li conoscevano, li conoscevano tutti, uno ad uno perché quei ragazzi che frequentano la scuola superiore sono i ragazzi cui destinano da anni il loro, scarso, tempo libero dagli impegni di Università e lavoro. Sapevano che in questi mesi era cresciuto il disagio e talvolta la depressione del dover restare chiusi in casa, senza la presenza di amici e insegnanti che in fin dei conti accompagnavano normalmente la loro vita di adolescenti. Così una sera hanno deciso: domenica si va tutti in montagna! E sono partiti, scarponi e borraccia, lungo il sentiero che li ha portati, incuranti del freddo pungente, su una cima che circonda la città di Trento. Sono tornati a sera, felici dell’esperienza che avevano condiviso, felici del sorriso di quei ragazzini per il dono di una giornata così diversa dalle ultime, una giornata così “normale” e quasi inaspettata.

E i loro fratelli più piccoli non sono stati da meno e, con l’aiuto delle loro maestre e di alcune catechiste della parrocchia più vicina, hanno organizzato un evento nelle corsie dell’ospedale, un momento giocoso per alleviare la solitudine di tanti degenti e (perché no?) strappare loro un sorriso.

 

Donaci Signore la capacità di condividere i pesi e le fatiche, il dono di portare un raggio della tua Luce, di pronunciare una parola di speranza, di percorrere, anche in silenzio, un tratto di strada insieme ai nostri fratelli che fanno più fatica

Signore, aiutaci ad accogliere quanti sperimentano momenti difficili, a portare i pesi gli uni degli altri, ad esprimere la nostra solidarietà, a indicare che ogni croce diventa alba di risurrezione

Aiutaci Signore a saper scoprire quanta Luce della tua Resurrezione è penetrata all’interno delle nostre famiglie e a trovare il modo per diffonderla perché ai nostri figli non manchi il coraggio di compiere scelte di bene così che nella comunità non si spenga mai la speranza

Amen

 

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