Lui è vivo e noi, in lui, siamo più vivi

«Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro»
1 Aprile 2018

Pasqua di Risurrezione: Gv 20,1-9

NOLI ME TANGERE (Maurice Denis, 1892, collezione privata)

 

Il dramma sembra ormai alle spalle. Tutto – il giardino, la città sullo sfondo, l’aria… – odora di primavera e gli unici rumori sono forse dei cinguettii e il gorgoglio del ruscello (tra l’altro, è dell’acqua il colore più potente, mentre le altre tinte sono ancora pastello).

Scorgiamo Maddalena e il giovane giardiniere, ignorando se il loro incontro sia già avvenuto… Ci conforta sapere che l’incontro non è con un sepolcro vuoto, ma con una persona viva e con una comunità di viventi, sempre meno timorosi, a cui il Risorto rinvia. Ha scritto Adriana Zarri: «Dio riprende a camminare, a parlare, a gestire; e adesso potrà anche andarsene da questo nostro mondo perché abbiamo creduto che non può morire in eterno. Signore, Tu sei vivo, Tu sei eterno, Tu non morirai. Nemmeno noi moriremo, anche noi siamo eterni, Signore, in te».

 

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